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| Al via il programma AMA. Protagoniste le comunitą arbėreshe |
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29/07/2023 | Le comunitą arbėreshe sono piccole minoranza etnico-linguistiche di origine albanese, formate da profughi albanesi insediatasi nelle terre impervie che furono loro concesse dai regnanti di Napoli.
«Vige ancora - ha dichiarato Mosé Antonio Troiano, sindaco di San Paolo Albanese e capofila del progetto - lespressione gjaku ynė i shprishur ovvero il nostro sangue sparso. La storia degli arbėreshė č la storia di un esodo di intere famiglie. Dedite, inizialmente, quasi solo alla pastorizia, hanno costruito i loro insediamenti, le loro case; hanno segnato, con le loro attivitą umane, con le loro opere, i luoghi, il paesaggio. Vissuti, per quasi cinque secoli in totale isolamento, gli arbėreshė conservano gli antichi usi e costumi. Nel mantenimento della loro diversitą un ruolo fondamentale lhanno giocato proprio le condizioni di minoranza etnica, di marginalitą geografica e di isolamento socioeconomico, cui sono stati destinati, costretti. E noi questa storia vogliamo salvaguardarla non solo perché attraversa i nostri luoghi perché in fondo ricordare e tutelare č un esercizio utile a tutti - a concluso Troiano - poiché in questo mondo siamo tutti potenziali minoranze».
Con D.G.R. n. 630 del 30.09.2022 la Giunta Regionale ha approvato e finanziato il Progetto Salvaguardia del patrimonio intangibile delle Comunitą Arbėreshe di Ginestra, San Costantino Albanese e San Paolo Albanese candidato dal Comune di San Paolo Albanese.
Lo spirito di questo progetto, la cui realizzazione č stata affidata alla Fondazione Appennino ETS con sede a Montemurro (PZ), č quella di unire i popoli, unire le culture e rivivere gli usi, i costumi, le tradizioni che queste Comunitą tutelano e conservano da circa 5 secoli.
La salvaguardia del patrimonio intangibile delle comunitą arbėreshe incontra l'attualitą e ripropone un mare Mediterraneo con un unico colore: quello dell'umanitą. Ne č cosģ scaturito il programma AMA Appennino Mediterraneo Arbėresh.
«Č un ribaltamento di prospettiva - ha spiegato Piero Lacorazza, direttore della Fondazione Appennino - che non si chiude nel folklore ma mette in movimento riflessioni che la storia ci consegna. Rileggere Raffaele Nigro nei libri "Il muro del mare" e "Diario Adriatico" ha sollecitato uno sguardo verso un orizzonte che incontri la storia e forse anche uno stimolo critico: minoranza etnico linguistiche la cui salvaguardia č sostenuta da istituzioni pubbliche. Si investono risorse sulla valorizzazione di una storia di un popolo in fuga da una guerra che attraverso l'Adriatico Mediterraneo ha trovato asilo anche in Basilicata. E se calassimo questa scelta nell'attualitą, oltre il folklore, nella navigazione della vicenda "mediterranea"? La scelta del ribaltamento di prospettiva - ha concluso Lacorazza - ci ha spinto e progettare e realizzare un programma che parlasse di Martin Luther King e Nelson Mandela, del valore alle contaminazioni artistico/musicali e gastronomiche, delle tradizioni popolari e religiose, di portare nelle scuole medie secondarie superiori il confronto sulla storia e sulla attualitą del crocevia mediterraneo a partire dal mar Adriatico».
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