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| ''Arte in orto'': il recupero delle coltivazioni della tradizione |
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13/07/2020 | Negli orti che i nostri nonni e i nostri genitori coltivavano nel secolo scorso c’erano specie che oggi stanno scomparendo.
Si mangiavano prodotti biologici raccolti a kilometri zero.
Bastavano, quasi sempre, per i bisogni delle famiglie. All’occorrenza si ricorreva ai “senisesi” e ai “santarcangiolesi”, che in diversi giorni della settimana arrivavano nel corso principale di Castronuovo di Sant’Andrea, a vendere i loro prodotti.
Giungevano con i loro muli o asinelli con le classiche due ceste piene di peperoni, pomodori, cetrioli, meloni e altro. Percorrevano i vecchi sentieri, non essendoci ancora la strada che dal paese va verso Senise, perché realizzata alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso.
La maggior parte di questi prodotti venivano coltivati nei fertili terreni, oggi sommersi dalla diga di Monte Cotugno.
Silvano Di Leo, un giovane castronovese molto legato alla sua terra e alle sue tradizioni, dopo aver svolto diverse attività lavorative, si è dedicato all'orticoltura: una vera e propria storia d'amore, nata come hobby una decina di anni fa.
Nei terreni di famiglia ha iniziato a coltivare antiche varietà di ortaggi. Nei primi anni furono i caratteristici pomodorini rossi e gialli di Castronuovo di Sant'Andrea, iscritti di recente, grazie al lavoro di caratterizzazione avviato dall'ALSIA “Pollino”, nel registro dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della Basilicata (PAT). Oggi coltiva anche altre varietà antiche, attualmente in attesa di riconoscimento, come il melone bianco invernale, il peperone bianco, il cetriolo bianco, i piselli “a vaiana”, alcune varietà di mais, e un'antica e rara varietà di un melone originario dell'India (il melone di Delhi).
La passione e il rispetto per la terra gli è stato trasmesso dai nonni, paterni e materni, contadini da diverse generazioni.
All'azienda ha dato, non a caso, il nome di “Arte in Orto”, in quanto Castronuovo è un paese che all’arte dedica, attraverso i suoi musei, un impegno decennale.
L’obbiettivo è coltivare prodotti genuini rispettando l'ambiente e la salute delle persone, nella speranza che questa passione e questa filosofia possano incoraggiare i giovani del territorio a rimanere e a investire nelle attività agricole.
I pomodorini rossi e gialli sono antiche varietà che hanno un ottimo gusto. Basta aggiungerne quattro o cinque a un piatto per conferirgli un sapore unico e particolare. Ma la caratteristica importante è che, appesi a mazzetti o semplicemente posti in cassette di legno, si conservano per un lunghissimo periodo. La raccolta avviene da agosto a settembre e si possono conservare fino a giugno. Raggiungono il grado di maturazione perfetto a Natale.
Ci sono tre varietà di pomodori: il rosso lungo, il giallo costoluto e il giallo lungo. L'area di produzione è la Valle del Serrapotamo.
La raccolta avviene nella prima mattinata e l’“insertatura” viene fatta entro la giornata. Il mazzetto pesa circa un kilogrammo. La forma è arrotondata ed è quasi ornamentale. Fa bella mostra di sé appeso alle pertiche.
I mazzetti non si trovano nei supermercati o in negozi di prodotti tipici, si possono acquistare esclusivamente sul posto, nelle aziende agricole produttrici.
Nicola Arbia
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