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Visitabili fino al 31 gennaio 2020 le mostre del circuito Acamm

16/12/2019

Saranno prorogate fino al 31 gennaio le quattro le mostre del circuito ACAMM per il 2019 dedicate a quattro personaggi dell’arte europea del XX secolo: Pericle Fazzini, Toti Scialoja, Henri Goetz, Assadour.
Inaugurate tra il 26 e il 29 agosto scorso rispettivamente ad Aliano, Castronuovo Sant’Andrea, Moliterno e Montemurro, le quattro mostre hanno riscosso un grande successo di pubblico, raccogliendo dipinti, sculture, disegni, acquarelli, opere grafiche, libri d’artista, datati 1936-2013, che mostrano il rapporto dei quattro artisti con la Basilicata e i personaggi legati a questa terra come Carlo Levi, Sant’Andrea Avellino, Ferdinando Petruccelli della Gattina, Leonardo Sinisgalli.
Ad accrescere il valore delle mostre sono anche i nomi dei quattro curatori, presenti in occasione delle rispettive inaugurazioni: lo storico e critico dell’arte per la mostra su Pericle Fazzini ad Aliano, il teorico e critico d’arte Antonello Tolve per quella su Toti Scialoja a Castronuovo, la docente universitaria Stefania Zuliani per quella su Henri Goetz a Moliterno e il giornalista de Il Manifesto- Alias, Federico De Melis per la mostra su Assadour a Montemurro. A ciò si aggiunge la visita, nei giorni scorsi, dello stesso Assadour nel paese di Leonardo Sinisgalli, di cui era grande amico, in duetto con il giornalista Mario Trufelli, che lo intervistò nel 1995 a Matera.
In occasione delle inaugurazioni, le Edizioni della Cometa hanno pubblicato quattro distinti cataloghi che accompagnano le mostre.
Dettagli mostre
Pericle Fazzini. Piccole sculture, disegni, opere grafiche, libri d’artista, immagini, documenti, 1936-1985.
ALIANO, Palazzo De Leo
Toti Scialoja. Tempere, disegni, opere grafiche, libri d’artista, immagini, documenti, 1940-1984 CASTRONUOVO SANT’ANDREA, MIG. Museo Internazionale della Grafica.
Henry Goetz. Pastelli, opere grafiche, libri d’artista, immagini, documenti, 1940- 1980
MOLITERNO, Biblioteca Comunale G. Racioppi
Assadour. Dipinti, acquarelli, disegni, opere grafiche, libri d’artista, immagini, documenti, 1967-2013.
MONTEMURRO, Casa delle Muse di Leonardo Sinisgalli

Biografie degli artisti
Pericle Fazzini (Grottammare, 4 maggio 1913 – Roma, 4 dicembre 1987). Formatosi nella bottega del padre, artigiano del legno, studia disegno e scultura a Roma dove, dal 1930, frequenta i corsi della Scuola libera del nudo, legandosi ad Alberto Ziveri, insieme al quale invia lavori per la “Casa di un poeta” progettata per la IV Triennale alla Villa Reale di Monza dall'architetto Luigi Moretti. Nel 1932, vince il Pensionato Artistico Nazionale. Seguono numerose esposizioni: a Roma, con Ziveri, alla Galleria Sabatello; a Parigi, alla “Mostra dell'arte italiana del XIX e XX secolo” al Jeu de Paume; alla II Quadriennale di Roma; alla XXI Biennale di Venezia, dove partecipa con tre statue ripresentate alla “Ausstellung der Moderne italienische Kunst” alla Kunsthalle di Berna. Nel 1947 vince il premio Torino con il Ritratto di Anita ed espone alla prima mostra milanese del “Fronte nuovo per le Arti”, nella Galleria della Spiga, con Viani, Leoncillo, Franchina, Corpora, Vedova, Pizzinato, Morlotti, Santomaso e Guttuso. Nel 1949 gli viene assegnato il premio Saint Vincent con la Sibilla. Successivamente, è invitato alla “Mostra dell'arte italiana del XX secolo” al Museo d'arte moderna di New York. Del 1951 è l'antologica romana a Palazzo Barberini e il Premio del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi assegnato dall'Accademia Nazionale di San Luca. Dopo aver vinto la cattedra all'Accademia di Belle Arti di Firenze, dal 1958 al 1980, insegna all'Accademia di Belle Arti di Roma. Continuano le partecipazioni a diverse esposizioni in tutto il mondo, fino alla committenza, nel 1972, della grande Resurrezione per la sala delle udienze edificata da P. L. Nervi in Vaticano.
Toti Scialoja (Roma, 16 dicembre 1914 – Roma, 1º marzo 1998). Si forma a Roma, frequentando il salotto della contessa Pecci Blunt, dove entra in contatto con artisti ed intellettuali quali Emilio Cecchi, Giuseppe Ungaretti, Massimo Bontempelli e Libero De Libero. Attraverso quest'ultimo conosce il gruppo della Scuola Romana che lo sollecita ad interrompere gli studi di Giurisprudenza per dedicarsi all'arte. Infatti, partecipa alla III e la IV Quadriennale d'arte Nazionale, tiene le prime personali a Genova nel 1940 e a Torino nel 1941. Del 1943 è l'esordio in teatro con scene e costumi realizzati per L'opera dello straccione, libero adattamento da The Beggar's Opera di John Gay musicata da Roman Vlad con regia di Vito Pandolfi. Questo è anche l'anno in cui ha inizio il sodalizio con Aurel M. Milloss, ideatore della coreografia dell'opera Capricci alla Strawinsky, per la quale Scialoja cura scene e costumi. Nel 1948 è a Parigi, dove aveva già soggiornato nel 1947. Durante gli anni Cinquanta partecipa alle Biennali di Venezia (1950, 1952, 1954) e ad alcune importanti mostre. Nel 1956, primo viaggio a New York in occasione della mostra personale alla Catherine Viviano Gallery. Durante l'estate del 1957 è a Procida, dove nascono le Impronte realizzate mediante la tecnica dello stampaggio: fogli oleati, su cui il colore aderisce senza lasciarsi assorbire, vengono rovesciati sulla tela e premuti. Nel 1960, dopo un breve viaggio a New York, si reca a Parigi per restarvi fino al 1964. Frequenta le lezioni tenute alla Sorbona da Maurice MerleauPonty e comincia a scrivere le prime poesie nonsense, raccolte in seguito in Amato topino caro (Bompiani 1971). Tornato in Italia, partecipa alla Biennale di Venezia, presentato da Gillo Dorfles e lavora per il teatro, con regia di Piero Panza, e di Traumdeutung di Edoardo Sanguineti. Il testo di Giuliani viene ripreso nel 1965 e rappresentato al Teatro Parioli di Roma con la compagnia teatrale dei Novissimi, insieme a L'occhio di Giordano Falzoni e Improvvisazione di Nanni Balestrini, per i quali Scialoja realizza scene e costumi. Nel 1982 è nominato direttore dell'Accademia di Belle Arti di Roma e la sua nuova produzione pittorica è presentata alla XLI Biennale di Venezia.
Henry Goetz (New York, 29 settembre 1909 – Nizza 12 agosto 1989). Studia a Boston, nel Massachusetts Institute of Technology, alla Harvard University e nella Grand Central School of Art di New York. Nel 1930 è a Parigi. Con l’amico Victor Bauer scopre le opere di Picasso, Braque, Matisse, Rouault, Klee e Kandinsky. Nel 1936 sposa Christine Boumeester ed insieme espongono al Salon des Surindépendants, Hans Hartung diventa il suo migliore amico. Nel 1937 tiene la sua prima personale alla Galeria Bonaparte. Ritornato a Parigi, si presenta in una serie di personali, Alain Resnais gli dedica il primo film Ritratto di Henri Goetz, con Christine, Ubac e Folon fonda il gruppo “Graphies”, con Ubac diffonde la rivista “La main à plume”, comincia la sua attività di insegnante che lo vede impegnato all’Accademia Ranson, alla Grande Chaumière, all’Accademia André Lhote, al Conservatorio americano di Fontainebleau, prima di diventare nel 1969 professore di pittura ed incisione all’Università di Vincennes e fondare l’Accademia Goetz. La “tecnica Goetz”, utilizzata fin dai primi anni Sessanta, viene ottenuta con una vernice-collante mescolata precedentemente con polvere di carborundum (carburo di silice) e da qualche tempo con polvere di pomice, della grana desiderata, e quindi stesa col pennello o la spatola su una lastra di metallo o di plexiglas e lavorata secondo i propri codici espressivi, con la possibilità di acquisire variazioni materico-cromatiche delicatissime e brillanti al tempo stesso. L’indurimento della pasta permette l’inchiostratura e la stampa al torchio. Goetz inizia la sua attività di incisore a partire dal 1940. Muore a Nizza nel 1989. Il suo lavoro è presente nei musei di tutto il mondo. Un museo GoetzBoumeester è stato fondato nel 1983 a Villefranche-sur-Mer.
Assadour Bezdikian (Beirut, 1943), meglio conosciuto con il suo primo nome, lasciò il Libano all'età di diciotto anni per iscriversi all'Accademia Pietro Vannucci di Perugia. Proseguì i suoi studi all'Ecole Nationale Supérieure des Beaux Arts di Parigi, dove vive e lavora dal 1964, allievo di Coutaud. Assadour ha illustrato molti libri e pubblicazioni, tra cui L'Affaire Lemoine (Parigi, 1968- 69), Frammento N'3 (Liechtenstein, 1972), La Vecchiaia Nevica (Milano, 1978), Ombre (Lussemburgo, 1976), L'Oiseleuse (Paris, 1978). Ha tenuto numerose mostre: a Parigi, alla Galerie La Pochade (1971), alla Galerie Sagot-le-Garrec(1977, 1983), alla Galerie du Dragon (1986) e alla Galerie Faris al FIAC (1986); a Roma, presso la Galleria L'Arco (1980) e la Galleria II Millennio e a Bruxelles presso la Galerie La Taille Douce (1972). Inoltre, in molte altre gallerie di Göteborg, Pesaro, Beirut, Trieste, Lione, Amsterdam, Bari, Firenze, Grenoble, Tokyo, Essen, Losanna, Metz, Colonia, Nagoya, Matera, Seoul, Reggio Emilia. Dopo l’antologica italiana al Museo Fazzini di Assisi, nel 2008, nel 2016 è il Sursok Museum di Beirut a proporre una vasta retrospettiva. Numerosi sono stati anche i riconoscimenti internazionali ricevuti: la medaglia d'oro alla Terza Biennale Internazionale della Grafica d'Arte (Firenze,1972); la Medaglia d'Argento alla Biennale Internationale de l'Estampe Epinal (Francia, 1973); il Primo Premio alla Biennale de Givet (1975), il Premio alla Biennale di stampa internazionale (Polonia,1980); la Menzione d'Onore alla Biennale di stampa Norwegian International, Frederikstad (Norvegia,1980), la Medaglia d'Onore al Male Formy Grafiki, Lodz (Polonia, 1981), al Museum of Modern Art Award di Lubiana, (Jugoslavia, 1983) e il Grand Prix des Arts de la Ville de Paris (1984), il Premio Ollivier nell’ambito del Prix Monte Carlo (1990) e il Prize of the ministry of art and culture alla Triennale di Majdanek in Polonia (1997 ).



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