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'Lucania' : il road movie girato tra il Pollino, la costa jonica e il Vulture |
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4/11/2017 | Un viaggio che sa di redenzione, una fuga dai soprusi ambientata ai nostri giorni; una storia a metà tra modernità e tradizione. Al centro di tutto, lei: la Lucania, che dà anche il titolo al lungometraggio diretto da Gigi Roccati e finito di girare in questi giorni. Protagonista della storia e cuore pulsante dell’intero progetto è l’attore senisese Joe Capalbo che ancora una volta dimostra amore e attaccamento alle proprie origini, sempre fonte di ispirazione artistica. E ‘Lucania’ lo è sotto molti punti di vista. Il film è prodotto dalla casa di produzione di Capalbo (nata nel 2014), la Fabrique Entertainment assieme a Moliwood Films in collaborazione con Rai Cinema, con il sostegno della Regione Basilicata , Ufficio Sistemi Culturali e Turistici e della Lucana Film Commission. Il cast è imponente: oltre allo stesso Capalbo la storia sarà raccontata attraverso la voce e i volti di Angela Fontana, Pippo Delbono, Maia Morgenstern, Antonio Infantino (che curerà anche la colonna sonora),Christo Jivkov e con la partecipazione straordinaria di Marco Leonardi. “Un’enorme fetta di questo film è lucano- ci racconta Capalbo- sono 11 gli attori e le attrici della Basilicata, tutti bravissimi, e, nel complesso, tra comparse, generici e maestranze sono un centinaio i lucani che hanno dimostrato una elevata professionalità”. Joe Capalbo è Rocco, un contadino padre di una figlia muta che riesce ad interagire con la madre morta. Un giorno, però, succederà qualcosa che costringerà i due a fuggire dal loro isolamento e ad attraversare la Lucania, tra incontri e luoghi meravigliosi. Un road movie che la Basilicata l’ha attraversata davvero. “Le riprese- spiega Capalbo- sono iniziate il 2 ottobre ed hanno interessato tantissimi comuni dell’area sud e del Pollino, che vorrei ringraziare per il grande supporto offerto: San Severino Lucano, Viggianello, Senise, Valsinni. Poi ci siamo spostati a Nova Siri, sulla costa, nei calanchi di Aliano e Alianello e nell’area del Vulture”. “La storia- continua- nasce dalla voglia di parlare della mia terra e dei ricordi che appartengono alla mia infanzia, di un mondo contadino tutto imperniato di quei valori che, forse, non esistono più”. Un film che può essere inserito nel genere del ‘realismo magico’, in cui non tutto è come appare.“Ho scavato dentro i personaggi per scoprire nel presente le radici di un’umanità contemporanea- spiega il regista- eppur ancora legata a pulsioni ancestrali come il desiderio, la passione e l’ambizione. Questi sentimenti, rappresentati nel film in forma poetica e nella nuda essenza di una terra ambivalente, sono gli elementi per ritrovare il senso della distanza tra i colori del tempo antico ed il nostro tempo, virtuale ma fervente di speranza e di libertà” .
Mariapaola Vergallito
foto di Simone Dimita |
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