Francesco D’Onofrio sta finalmente vedendo la luce in fondo al tunnel, di fatti il 30enne agente tornerà questa sera nella sua Sant’Arcangelo dove ad attenderlo troverà il sindaco Salvatore La Grotta, le autorità e tutta la comunità per tributargli il saluto e l’omaggio che si deve ad un eroe.
Questa mattina, dopo la medicazione al Policlinico Umberto I di Roma, gli verranno date le dimissioni.
Il poliziotto lucano presenta ancora ustioni sul 30 per cento del corpo, di cui circa la metà di terzo grado, la prognosi è di 60 giorni. Assieme a lui hanno sofferto la madre Antonella, il padre Vincenzo, le sorelle Terryana, Giusy ed Orsola, il fratello Karol e la compagna Sara, che gli sono sempre rimasti accanto senza mai abbandonarlo. Commuovente il picchetto d’onore dai parte dei colleghi della Polizia di Stato lo scorso 21 luglio, giorno delle dimissioni protette.
L’esplosione del distributore del Prenestino era avvenuta lo scorso 4 luglio, l’ex campione di karate, assieme al vice ispettore Marco Neri, erano stati i primi a correre in soccorso di chi era rimasto intrappolato ed il loro coraggioso intervento ha permesso di evitare una strage, anche di bambini. Il bilancio delle due deflagrazioni è stato di un morto (il tecnico 67enne, Claudio Ercoli) e 45 feriti tra cui, appunto, D’Onofrio e Neri che sono stati subito ricoverati con ustioni di secondo e terzo grado e sottoposti a due interventi chirurgia plastica per la pulizia e ricostruzione dei tessuti.
Sono state tantissime le personalità istituzionali andati a trovarli o con cui hanno parlato telefonicamente. In particolare, c’è stata la visita del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. "Siamo contenti ed orgogliosi di voi", ha detto Piantedosi che ha invitato entrambi al Viminale non appena si saranno ristabiliti ed ha anche evidenziato debbano fungere da "esempio per il loro coraggio, determinazione e lucidità che hanno permesso di salvare tante vite umane". Il capo della Polizia, Pisani ed il questore capitolino Massucci si sono recati più volte al Policlinico ed, attraverso la visita del cardinale vicario Baldo Reina, sono arrivati anche i saluti ed il ringraziamento di Papa Leone XIV e della Diocesi di Roma. D’Onofrio ha parlato al telefono anche con Vito Bardi, presidente della Regione Basilicata.
Sul fronte delle indagini, fin dal primo momento, gli investigatori battono la pista dell’errore umano e la Procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati il 58enne autista della cisterna - rimasto anch’egli gravemente ferito - esplosa durante l'operazione di scarico di gas Gpl.
Secondo quanto ricostruito, l’autocisterna, poco dopo le 8 del mattino di venerdì 4 luglio, avrebbe urtato un tubo o una colonnina del distributore in via dei Gordiani. Il gas ha cominciato a fuoriuscire, formando una nube ed il sistema automatico non ha interrotto la dispersione. Quando è arrivata la prima chiamata ai vigili del fuoco, alle 8:00, era già troppo tardi. Sei minuti più tardi si è verificata la seconda deflagrazione, quella davvero terrificante, udita in quasi tutta la capitale.
Gianfranco Aurilio