Ogni scatto raccolto tra queste righe racconta frammenti di felicità. Attimi autentici, impressi per sempre nella memoria, che parlano di un amore puro e profondo, quello che unisce due anime fin dalla nascita: Rossella e Antonio Virgallita. Un legame invisibile, ma incrollabile, che col tempo ha saputo accogliere anche un terzo volto caro, quello di Raffaele. Così diventano tre, inseparabili: una sorella, un fratello, e il fidanzato di lei.
Uniti allora, uniti oggi. Uniti per sempre.
Anche quel giorno d’estate, in un luglio che portava con sé tutte le promesse della bella stagione appena iniziata. Ma fu proprio in quel giorno, vent’anni fa, che un incidente d’auto in Toscana (avvenuto alle 18.45) dove i tre si trovavano per motivi di studio e lavoro – spense la luce dei loro sorrisi. Portò via i loro progetti, le speranze, i sogni. Come raccontano oggi coloro che li hanno amati e conosciuti, quella luce, però, non si è mai davvero spenta. Rossella aveva un sorriso che sembrava eterno, luminoso come l’alba di un giorno sereno. Era una presenza gentile, rara. Non amava i riflettori, ma sapeva come farsi sentire: con piccoli gesti, con parole sincere, con la bellezza della sua discrezione.
La sua timidezza non era un limite, ma una forma di grazia.
E nel tempo trascorso in famiglia trovava conforto e gioia: bastava sentirla parlare di Antonio, il fratellino dagli occhi profondi, per capire quanto fosse forte quel legame. Dopo il liceo, Rossella aveva deciso di spiccare il volo. Firenze le tendeva le braccia, e lei, col cuore pieno di entusiasmo, si era lasciata guidare dal sogno di diventare farmacista.
Aveva voglia di crescere, di imparare, di affrontare la vita da protagonista. Nella città nuova aveva trovato amici, nuove passioni, l’amore.

Antonio, fin da piccolo, aveva quello sguardo intenso di chi guarda il mondo con delicatezza.
Camminava accanto alla sorella come un'anima gentile, sempre presente. Si era diplomato con impegno e aveva trovato il suo spazio nel mondo informatico, ma la sua anima più vera si rifugiava nella musica. Suonava la tromba nella banda del paese: in quelle note c’era tutta la sua essenza. Era un ragazzo di altri tempi, come spesso si dice. Discreto, generoso, riflessivo. Non inseguiva le mode, né i rumori vuoti. Preferiva il passo lento e sicuro, i valori solidi, l’amore vero. In pochi anni aveva costruito una vita ricca, completa, piena di significato. Un lavoro, una fidanzata, la famiglia, gli amici: ogni cosa al suo posto, ogni sogno ancora tutto da vivere. Antonio era pronto. Pronto a spingersi oltre, a costruire il proprio futuro con maturità e cuore puro. Ma quel futuro si è spezzato all’improvviso, in un attimo che ha portato via tutto.
Tutto, tranne il ricordo.
Oggi pomeriggio, alle 19:00, sarà celebrata una messa nella chiesa di San Francesco in ricordo di queste anime belle. Sarà presente mamma Antonietta, poiché papà Nicola, alcuni anni fa, ha raggiunto i suoi angeli in cielo. Il ricordo e l’esempio di questi ragazzi, speriamo, non debbano mai finire.
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