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Emergenza idrica: Carabinieri nelle sedi di Acquedotto lucano, Arpab, Autorità di Bacino e Acque del Sud

28/11/2024



Il Procuratore della Repubblica facente funzioni, Maurizio Cardea, informa in una nota che “nel corso della mattinata odierna, su disposizione di questa Procura della Repubblica, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Potenza e del Nucleo Antisofisticazione e Sanità, nell’ambito delle attività finalizzate ad accertare la regolarità delle operazioni poste in essere per fronteggiare la crisi idrica che interessa i 29 comuni serviti dallo schema 'Basento Camastra' e garantire la sicurezza della popolazione interessata, stanno eseguendo una serie di acquisizioni documentali presso le sedi di Acquedotto Lucano S.p.A., dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Basilicata, dell’Autorità di Bacino della Basilicata e della Società Acque del Sud S.p.A. Contestualmente, unitamente al personale dell’ASP di Potenza, verranno effettuati campionamenti delle acque immesse nella rete idrica per il consumo umano, con successiva analisi chimico-fisica presso un ente terzo.”

Emergenza idrica: Andretta sull’inchiesta della Procura


“Le acque del Basento sono potabili. Sono state effettuate analisi approfondite prima di procedere all’utilizzo delle stesse. Dunque accogliamo positivamente l’iniziativa della magistratura di effettuare ulteriori analisi, che confermeranno l’efficacia delle nostre procedure, e rassicureranno ulteriormente i lucani. Continuiamo a lavorare, in accordo con il Presidente e la giunta regionale, affinchè il servizio di erogazione di acqua pubblica sia garantito con continuità, la salute dei lucani sia tutelata, e non si ripresenti mai più nessuna emergenza”. E’ quanto dichiara l’amministratore unico di Acquedotto lucano, Alfonso Andretta.


 


28/11/2024 - Cgil Potenza crisi idrica Intervento procura



“Apprendiamo con soddisfazione l’intervento della Procura in questa delicata fase di gestione dell’emergenza idrica, accogliendo tra l’altro il nostro reiterato appello affinché si svolgessero delle indagini, anche solo conoscitive, a garanzia della trasparenza e della regolarità della attività svolte dagli enti pubblici preposti, e soprattutto del diritto universale di accesso all’acqua, che è un bene pubblico, e della salute pubblica. Come più volte ribadito dalla Cgil se vi sono responsabilità, anche penali, preseti o passate, è giusto che vengano verificate ed eventualmente perseguite”. Lo afferma il segretario generale Vincenzo Esposito.
"È innegabile - prosegue - che la situazione di oggi sia frutto di una serie di inadempienze accumulate negli anni da parte degli enti che hanno gestito e gestiscono la risorsa acqua, dalla Regione Basilicata ad Acquedotto lucano, dall'ex Ente irrigazione (Eipli) a quello che oggi è Acque del sud. Ci riferiamo nello specifico alle prescrizioni del Servizio nazionale dighe, confermate anche dal presidente della Regione e commissario per l’emergenza, Vito Bardi, nella sua relazione in Consiglio regionale. Interventi non effettuati per almeno quarant'anni e che hanno portato la diga a un contenimento inferiore rispetto alla sua effettiva portata volumetrica per motivi di sicurezza. Tutto ciò è inaccettabile. Paghiamo adesso, con la crisi climatica in corso, lo scotto di anni di incuria di una classe dirigente regionale che oggi, anche se in veste diversa, occupa ancora poltrone e luoghi decisionali di potere. Riteniamo siano tutti corresponsabili della drammatica situazione attuale, classe dirigente di oggi e di ieri, di destra e di sinistra.
Si facciano adesso, nell'immediato, - aggiunge Esposito - tutti quei lavori infrastrutturali indicati negli anni e puntualmente ignorati dal governo regionale e dagli enti preposti. Urgono investimenti strutturali di manutenzione e messa in sicurezza degli invasi per un ripristino della loro capacità volumetrica oltre a interventi di ripristino delle condizioni ottimali di funzionamento della rete idrica. Oggi c' è una questione legata all' emergenza e pertanto la sollecitazione è di intervenire nell' immediato affinché si facciano subito le opere prescritte dal Servizio nazionale dighe, ma ci sono interventi infrastrutturali necessari affinché la Basilicata possa affrontare anche eventuali ulteriori crisi che potrebbero verificarsi nei prossimi mesi, come il completamento delle opere di collegamento degli invasi dallo traversa di Trivigno alle dighe di Genzano e Acerenza e successivamente aggiungendo il collegamento dalla traversa di Trivigno alla Camastra, sulla quale sono stati investiti decine di milioni di euro a oggi ancora inutilizzati, in modo da ottenere una più funzionale interconnessione così come previsto dallo schema idrico comunemente detto "distretto G".
Altra questione da risolvere con immediatezza – sottolinea il segretario generale della Cgil di Potenza - è il mancato collaudo di tutte le dighe lucane, che potrebbero quindi a breve trovarsi tutte nella stessa condizione della Camastra. La situazione di incuria e abbandono in cui versano le dighe lucane è inaccettabile. Saremo vigili affinché gli impegni assunti rispetto al cronoprogramma degli interventi annunciati vengano rispettati”.




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