“Abbiamo ricevuto una mail intimidatoria nella quale ci viene chiesto di correggere il nostro ultimo articolo su Tecnoparco, non rettificare o pubblicare la replica di Tecnoparco, ma alterare e riscrivere il nostro libero pensiero, a dimostrazione della totale mancanza di cultura democratica dei nostri interlocutori, che forse ignorano la libertà di stampa e le regole annesse, confermando quanto noi denunciato da anni sul sistema Basilicata che si cela dietro la distruzione del territorio”.
È quanto si legge in una nota dell’associazione Cova Contro nella quale viene riportata la lettera dello studio Cimadomo attraverso la quale Tecnoparco minaccia di intraprendere azioni legali contro il sodalizio ambientalista.
La nota di Cova Contro
Cosa riporta la risibile nota di Tecnoparco? Secondo loro il colore dello scarico è pienamente a norma, lo afferma pure Arpab dicono. Noi lo scarico lo fotografiamo, preleviamo ed analizziamo costantemente da almeno 3 anni e possiamo dire che Tecnoparco, ed Arpab, si sbagliano e di tanto, infatti finanche sulle vecchie immagini di Google maps da noi conservate prima dell’aggiornamento, si vede come nei periodi di siccità lo scarico alteri il colore del fiume stesso per chilometri. Tecnoparco è furba: evita di parlare della compatibilità dello scarico col flusso minimo vitale del Basento, evita altri argomenti spinosi, ma almeno ammette implicitamente che un nesso tra scarico e fiume esiste: secondo loro lo scempio che noi documentiamo dal 2021 è per loro conforme, ed anche su questo non avevamo dubbi, per loro ogni impatto è pura normalità da sempre.
Scrive Tecnoparco che: “…la differente colorazione dello scarico e del fiume non è conseguenza di un inesistente superamento dei limiti di legge per il parametro colore...” che tradotto cosa significa? Che riconoscono che il fiume cambia colore per il loro scarico ma a causare il problema del colore non è il parametro colore? Oppure due negazioni si annullano e quindi il fiume cambia colore a causa del colore dello scarico? Potevano scriverla meglio, forse ci chiariremo a processo, ma questa frase sa di autoaccusa.
Tecnoparco scrive che è falso quanto scriviamo, ovvero il campionatore automatico ce l’hanno ed è operativo. Ma lo sanno solo loro e forse, chi li controlla episodicamente, il campionatore automatico perchè non è esterno al perimetro dell’impianto? Potevano metterlo allo scarico esterno invece no, tutto in casa, e tutto non pubblicato del resto le analisi del campionatore automatico dovrebbe essere pubbliche invece il sito web di Tecnoparco è un simulacro vuoto di dati. Anzi mentre tempo fa c’erano almeno l’indirizzo e la pec, oggi sul sito web di Tecnoparco non c’è nulla se non una schermata di login: a dimostrazione che trasparenza e Tecnoparco sono due cose opposte. Dicono di rispettare tutte le regole e non pubblicano nulla, strano se lavorassero bene come dicono dovrebbero vantarsi dei loro risultati, invece tutto nascosto, condito di intimidazioni a chi fa domande e solleva dubbi.
Abbiamo pure sbagliato secondo loro a scrivere che non ci sono controlli sulle autobotti in ingresso. Cara Tecnoparco ma se non pubblichi i dati sui controlli in ingresso, noi comuni mortali come facciamo a sapere se li fate e come li fate? Ricordiamo tutti l’imbarazzante audizione di Tecnoparco durante il petrolgate del 2016, quando Scarcelli disse che la radioattività la misuravano con un contatore geiger senza portali o analisi di laboratorio specifiche, ma ora voilà, senza accorgercene, Tecnoparco nell’ultimo decennio è diventata azienda modello che non pubblica i dati, non risponde alle pec, non organizza dibattiti pubblici o visite agli impianti aperte alla comunità, non ha un sito web con i dati ambientali giornalieri ma sono azienda modello! Sarebbe divertente se non fosse tragico.
Quindi Tecnoparco minaccia l’azione legale, perchè sono azienda modello, ci diffidano a correggere l’articolo, dimostrando, con lo studio Cimadomo, di ignorare il benchè minimo rudimento giurisprudenziale in materia di libertà di stampa e diritto di critica: infatti potevano chiedere o la pubblicazione della loro replica (cosa che non ci autorizzano espressamente a fare nella mail, chissà perchè), oppure potevano scrivere un comunicato stampa con la loro versione dei fatti, oppure potevano chiedere al direttore Arpab di scrivere qualcosa tanto avrebbero dato la stessa versione, ma non possono chiedere la correzione di un qualcosa già pubblicato. Questa brutalità espressiva dimostra l’impreparazione dello studio legale autore della nota, e la tracotanza di Tecnoparco, da sempre abituato ad una stampa amica e a dettare agli altri cosa fare. Ma visto che Cova Contro non ha bisogno, nè ha mai chiesto, nè mai chiederà, sponsor o fondi a Tecnoparco, a differenze di numerose associazioni e giornali locali, noi siamo liberi di dissentire e denudare il potere locale. Le azioni legali si fanno e non si minacciano, saremo felici di incontrarvi in tribunale, almeno lì ci potrà essere un contradditorio vero ed anche il parere di consulenti esterni.
A questo link la maggior parte del nostro lavoro su Tecnoparco: https://covacontro.org/tag/tecnoparco-valbasento – https://www.youtube.com/playlist?list=PLjnMK0EU1Y_GiSYzZTJzNEYbzKu7QEcy5
Non ci sorprende che proprio da Cimadomo ci sia arrivata questa intimidazione sguaiata: è l’avvocato dei potenti e dei potentati, difende gli interessi di questo status quo, a lui come docente e come privato cittadino queste immagini non sollevano alcun interrogativo, alcun dissidio morale interiore, l’importante è avere l’incarico legale da Tecnoparco. Cimadomo è loro legale di fiducia da anni, assolti tutti i suoi assistiti nel petrolgate (con tanto di panegirico del giornale amico, Cronache Lucane, il cui editore è stato colpito da interdittiva antimafia un anno fa), e sul web non è difficile trovare l’elenco dei suoi assistiti. Speriamo di vederci in tribunale col “Principe del foro minerario”, auspichiamo che l’intimidazione si concretizzi, nella speranza di restare, vita natural durante, sempre su posizione opposte.

(Una delle foto allegate circa il rispetto del parametro colore del 2021 ad oggi)