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Grottino di Roccanova: il Ministero revoca il riconoscimento al Consorzio

11/04/2022



Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, con un provvedimento a firma di un dirigente della Direzione generale per la promozione della qualità agroalimentare e dell’ippica, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dello scorso febbraio, per effetto della mancanza di “rappresentatività”, ha «ritenuto necessario procedere alla revoca del riconoscimento conferito con il decreto ministeriale 11 luglio 2016, n. 54227, al Consorzio di tutela Grottino di Roccanova e dell’incarico a svolgere le funzioni di tutela, promozione, valorizzazione, informazione del consumatore e cura generale degli interessi di cui all’art. 41, commi 1 e 4 della legge 12 dicembre 2016, n. 238, sulla DOC Grottino di Roccanova”.
Non è il primo caso che capita in Basilicata poiché si è verificata la medesima decisione, con la stessa motivazione, anche per altre produzioni – come nel caso della melanzana dop di Rotonda - che poi sono riuscite ad adeguarsi ed a ottenere un nuovo riconoscimento consortile.
Il “Grottino di Roccanova”, che ha conseguito l’Indicazione geografica Tipica (Igt) nel 2000, si produce soprattutto nel comune di Roccanova, ma anche nei territori di Castronuovo Sant’Andrea e Sant’Arcangelo. Ma, a Roccanova, particolare è il suo invecchiamento che viene affinato nelle caratteristiche grotte del 1700 scavate nella roccia arenaria a una temperatura costante di 8°C circa. Le tre tipologie prodotte sono “Rosso”, “Rosato” (frizzante e amabile) e “Bianco” (frizzante, amabile e passito), ottenute da uve come Sangiovese, Montepulciano e Malvasia bianca e nera.
Il Consorzio era nato nel 2008 e, nel 2016, ne era diventato presidente Giuseppe Chiaradia: il cui mandato è terminato, ma per la pandemia non è stato individuato un successore. Lo abbiamo sentito per definire i contorni della vicenda.
Dottor Chiaradia, questa decisione è stata un fulmine a ciel sereno?

No, non è arrivata certo all’improvviso. Il riconoscimento è stato perso ufficialmente con il decreto del Ministero dello scorso 10 febbraio, ma il controllo dell’Ente certificatore era stato precedente e, purtroppo, non essendovi più la rappresentatività secondo le percentuali previste è arrivato questo provvedimento di cui ero a conoscenza già da novembre.
È dipeso dal numero ridotto di aziende aderenti al Consorzio?
Non rivela il numero delle aziende ma gli ettolitri di vino prodotti nell’area di riferimento. Sono nate altre due aziende ma non in tempo, mentre, le 4 aziende già presenti non coprivano il 70 per cento dell’intera produzione del contesto di riferimento.
Con le due nuove aziende rientrereste nei parametri previsti?
Sì.
Per cui ci sarebbero le basi per un futuro, nuovo, riconoscimento: è il vostro obiettivo?
Il mio mandato è terminato già da due anni ma, per la pandemia, non abbiamo rinnovato le cariche. L’intenzione è di discutere il da farsi entro fine mese.
Ma l’orientamento è proseguire il rapporto con il Ministero?
Sì, innanzitutto faremo entrare le due nuove aziende ed eliminarne altre in difetto con i pagamenti per poi cercare, se possibile, di riottenere il riconoscimento.

Gianfranco Aurilio
Lasiritide.it




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