Renato Iannibelli, sindaco di San Costantino Albanese, come tanti suoi colleghi si trova a fare i conti con i numerosi cani che vagano per le vie del proprio comune, spesso, per colpa dei proprietari. Ecco perché, non potendo nemmeno disporre di agenti di Polizia Municipale, il primo cittadino ha inviato una missiva “all’Azienda Sanitaria di Potenza (di seguito Asp, ndr), alla Prefettura di Potenza ed ai carabinieri” per segnalare “la problematica della presenza dei cani sul territorio comunale” che “oltre a creare un pericolo dal punto di vista igienico-sanitario”, rappresenta “soprattutto un pericolo per l’incolumità”, precisando come si tratti “di qualche randagio” e di amici a quattro zampe “perlopiù di proprietà”.
Segnatamente, facendo leva sull’ordinanza della Suprema Corte del settembre del 2019 - “la 22522” - il sindaco chiede all’Asp, “di predisporre ogni azione per la cattura dei cani sul territorio comunale”, offrendo “la massima disponibilità possibile”.
“Sono stufo di questa situazione - è sbottato con noi Iannibelli - i cani vengono lasciati liberi soprattutto di notte e, oltre che risultare pericolosi, sporcano dappertutto e disturbano la quiete pubblica. Adesso ho deciso di dire basta e segnalare la questione a chi di dovere. Chiaramente i cani non hanno colpe, il problema sono i proprietari che dovrebbero portarli al guinzaglio e pulire quando sporcano”.
Poche settimane fa, avevamo riportato la notizia di un provvedimento, molto più restrittivo ma poi revocato, da parte del Comune di Tursi ispirato dalle stesse motivazioni.
“Parliamo di cani non registrati all’anagrafe canina - ha rincarato Iannibelli - ma questa eventualità, che rappresenta un’ulteriore aggravante , di per sé, non la ritengo un ostacolo insormontabile poiché si potrebbe comunque risalire ai proprietari. Il problema è che i cani devono essere custoditi e, quando sporcano, devono essere i proprietari a ripulire. Facciamo tanto per tenere pulito il paese, ma continuando così non serve a nulla. Abbiamo provveduto ad emanare ordinanze, avvisi ed a fare diversi appelli, caduti tutti nel vuoto e, adesso, facendo leva su quanto affermato dalla Cassazione, mi sono rivolto all’Asp che deve provvedere alla custodia dei cani. Anche perché, poi, si pone anche il problema dell’affidamento ai canili che costa tantissimo e parliamo di cifre che gravano sui bilanci dei comuni e, in particolare, su quelli piccoli come il nostro. In proposito cito un semplice dato: se fossero accalappiati 10 cani, mantenerli al canile ci costerebbe 25 euro al giorno che equivalgono a quasi 10mila euro l’anno. Ecco perché, se l’Asp è il soggetto individuato, provveda magari anche attraverso una convenzione con gli stessi canili”.
Gianfranco Aurilio
Lasiritide.it