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Operazione Iceberg: precisazioni dell’avvocato Davide Pennacchio

4/05/2021



Riceviamo e pubblichiamo una nota dell’avvocato Davide Pennacchio, attraverso la quale il legale esprime alcune precisazioni circa la sua posizione rispetto all’operazione “Iceberg”.


 


La nota dell’avvocato Pennacchio


 


“Gli ormai noti fatti giudiziari dello scorso 27 Aprile 2021, culminati nell’operazione “Iceberg” condotta dalla Questura di Potenza, impongono una riflessione seria e incondizionata. In qualità di avvocato penalista e di socio della società “MAPE Srls”, costituita per la partecipazione al bando indetto dal Comune di Potenza per la concessione del bar all’interno del Palazzo di Giustizia, vorrei esplicitare il contesto investigativo in cui sarebbe maturata la notizia di reato per i fatti che attengono proprio  l’aggiudicazione della gara pubblica in cui la società di cui faccio parte è risultata seconda non aggiudicataria. All’uopo faccio rilevare che non ho mai presentato alcun esposto ovvero denuncia ovvero querela contro nessuno. Sono stato convocato dalla squadra mobile della Questura di Potenza nella primavera del 2018 come persona informata sui fatti al fine di rendere sommarie informazioni testimoniali in ordine a fatti di mia conoscenza e riguardanti alcune irregolarità nella conduzione del bando da parte del Comune. Oltre a me anche il secondo socio, legale rappresentante della società, nonché la commercialista della “Mape srls” hanno conferito, dietro formale convocazione, dinanzi al Procuratore Distrettuale anti-mafia Dott. Curcio e all’ex capo del DAP, Dott. Basentini, nonché ad alcuni uomini del nucleo investigativo. A tal riguardo tengo, ancora, a precisare che la mia azione non ha mai custodito propositi giustizialisti e sono sicuro che gli organi di polizia, prima, e la Magistratura, poi, hanno da sempre condotto attività d’indagini autonome e secretate, come si compete ad ognuno di loro nella regolare spettanza dei ruoli e delle competenze conferitegli dalla legge dello Stato. Da parte mia mai nessun intento ulteriore rispetto alla tutela dei miei diritti ha governato il mio agire. Ritengo, inoltre, che i tempi siano maturi per far valere i miei diritti, tanto come privato cittadino, quanto come socio della predetta persona giuridica, essendo, oggi, soggetto danneggiato economicamente e moralmente dalla condotta di alcuni “amministrativi” della Casa comunale. A tal fine siamo pronti a costituirci parte civile nell’istaurando procedimento penale per ristabilire quel senso di giustizia che è venuto meno nella gestione della res publica”. 




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