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Presentato il Dossier Immigrazione 2020

29/10/2020



Nel 2019 la Basilicata è la terza regione italiana per perdita di popolazione dopo il Molise e la Calabria. Prosegue, pertanto, lo spopolamento delle aree interne a cui si aggiunge l’emigrazione dei giovani con elevati livelli di istruzione, molti dei quali non fanno più ritorno nella terra natia. E’ questo il quadro generale nel quale si collocano i cittadini stranieri che, al 31 dicembre 2019, sono 23.387, appena 271 in più rispetto all’inizio dell’anno. Sono questi i primi dati che emergono dal Dossier Statistico Immigrazione 2020, a cura del Centro Studi e Ricerche IDOS, in collaborazione con il Centro Studi Confronti. Il dossier è stato presentato ieri in modalità ‘’a distanza’’a causa dell’emergenza Covid che ha comprensibilmente prodotto i suoi effetti anche nell’evoluzione del fenomeno dell’immigrazione nell’ultimo anno, tanto che una parte molto corposa dello studio è dedicata proprio allo studio del fenomeno alla luce della pandemia. In Basilicata, nel capitolo curato dalla referente Idos Paola Andrisani, i numeri che riguardano la popolazione straniera restano sostanzialmente stabili rispetto al 2018 (con una variazione dell’appena 1,2%). Gli unici dati in netto calo sono quelli relativi alle presenze nel sistema di accoglienza (il 22,5% in meno rispetto al 2018), e ai minori stranieri non accompagnati (presenti in numero inferiore alle 100 unità e provenienti prevalentemente da Guinea, Bangladesh, Albania, Pakistan, Senegal, Egitto, Gambia, e Mali). In provincia di Potenza risiedono 12.219 cittadini stranieri, mentre nel materano ne risiedono 11.168 (la concentrazione maggiore si registra a Matera e nel Metapontino). La comunità più numerosa resta stabilmente quella romena (38,1%). Rispetto al 2018 risultano in netto calo i titolari di un permesso rilasciato per motivi di protezione internazionale ed ex umanitari, mentre aumentano i titolari di un permesso per motivi di famiglia. Sono anche in aumento le acquisizioni di cittadinanza italiana (+65,9%). Se si analizza il mondo del lavoro è bene evidenziare il divario che ancora persiste tra stranieri e italiani: i primi guadagnano in media 811 euro al mese, mentre i secondi 1.302 euro. Il Covid-19 ha causato numerosi effetti negativi sulla disponibilità di manodopera straniera soprattutto in agricoltura (in particolare nelle aree del Vulture Alto Bradano, Metapontino e Val d’Agri), anche per l’assenza di strutture idonee all’accoglienza.



Non bisogna mai dimenticare le storie dietro ai numeri, perché la statistica serve a sintetizzare e comprendere l’entità di un fenomeno per affrontare al meglio, si spera, future programmazioni, soprattutto politiche. Ma dietro una percentuale c’è la soggettività di una scelta. ‘’La rappresentazione pubblica è stata spesso veicolata da una propaganda politica che ha cercato solo facili consensi anche attraverso fake news’’ ha detto, ieri, nel suo intervento Donato Di Sanzo, collegato dall’Università di Palermo assieme alla sua classe del corso di laurea in Migrazioni, diritti, integrazione, del dipartimento di Giurisprudenza. ‘’I sociologi definiscono questo approccio ‘’riduzione concettuale del fenomeno’’- ha detto- che significa non volere affrontare il tema con la complessità che merita e questo è accaduto anche nelle stagioni in cui arrivavano, sì, migliaia di persone sulle coste del sud Italia ma si trattava comunque di numeri residuali rispetto ad un fenomeno molto più ampio”. Un fenomeno che, nel corso della presentazione del rapporto ieri mattina, è stato raccontato senza mai dimenticare la fitta trama di elementi, motivazioni, condizioni intime o contestuali che spingono i migranti a partire. Dai progetti di inclusione dell’associazione ‘Le rose di Atacama’’ all’azione quotidiana in difesa dei diritti dell’associazione Asgi e di sindacati come Federcolf; dai progetti messi in campo con Fondazione con il Sud, alle azioni del progetto FAMI, che si occupa di monitoraggio della tutela volontaria per i minori stranieri non accompagnati. ‘’Figura, quella del tutore, fondamentale.- ha detto il referente del progetto Giuseppe Marino- Ma ancora i numeri, in Basilicata, sono molto bassi. Bisogna fare di più’’.



Mariapaola Vergallito



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