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Traffico illecito carburante: operazione anche in Basilicata

18/07/2020



Un sodalizio criminoso dedito al traffico illecito di carburante a carattere internazionale è stato disarticolato nell’ambito dell’operazione “Nozze di Cana“.
Più di 200 Finanzieri e Doganieri impiegati in Campania, Lombardia, Puglia, Toscana, Abruzzo e Basilicata, hanno dato esecuzione a provvedimenti emessi dal GIP del Tribunale di Bolzano, che hanno portato all’arresto, a seguito di ordinanze di custodia cautelare in carcere, di sette persone, nonché al sequestro di: n. 3 depositi commerciali di prodotti energetici, n. 13 distributori stradali di carburante, n. 34 tra motrici, semirimorchi e cisterne adibiti al trasporto di carburanti, n. 1 imbarcazione da diporto lunga 18 metri, timbri metallici “contraffatti” destinati alla creazione di falsi documenti di trasporto (DAS); n. 60 rapporti finanziari (fra conti correnti, certificati di deposito, titoli, ecc.), quote societarie e denaro contante fino alla concorrenza di 4,3 milioni di euro (in fase di esatta quantificazione).
Nel complesso, risultano indagate 19 persone per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla reiterata commissione dei delitti di contrabbando di prodotti energetici (art. 40 del Testo Unico sulle Accise), aggravati in ragione della quantità del prodotto commercializzato e della natura transnazionale degli illeciti. Sette società italiane e una società della Repubblica Ceca sono state denunciate anche in relazione alla disciplina sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche prevista dal decreto legislativo n. 231/2001, per non aver impedito e, anzi, per aver agevolato la commissione dei reati di associazione a delinquere finalizzata all’evasione dell’accisa di prodotti della carburazione.
Coinvolti anche 3 impianti di distribuzione carburante del Vallo di Diano per i quali è scattato il sequestro preventivo effettuato dalla Guardia di Finanza di Sala Consilina.
Scopo del sodalizio criminoso era quello d’introdurre dalla Germania e commercializzare, sul territorio nazionale, gasolio per autotrazione spacciandolo, cartolarmente, come “olio lubrificante”, così da evitare il pagamento dell’accisa (l’imposta indiretta sulla produzione di prodotti petroliferi), che, con riferimento al gasolio, grava per circa il 60% sul prezzo al dettaglio (compresa l’I.V.A.), mentre per l’olio lubrificante acquistato in Germania la stessa è pari a zero.
Per realizzare la frode, l’organizzazione si è avvalsa di alcune società “cartiere”.
Al danno erariale come sopra accertato, si deve aggiungere il pericolo potenziale per l’ambiente e i mezzi di trasporto derivante dall’immissione in commercio di prodotti energetici non a norma, che ignari consumatori acquistano presso distributori di carburanti presenti sul territorio nazionale. L’attività illecita, considerato il volume di prodotto illegalmente commercializzato, ha causato anche un’inevitabile distorsione del mercato, penalizzando gli operatori onesti già provati dalla grave crisi che ha colpito il settore.



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