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Al 'Santa Rita' di Noepoli, nell'attesa di conoscere i risultati dei tamponi |
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9/04/2020 |
| Vivere con l’ansia di conoscere i risultati dei tamponi effettuati, mentre la quotidianità, con le dovute restrizioni, deve comunque andare avanti. Perché è una quotidianità di un lavoro delicato, di operatrici e operatori che hanno, sotto la loro responsabilità 23 persone, donne e uomini, alcuni di loro allettati, tutti con una gran voglia di dare e ricevere attenzioni. Su una delle finestre della casa di risposo ‘’Santa Rita’’ di Noepoli c’è, in bella vista, il cartellone bianco con l’arcobaleno e la frase ‘’Andrà tutto bene’’.
Lasiritide ha avuto il privilegio, qualche settimana fa, di ospitare un video di speranza, un saluto, un abbraccio virtuale degli ospiti della struttura, intenti a coltivare l’orto, cucinare, colorare quei cartelloni. E a lanciare, oltre quei cancelli, oltre la valle che circonda Noepoli e oltre i nostri schermi, quel messaggio di speranza.
Ed anche per questo la loro attesa è la nostra attesa. Con l’auspicio che duri il meno possibile, anche se dai primi tamponi sono trascorse oltre 24 ore.
“Gli ospiti vivono la loro quotidianità e sono essenzialmente tranquilli- ci racconta la direttrice Angela Campa- solo quelli più autonomi hanno capito maggiormente quello che sta accadendo però continuamo con tutte le attività cercando di mantenere la calma. Non è stato facile fare il tampone ma per il resto si continua a farli vivere quanto più possibile nella normalità. Nessuno ha sintomi, stiamo tutti bene e questa è l’unica nota di speranza. Le dovute accortezze le abbiamo prese dopo il ritorno del cittadino contagiato dal pronto soccorso di Policoro”.
Ma come si vive in questa situazione? Voi non potete nemmeno uscire.
Tra di noi ci facciamo forza. Ci sono i momenti in cui ci sentiamo più abbattuti ma ci sono anche i momenti in cui riusciamo a farci una risata.
Attualmente quanti operatori siete nella struttura in quarantena?
In tutto sei. 4 operatori, la cuoca e io.
Avete necessità di conoscere il risultato dei tamponi il prima possibile ovviamente
Certo, anche perché tutte le strutture sono collegate da rapporti tra operatori. In particolare, tra l’altro, il direttore della struttura di San Giorgio Lucano è mio fratello. Viviamo sotto lo stesso tetto. Lì gli ospiti sono 22. Sarebbe una tragedia per due strutture. Speriamo di essere riusciti a bloccare tutto.
Mariapaola Vergallito
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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