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Operazione Arsenico: materiale probatorio anche in Basilicata

14/02/2020



I Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza, insieme ai Carabinieri Forestali di Cosenza, hanno eseguito un'ordinanza dispositiva di misure cautelari per il reato di inquinamento ambientale, emessa dal Gip del tribunale di Cosenza che ha anche disposto il sequestro di un depuratore.
Le indagini, avviate nel maggio del 2018, hanno portato a perquisizioni e sequestri anche in siti industriali in altre parti della Calabria, in Puglia, in Sicilia e a Viggiano in Basilicata: ma esclusivamente per fini probatori, poiché questi siti, sulla base di regolari contratti, conferivano i rifiuti alla società che operava a Bisignano.
L’attività investigativa, denominata “Operazione Arsenico”, coordinata dalla Procura della Repubblica di Cosenza, ha portato all’obbligo di dimora nei confronti dell’amministratore e del direttore generale della società affidataria del depuratore di Bisignano.
Le indagini hanno portato alla luce il reiterato sversamento nel fiume Mucone di ingenti quantitativi di rifiuti speciali pericolosi. Durante il giorno l’impianto di depurazione funzionava regolarmente, mentre nelle ore notturne i pericolosissimi reflui industriali finivano nel fiume. Le persone iscritte nel registro degli indagati sono 14.
I prelievi sulla acque del fiume sono stati 102, dai quali sono risultati sforamenti di escherichia coli anche 40 mila volte superiori rispetto alla soglia consentita dalla legge. Ma gli sforamenti sono stati registrati anche per altri agenti nocivi per l’ambiente e la salute.

Lasiritide.it



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