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Caro benzina: una mannaia per i piccoli centri lucani

29/11/2019



La benzina, come il gasolio o il gpl hanno un costo bassissimo per i cittadini degli Emirati Arabi. In Basilicata, invece, è l’esatto contrario. Specialmente nei piccoli comuni interni, dove ancora c’è la possibilità di rifornirsi, il costo è quasi inaccessibile. In altri piccoli centri, purtroppo, come a Cersosimo o a Noepoli, nella Valle del Sarmento, le colonnine sono solo un ricordo sbiadito, al massimo continuano ad essere pezzi da museo. Eppure si parla di una realtà importante per l’intero Paese. In Val d’Agri, gli “Emirati” del vecchio continente, esiste il più grande giacimento onshore d’Europa, con quasi 40 pozzi. Mentre scriviamo, si continua a trivellare, anche se negli ultimi anni c’è stato un rallentamento, per una serie di inchieste. Gli ultimi dati mostrano un rilancio dell’attività estrattiva, anche se i rischi per l’ambiente e la salute, non trascurabili, continuano a creare non poca preoccupazione e ad essere messi sotto la lente d’ingrandimento da cittadini e associazioni ambientaliste. Tanto petrolio, dunque, ma la maggior parte dei cittadini non ne vede i benefici, ad iniziare dalla pompa di benzina. I prezzi, rilevati ieri in una contrada di Lauria, non sembrano aiutarci più di tanto. La benzina costava 1.819, il gasolio 1.709, il blue diesel, l.80. Per il self qualcosa in meno, ma sempre alto: benzina 1.639, gasolio, 1.519, blue super 1.804, blue diesel 1.619. In una Frazione a Pont Suaz - Chaversond ad Aosta, dove giacimenti non se ne contano, il prezzo è più o meno lo stesso. In Basilicata, consultando l’osservatorio dei prezzi, regione per regione, il costo medio risulta essere tra i più alti d’Italia. Le compagnie petrolifere che estraggono nella nostra Regione, Eni, Total, Schell e Mitsui Italia che ha sostituito nella quota di concessione Esso, continuano a fare il bello e il cattivo tempo. L’oro nero, in buona sostanza, diventa oro per le compagnie e nero disperazione e beffa continua per i cittadini e le imprese lucane. Eppure basterebbero un po’ di orgoglio e richieste di buon senso da parte delle nostre istituzioni per chiedere royalty più convenienti e prezzi più bassi, quando possibile, in grado di dare ossigeno ai comuni e rilanciare un’economia che continua ad annaspare nei vari settori. Il tavolo per discutere del rinnovo degli accordi del 1998 sulle attività petrolifere in Val d'Agri in queste ore è aperto, un tavolo che vede più attori, una partita strategica quella che si sta giocando, ma non sulle teste dei cittadini, si spera, e soprattutto senza sacrificare l’ambiente, le foreste, l’acqua. In una parola, il grande patrimonio che il Padreterno ci ha dato. Un’occasione importante, dunque, per il futuro dell’intera Regione, di giovani e meno giovani, sempre che si governi con la testa e la mano sul cuore.

Vincenzo Diego



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