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Ospedale di Lagonegro: sindacato dei medici diffida Barresi |
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27/11/2019 |
| Centro trasfusionale di Lagonegro chiuso di notte, l’Aaroi-Emac di Basilicata, ovvero l’organizzazione sindacale dei medici di Anestesia e rianimazione, ha inviato “una diffida al direttore generale del San Carlo per il pieno ripristino delle attività trasfusionali nell’ospedale di Lagonegro”, in quanto “non sono garantiti gli standard di sicurezza per le emergenze e le urgenze di Pronto soccorso e Punto nascita”.
“La nuova organizzazione delle attività trasfusionali del presidio ospedaliero di Lagonegro - si legge in una nota - che prevede la chiusura notturna delle attività in alcuni giorni non consente di garantire gli standard minimi di sicurezza per la gestione delle emergenze-urgenze emorragiche che si possono verificare al Pronto soccorso e al Punto nascita con circa 500 parti ogni anno”.
A sollevare la questione era già stato il comitato civico “Agorà”.
Il sindacato denuncia “è stato adottato un modello organizzativo nel quale il Centro trasfusionale non è attivo nelle ore notturne, in quanto viene considerato disponibile in rete quello del San Carlo” ma purtroppo “in base alla distanza, l’attesa per la ricezione delle unità richieste è stata ufficialmente stimata all’incirca di 4 ore”.
Come se tutto ciò non bastasse “stando a quanto previsto dalla linee guida aziendali in merito alla gestione di un paziente a rischio emorragico o con emorragia” è previsto che “il trasporto dei campioni per test di coagulazione deve garantire un intervallo di tempo non superiore ai 60 minuti dal prelievo alla esecuzione del test, dal momento che molte variabili possono alterare i risultati dei test (tempo, temperatura, materiale delle provette)”.
“Il mancato rispetto di tale intervallo – prosegue la nota del sindacato – è tanto più preoccupante, in presenza di un Pronto soccorso che rende necessario poter gestire in sicurezza tutte le emergenze, che possano richiedere una imprevista necessità di emocomponenti per il trattamento di uno o più pazienti a rischio emorragico o con emorragia in atto, instabili e non trasferibili presso altre strutture”. Cui aggiungere “che il Pronto soccorso è situato in un presidio ospedaliero che è quello più vicino all’autostrada dove gli incidenti stradali, purtroppo, sono all’ordine del giorno”.
“Tutta questa situazione drammatica è stata più volte segnalata dal direttore e dal personale dell’Unità operativa complessa di Anestesia e rianimazione del presidio ospedaliero di Lagonegro con l’assistenza del rappresentante aziendale dell’Aaroi-Emac”.
Già dallo scorso mese di febbraio, in occasione di una prima riduzione degli orari del centro trasfusionale, il direttore dell’Unità di Rianimazione “aveva fatto presente che, stando alle linee guida dell’Istituto superiore di Sanità sulla gestione delle emorragie post partum, la mancata disponibilità di emocomponenti e/o emoderivati, o il ritardo nella loro somministrazione, possono compromettere la prognosi e la sopravvivenza della donna”.
Insomma, una situazione che mette “a rischio la vita delle persone”.
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