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Senise: fondo senza acqua, il Consorzio chiude tubo che continua a perdere

8/08/2019



Continuano i disagi per gli agricoltori che non hanno pagato la quota consortile del Consorzio di Bonifica della Basilicata.
Segnatamente, parliamo di un terreno di proprietà di Franco Bernardo di Senise che si dice in regola con i pagamenti ma non con la cosiddetta “fondiaria”.
“Non è che non voglia pagare la quota – dice Bernardo – ma sono in attesa della pronuncia della Commissione Tributaria Provinciale, cui ho presentato ricorso”.
L’avvocato Giuseppe Musacchio, amministratore unico del Consorzio, ci aveva spiegato che i ruoli non potevano essere sospesi in quanto la stessa Commissione non si era mai espressa in tal senso.
In proposito, ricordiamo anche che finora le decisioni sono state tutte favorevoli al Consorzio.
Il problema risale allo scorso 14 luglio, quando Bernardo aveva sollecitato l’intervento dell’Ente di Bonifica per un problema di carattere irriguo.
“Si è rotto un tubo – continua – che serve il mio frutteto e, nonostante l’arrivo degli addetti del Consorzio che hanno sezionato il ramo, il tubo continua a perdere con le conseguenze che qualcuno potrebbe anche farsi male. Il Consorzio ha solamente chiuso l’acqua senza procedere al ripristino della funzionalità della rete, tant’è vero che sta continuando a fuoriuscirne, poca, ma continua a venire fuori e questo mi provoca anche altre grosse difficoltà poiché, trovandosi la perdita al centro del mio frutteto, potrei avere problemi al passaggio con un mezzo. Inoltre, il terreno presenta un foro di una sessantina di centimetri formatosi in seguito alla fuoriuscita”.
I danni che rischia di subire Bernardo sono davvero ingenti. “Io ho presentato la domanda per ottenere l’acqua per l’irrigazione, ma non è stata accettata. Se il frutteto seccasse perderei tre anni di lavoro, poiché questo è il tempo necessario dall’innesto affinché inizi a produrre. Per cui parliamo di danni complessivi quantificabili in circa 60 mila euro, cui aggiungere altri 20 mila euro per il reimpianto del frutteto”.
Dopo aver constatato la perdita, Bernardo ha contattato nuovamente il Consorzio. “Ho risegnalato che il tubo continua a perdere ma nessuno è più tornato. Da quello che ho intuito, se non si è in regola con il pagamento, non viene effettuata la riparazione. Anche se non mi è stato detto in questi termini”.
Quindi, l’Ente di Bonifica prosegue nella sua linea secondo la quale ogni proprietario moroso non potrà chiedere l’acqua per l’irrigazione.
Ma la rivendicazione di Bernardo è la medesima di ogni altro della zona. “Gli agricoltori non vogliono pagare un tributo che ritengono iniquo per una serie di ragioni, tra le quali una vecchia delibera comunale che prevedeva la realizzazione delle rete per l’irrigazione quale contropartita per la costruzione della Diga”.
Sulla questione, ricordiamo che Musacchio, da noi intervistato, rispose di non aver mai ricevuto alcuna disposizione scritta che sollevasse il senisese dall’obbligo del pagamento della quota consortile.

Gianfranco Aurilio
lasiritide.it


Intanto stamattina è prevista una grande manifestazione a Villa d'Agri per chiedere al Consorzio meno burocrazia, più efficienza, più attenzione alle agricolture dei territori, interventi infrastrutturali e, cosa non secondaria, capacità di ascolto.
La manifestazione di oggi degli agricoltori, come spiega la Cia in un comunicato, della Val d’Agri per protestare contro la gestione del Consorzio Unico di Bonifica di Basilicata è un ulteriore segnale di esasperazione nel mondo agricolo della valle (e non solo) in particolare per servizi e prestazioni che il Consorzio deve garantire. Lo sostengono in una nota congiunta Cia-Agricoltori Val d'Agri e Cia-Agricoltori Potenza ricordando le proposte avanzate al termine dell’incontro pubblico svolto presso l’Hotel Kiris di Viggiano il 4 luglio scorso con la partecipazione di numerose aziende agricole professionali, della dirigente provinciale della Cia Giovanna Perruolo, di Sindaci ed Amministratori locali con gli interventi del Presidente del Consiglio Regionale Carmine Cicala, del Consigliere Regionale Aliandro e concluso dal Coordinatore della Cia Donato Distefano. Per noi – è scritto nella nota – le rivendicazioni, identiche a quelle alla base della manifestazione di oggi a Villa d’Agri, sono sempre più attuali.
In sintesi:
1) Dare piena attuazione a quanto previsto all’art. 2 comma 2 della legge regionale n. 1/17, istitutiva del Consorzio Unico di Bonifica di Basilicata, relativamente ai compiti e le funzioni delle 3 unità operative territoriali previste nei comprensori di bonifica (Val d’Agri, Melfese-Alto Bradano e Bradano-Metaponto). Si propone di definire un organico piano per dare concretezza ed operatività ad un presidio organizzativo-funzionale rispondente alle caratteristiche e ai bisogni dell’areale asservito e che risponda adeguatamente alle effettive esigenze dei Consorziati e dei servizi da erogare, prevedendo in modo coerente personale, attrezzature e una pianificazione delle attività in linea con i servizi e gli interventi da garantire ed erogare.
2) Nell’ambito delle attività per la definizione del piano generale di bonifica, irrigazione e tutela del territorio, considerata la vastità e le forti differenze presenti nei territori consortili asserviti ed in particolare a quanto riconducibile al soppresso Consorzio di Bonifica della Val D’Agri (comprendente anche gli areali del Senisese, del Lagonegrese e del Mercure), definire un piano di classifica in grado di rendere sostenibile il sistema impositivo che ne consegue e che deve far riferimento a criteri oggettivi e tangibili, riconducibili a reali e misurabili benefici generati sul patrimonio immobiliare e fondiario presente. Così come particolare attenzione va rivolta al beneficio connesso alla tutela ambientale e di valorizzazione dello spazio agro-rurale che costituiscono componenti paesaggistiche rilevanti.
3) Nella determinazione dei costi dell’acqua è necessario introdurre dei coefficienti perequativi e correttivi che devono tener conto delle rese medie produttive per ettaro e del valore medio della produzione realizzata.
4) Per la programmazione della campagna irrigua e per le prenotazioni della risorsa idrica a fini irrigui, in maniera semplice, per le aziende professionali - titolari di Fascicolo Aziendale (AGEA) - è opportuno utilizzare i dati aggiornati del Fascicolo quale strumento certificativo sia delle superfici condotte che dei piani colturali interessati dal fabbisogno irriguo.
5) Semplificare e sburocratizzare il sistema di assegnazione della risorsa idrica per fini irrigui per i piccoli proprietari e per modesti quantitativi, richiedendo una semplice dichiarazione di unica di conduzione (cosa già prevista dalle normative in merito alla costituzione del Fascicolo Aziendale per parcelle agricole ubicate in area montana con una estensione inferiore a 5.000 mq).
Accelerare la messa in sicurezza della diga di Marsiconuovo che a regime potrà rappresentare - per la sua strategica collocazione - una soluzione significativamente vantaggiosa destinata ad abbattere i costi di gestione oltre che offrire un grande opportunità per l’agricoltura e l’economia dell’area attraverso l’ampliamento delle superfici servite, così come non è da sottovalutare la possibilità di “sfruttare” il vettoriamento per la produzione di energia idroelettrica.



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