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'Nelle sorgenti di Montemurro contaminazioni da attività industriali'

9/02/2016



Dopo aver letto lo studio della Prof.ssa Albina Colella intitolato: “Anomalous deep waters gurgling to the surface and impacting soils in the Val d'Agri oil field, Southern Italy. International Journal of Ecosystems and Ecology Science, pp. 533-542, (2014)” siamo tornati nelle zone d’indagine del medesimo studio, raccogliendo le segnalazioni di abitanti locali che riferivano di colorazioni anomale in due sorgenti situate nei pressi delle celebri polle studiate dalla Prof.ssa Colella.

Come desumibile dal materiale fotografico ed audio-visivo raccolto, queste sorgenti mostrano una colorazione anomala e purtroppo anche marcate anomalie chimico-fisiche. Le analisi chimiche svolte presso un laboratorio accreditato hanno rilevato, per due dei tre campioni prelevati nell’ottobre 2015, a circa 2 km dal pozzo ENI-Costa Molina 2 e denominati ( 17 – 18 – 19 ), quanto segue.
Il campione 17 prelevato direttamente dalla sorgente, aveva idrocarburi a 100 mcg/l, ed una pesantissima contaminazione da fenoli (12 mg/l) a fronte di un limite di 0,5 mcg/l; quindi i fenoli erano 24 mila volte superiori alla soglia di legge, l’alluminio sforava di 15 volte il livello previsto dal dlgs 31/2001 per le acque potabili, così come il ferro a 7 volte la soglia di legge per le acque di sorgente. Sforavano i limiti di legge anche: selenio, solfati, stagno, sodio e nitrati nonché l’indice di alcalinità SAR, che secondo la legislazione europea era per questo campione di quarta fascia, ossia l’acqua era così alcalina da non poter essere usata neanche a scopo irriguo.
Gli altri due campioni, 18 e 19, sono stati prelevati da un’altra vicina sorgente, il primo al punto di affioramento, l’altro nell’alveo che da essa si formava. Come per il campione 17, anche il 19 aveva diverse contaminazioni, sia secondo il dlgs 152-06 che secondo il dlgs 31/2001 per ferro oltre soglia, manganese 13 volte i limiti di legge, arsenico poco oltre soglia (10,5 mcg/l), solfati oltre il doppio del limite e nitriti oltre quattro volte la soglia. Strana la presenza dello stronzio, oltre 70 mcg/l, ma sicuramente preoccupanti i fosfati rinvenuti che non dovrebbero proprio comparire nell’acqua di sorgente eppure a Contrada La Rossa arrivano a 33 mg/l, come anche pesantissima è la contaminazione anche qui da fenoli, 12 mg/l a fronte di un limite di 0,5 mcg/l; quindi la concentrazione di fenoli anche in questo campione sarebbe 24 mila volte la soglia di legge lì dove prevista. Nel campione 18 invece non sono apparse contaminazioni in termini di legge, tuttavia degna di approfondimento è la presenza sempre di stronzio, e le tracce di: arsenico, bario, boro e fosfati ( quest’ultimi non dovrebbero comparire neanche in traccia ) eppure anche questo campione sembra conservare l’alone della medesima impronta chimica del campione del suo alveo, il 19: questo fenomeno fa pensare ai casi già documentati nel mondo, di inquinamento, anche ad intermittenza, causato da attività petrolifere, per esempio la re-iniezione, che nel suo corso può intercettare corpi idrici sotterranei che a causa dopo di numerosi fattori, dalla pressione antropica alla conformazione idrogeologica, si trova poi costretta a sfogare i suoi effluvi in superficie oppure intercettando nel suo flusso gli stessi bacini idrici da cui poi sgorgano le acque sorgive.
Le analisi sono state finanziate da cittadini organizzatisi nella raccolta fondi “Analizziamo la Basilicata”, e tutta le documentazione prodotta è stata consegnata alle autorità competenti affinché si faccia luce su un fenomeno che desta forti sospetti non sull’inquinamento, ormai accertato per l’area in questione, ma sulla lentezza ed apparente negligenza delle autorità preposte ai monitoraggi ambientali ed alla prevenzione sanitaria: anche queste negligenze, dolose o no, saranno al centro delle nostre iniziative legali.


Giorgio Santoriello – Associazione Cova Contro



Link video ( fonte Prof.ssa Albina Colella ):









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