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Giro d'Italia 2020:c'è ancora spazio per le proposte dai Comuni al sud (anche in Basilicata) |
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15/05/2020
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| Il giro di Italia 2020 toccherà solo di striscio la Basilicata. I lucani potranno vedere sfrecciare i loro beniamini a due ruote solo nella nona tappa Castrovillari – Brindisi, percorso che prevede l'attraversamento del metapontino sulla 106 jonica. Tappa completamente pianeggiante che parte costantemente in leggera discesa fino a raggiungere la costa ionica che segue fino in Puglia. Dopo Taranto si attraversano le Murge (sfiorando il Salento) fino a Brindisi. Volata sicura per il gruppo compatto.
Il Covid19 ha stravolto anche i piani del giro di Italia che non partirà più come previsto da calendario a Budapest. Le prime tre tappe erano previste all'estero. Dopo la pubblicazione del nuovo calendario Uci che sovrappone il Giro a ben tre Classiche monumento come Liegi-Bastogne-Liegi (il 4), Giro delle Fiandre (18) e Parigi-Roubaix (il 25), il Giro d'Italia si svolgerà dal 3 al 25 ottobre, data che potrebbe anche essa saltare se il mondiale in Svizzerà salterà. Allora il Giro potrebbe anticipare la data d'inizio.
Le prime tre tappe devono quindi essere ridisegnate e qui si apre anche lo spiraglio di rivedere una tappa in Basilicata.
Mauro Vegni, direttore del Giro d'Italia, ha spiegato quali sono le opzioni in un’intervista concessa alla Gazzetta dello Sport: “Le tre tappe previste in Ungheria saranno recuperate di sicuro al Sud: abbiamo un paio di soluzioni, la Sicilia è una di quelle. Ma potremmo anche scegliere altre regioni come Calabria, Campania, Basilicata, Puglia. Dobbiamo parlare con i vari Comuni e al momento non è semplice. E poi dobbiamo avere certezze sul calendario definitivo“.
Quindi: è possibile, anche in vista di un rilancio turistico in questo difficile periodo, che i Comuni lucani, magari per qualche bella tappa di montagna, si facciano avanti, da soli o in cordata, per capire se ci siano le condizioni per riavere il Giro d'Italia in terra lucana?
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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