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Serie D, Picerno. Dal dramma all’integrazione: la straordinaria storia di Buba |
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19/11/2018
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| Sentiamo spesso dire che lo sport può essere un fondamentale veicolo di integrazione, che consente ai più sfortunati di superare anche le peggiori difficoltà e di realizzare sogni e raggiungere obiettivi che appaiono preclusi a chi nasce in determinate zone del nostro pianeta. Ed è esattamente quanto capitato a Boubacar Sambou (nella foto con il dg Enzo Mitro al momento della firma), giovane calciatore del Picerno che proprio ieri, con un magnifico pallonetto, ha messo a segno la terza rete nel match vinto dai melandrini primi in classifica contro la Sarnese.
Buba, così lo chiamano tutti, è nato il giorno di capodanno del 2000 a Sifoe in Gambia. Da lì, spinto dalla madre che non voleva perdere un altro figlio, è scappato in pullman nel 2016 per sottrarsi a una pratica che aveva già causato la morte del fratello. Il viaggio è stato lungo e l’arrivo in Italia è stato preceduto da diverse tappe, anche drammatiche. “Sono stato prima 7 mesi in Senegal – ci dice proprio Buba – dove ho lavorato a Moutemia come muratore, per poi trasferirmi in Libia”. Il passaggio in Senegal era necessario per procurarsi il denaro per arrivare lì, in Libia. Nel posto che le cronache dipingono come un vero e proprio inferno per chi, dall’inferno, è già in fuga. “Dormivo in una stanza con 40 persone e ci costringevano a lavorare dalla mattina alla sera”. Per lavoro non se ne intendeva uno in particolare, ma qualsiasi cosa servisse, anche per 18 ore al giorno, in regime di totale schiavitù. “Di quelli che dormivano con me, ne sono morti 10”. Ma lui ne esce vivo e finalmente arriva la possibilità di raggiungere l’Italia con un barcone. La traversata dura 2 giorni e il freddo e la paura di non sopravvivere la fanno da padrone. Durante queste 48 ore moriranno in tre. Ma ad aprile del 2017, finalmente, lo sbarco sulle nostre coste, a Reggio Calabria. Quindi l’arrivo in Basilicata, accolto dalla comunità di San Fele, dove resta fino a novembre per poi trasferirsi a Salandra, nel centro di accoglienza per profughi “Tolbà” che avvia l’iter per la richiesta di asilo politico con l’aiuto dell’avvocato Francesca Notaro.
Dopo la breve parentesi calcistica con la maglia del club potentino, viene tesserato in Prima Categoria proprio dal Salandra. Le sue qualità sono straordinarie, calcia indifferentemente con il destro e il sinistro e segna 8 gol in sole 11 partite, conditi da una quantità industriale di assist. La cosa non passa inosservata agli occhi di Gianfranco Terranova, il suo attuale procuratore, che decide di scommettere sulle qualità di Buba e, ritenendolo già pronto per fare il grande salto, lo propone al Picerno, cui era già stato segnalato dall’attuale team manager Antonio Mele. “Appena lo vidi – ci racconta Terranova –mi resi subito conto che la Prima Categoria gli andava stretta e chiesi a Gianfranco Tubito, un dirigente del Salandra, il nulla osta per fargli sostenere un provino che sapevo si sarebbe fatto a Picerno e lui glielo concesse senza opporsi minimamente”.
“Quando ho portato Buba a fare il provino – continua il procuratore – era presente Enzo Mitro che rimase impressionato dal suo talento. Da lì a pochi giorni si è concretizzato il passaggio al Picerno, con la mediazione professionale degli avvocati Diego Costantini e Alessandro Pisacane di Lecce, con i quali collaboro”.
“Ci tengo a sottolineare – conclude Terranova – che oltre a seguirlo sotto il profilo calcistico, noi stiamo facendo veramente di tutto affinché gli venga riconosciuto il diritto d’asilo. Lo seguiamo quotidianamente passo dopo passo, e in quest’ottica abbiamo provveduto alla sua iscrizione a scuola a Potenza affinché completi il percorso di integrazione a 360 gradi. A tale proposito vogliamo esprimere tutta la nostra gratitudine nei confronti di Enzo Mitro, di Antonio Mele e di tutta la società picernese”.
Ma la carriera di Buba è solo all’inizio. “Sogno di diventare un grande calciatore. Ringrazio il mio procuratore Gianfranco, Diego ed Alessandro, la società del Salandra e Tolbà. Ora sono davvero molto felice di essere a Picerno, mi stanno aiutando tantissimo tutti: Picerno è una grande famiglia. Ringrazio Enzo Mitro, la società e Mister Giacomarro, ma anche Natina con la famiglia. Adesso sono felice e spero di realizzare tanti altri gol con questa maglia”.
Gianfranco Aurilio
lasiritide.it
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
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