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Confartigianato: “radar” leggermente positivo nel Materano

9/09/2025

La difficoltà di assumere il personale; la mancanza o il deterioramento delle infrastrutture; la concorrenza dei cosiddetti Paesi in via di sviluppo a basso costo del lavoro; le crisi geopolitiche; le cyber minacce; l’indebitamento bancario. Questi i fattori principali di crisi evidenziati dal 5° Radar Artigi@no realizzato dal Censis per Confartigianato e presentato nella due giorni «Match point - L’impresa nella normalità del disordine» a cui hanno partecipato Rosa Gentile e Gerarda Bonelli, presidente e direttrice Confartigianato Matera.

“Il report conferma che la carenza di manodopera qualificata è tra i problemi principali delle nostre imprese, al pari della pressione burocratica, fiscale e del caro-energia, e ne mette a rischio le prospettive di sviluppo - commenta Marco Granelli, presidente di Confartigianato -. L’evoluzione dell’artigianato deve essere alimentata con competenze della forza lavoro sempre più all’altezza delle transizioni digitali e green perché c’è in gioco il futuro delle nuove generazioni, delle imprese e del made in Italy». Tra le altre criticità ci sono il caro energia (67,6%), i dazi imposti da Trump che impauriscono le aziende mentre quasi una su due teme o subisce le crisi delle filiere di riferimento senza dimenticare il mix burocrazia, scadenze fiscali e accesso al credito. Il digitale è diventato pervasivo in quasi i due terzi delle funzioni aziendali. Le nuove tecnologie si rivelano un asset chiave per consolidare il rapporto con i clienti e il 77,5% delle aziende artigiane personalizza la produzione secondo desideri, preferenze e specifiche dei consumatori”.

Per Rosa Gentile il “radar” nel Materano segnala un leggerissimo dato positivo con 39 nuove imprese artigiane iscritte al primo semestre dell’anno contro 31 cessazioni. In totale le imprese sono 3200, di cui 1162 nei servizi, 998 nelle costruzioni, 694 nell’industria e 343 nel commercio. Ma nello stesso periodo del 2024 le ditte artigiane nel Materano erano 3255.

“Risultano necessarie modifiche e integrazioni al Piano Transizione 4.0 – aggiunge Gentile - per rendere la misura alla portata delle PMI dell’artigianato, del commercio e dell’impresa diffusa. La legge di bilancio 2025 ha infatti profondamente cambiato l’impianto dell’agevolazione che fino allo scorso anno aveva garantito un reale volàno anche per le imprese di piccole dimensioni. In particolare, per garantire alle imprese maggiori certezze nelle decisioni di investimento, si sollecita un più ampio plafond di spesa per il credito d’imposta 4.0 relativo agli investimenti da effettuare entro 31 dicembre 2025. In generale bisogna attrezzare le nostre pmi a superare la fase di incertezza e l'A.P. artigianato del Dipartimento Sviluppo Economico può contribuire a ridare slancio".



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