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Recensione:“Ascoltami” un romanzo di Anne Delaflotte Mehdevi

20/07/2017

Clotildhe ha quattro figli che ha appena accompagnato a scuola all’inizio del nuovo anno scolastico. Il distacco è stato doloroso per i due gemelli David e Adele al loro primo giorno di scuola. A mezzogiorno Clotildhe viene chiamata dalla direttrice perché Madeleine, la maggiore delle sue figlie, è scomparsa e nessuno riesce a trovarla.
Clotildhe, accompagnata da Bello, il suo enorme cane bianco, va alla ricerca della figlia in un bosco. Grida disperata il suo nome, attraversa un fiume, si immerge nel fango, e infine la ritrova. Ma a causa delle urla disperate non ha più voce…l’aria passa nel vuoto..”
Per Clotildhe inizia una nuova vita, comincia a curarsi con la foniatra e usa una lavagnetta, gessi e un computer per comunicare. Gli specialisti le dicono che può riacquistare la voce perché le corde vocali sono a posto ma è necessaria una lunga rieducazione. Le viene consigliato di farsi aiutare dalla signora Maisonneuve, una insegnante di canto, perché il canto può aiutare a superare la balbuzie e rieduca la respirazione.
Clotildhe ama la musica, è diplomata al conservatorio in pianoforte, ha fatto studi di linguistica comparata e parla piuttosto bene tre lingue. Intraprende un viaggio dentro se stessa per recuperare l’antica vocazione di musicista che aveva sacrificato per essere madre di quattro figli e moglie di Vincent, un pilota d’aereo sempre in viaggio che la ama profondamente ma non la accompagna e sostiene nel suo nuovo cammino….” Ma io devo ripartire tra due giorni! Cosa succede qui? Una scappa. L’altra perde la voce..! “.
Vincent, che è bello come Paul Neuwman, come il figlio Antoine preadolescente, come le amiche Corinne, che ha un supermercato, e Alix, botanica e donna d’affari, vogliono spingerla a curarsi con iniezioni di cortisone nella laringe. Non sanno accettare Clotildhe muta che si ostina a intraprendere la carriera di cantante lirica.
“Una voce interiore disse: “Qualcuno? Come può, signora, dire una cosa simile? Come corre! Crede che, a essere madre, si sia nessuno?” “Si…insomma, no, voglio dire, voglio essere: ‘giusto qualcuno’. Non sempre e soltanto quella creatura che è la madre, che dà la vita, insegna il linguaggio e la morte, che tesse legami che deve imparare a sciogliere. Mi sentivo così a volte quand’ero soltanto madre. O l’opposto di quel personaggio universale e potente: mi sentivo come una bestia, giusto un corpo sottoposto a dei cicli di metamorfosi e a scossoni. Non voglio essere tutto o niente, invisibile, idealizzata, l’uno o l’altro è la stessa cosa…. Voglio che mi lascino essere madre in pace, e per questo bisogna che io sia ‘giusto qualcuno’. E poi non l’ho detto forte, l’ho soltanto pensato fra me e me. Non lo dica a nessuno.”
Per Alix Clotildhe cura l’allestimento di un negozio “ Anima mundi”, che venderà con grande successo, i saponi, profumi, le essenze,le erbe che l’amica produce e coltiva.
Per tre anni Clotildhe lavorerà con certosino impegno. Scoprirà che “nella musica c’è tutto..” e sorprende tutti rompendo il silenzio, non più con le parole, bensì con un canto di cristallo, magnifico e perfetto. E il canto della sua anima, restituita intatta agli affetti più veri, quelli che di tanto in tanto è necessario riscoprire, riaccendere e sempre coltivare. Diventa una cantante capace di emozionare i suoi ascoltatori, di farli rimanere incollati alle sedie. Solo nell’ultima delle 306 pagine del romanzo ritroverà la voce,ed è la voce di Clotildhe donna che ha saputo realizzarsi contro tutto e tutti e prima di tutto contro le sue paure, incertezze, cadute, sensi di colpa come amica, madre e moglie.
Il romanzo è ricco di personaggi minori come Baptiste..” l’lluminato, la fatalità di Levayze, quasi una bandiera…”, il padre di Clotildhe, il signor Athilaire, che era stato uno scienziato di fama e macinava farine rinomate nel vecchio mulino in pietra nel quale abitava sugli argini del fiume. Athilaire non si era ripreso dalla morte per cancro della moglie che adorava. E ancora il coro dell’abbazia e suor Magdalena e la …” signora Maisonneuve che suonava aspettandola..” E Nicolas, un uomo senza parola per un grande dolore, che si innamora di Alix.
Dopo “La rilegatrice del fiume”, Anne Delaflotte Mehdevi ambienta anche la sua seconda storia in Francia, in Borgogna. “ Levayze per Clotildhe bambina era le vigne e l’abbazia… è appollaiata in cima a una collina calcarea, nel cuore di una terra che non offre né montagne vertiginose né un oceano scatenato. E’ un posto di boschi bui, saturi di profumi, di humus, di prati a conca aperti che ondeggiano sotto il cielo…di vini corposi, di sidro dolce…Contrade di abbazie millenarie..”, così decisive per la musica e il canto che impregnano le pagine del romanzo.

Particolarissimo, intenso, musicale. Trama inusuale, incentrata esclusivamente sulla protagonista e sulla sua protesta inconscia: la perdita della voce come manifestazione esterna della perdita di identità. Una storia d'amore, amicizia e istinto materno, raccontata con profonda sensibilità da un'autrice abilissima nel tratteggiare le delicate sfumature dei sentimenti.

Bella 20 luglio 2017 Mario Coviello




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