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Cortigiani, vil razza dannata…

16/04/2012

Anche l’operetta piange sulle ingiustizie d’un popolo, quello italiano, quando Rigoletto urla: “ cortigiani, vil razza dannata, per qual prezzo vendeste il mio bene? A voi nulla per l’oro sconviene…”. Ingiustizie fatte e subite in una terra condannata a rimanere amorale. Caro, nobilissimo Presidente Napolitano, da noi amato come compagno di lotte prima e come garante della libertà poi, con quanta amarezza accogliamo le sue parole su chi evade le tasse. Quasi che in quella frase vi si possa leggere una nota di disperato rifiuto per ciò che siamo oltre un’evidente rassegnazione. Ma quando il male è grande il bisturi deve scende in profondità a scavarne le radici, se si vuole estirparlo. Per guarire un malato bisogna rimuovere la causa della sua malattia e non curarne il sintomo. E allora, amatissimo Presidente, bisogna che noi cominciamo ad aprire la parte per poterci guardare dentro. Facciamolo ponendoci una domanda: perché gli italiani cercano disperatamente di non pagare le tasse? La risposta è intorno a noi, purtroppo. Scuole fatiscenti, giustizia che non funziona, sicurezza imbavagliata ( e ogni sentenza sulle stragi ci fa chiedere a cosa serva un apparato di sicurezza che non trova mai un colpevole), sanità inefficiente, e si potrebbe continuare per molto ancora. Eppure ci sono milioni di italiani che sopportano il peso di una pressione fiscale da “provincia romana”. Ma allora cos’è che non va? Come mai fiumi di soldi prelevati ai cittadini dall’erario non si trasformano poi in servizi utili ed efficienti? La risposta è anch’essa sotto ai nostri occhi: la classe politica, a cui anche lei signor Presidente appartiene, usa i soldi dei contribuenti per sostentare se stessa e i propri amici e per garantirsi una permanenza al potere duratura nel tempo. I soldi pubblici vengono buttati nelle grandi opere senza criteri di economia, vengono sfruttati dalle mafie, vengono usati per l’assistenzialismo, per il clientelismo. Vengono sperperati in una pubblica amministrazione sovradimensionata ed inefficiente. Vengono spudoratamente rapinati dai partiti politici e dalle aziende municipalizzate, dai consulenti ammanicati, dai fornitori privilegiati. Avete mai dato un’occhiata alle cause di servizio concesse agli statali? Senza farla troppo lunga, per dirla con un’espressione popolare: un magna magna. E i soldi delle tasse purtroppo non basteranno mai, perché insaziabile è la bramosia dell’uomo, soprattutto quella dell’uomo senza morale. Il suo Governo, caro Presidente, chiamiamolo pure “suo” in senso buono, anche se costituiva l’unico rimedio possibile in quel momento non si è rivelato affatto utile alla guarigione del malato. È come se ad un paziente con un’appendicite acuta Mario Monti avesse somministrato della morfina per fargli passare il dolore. Queste cose le sanno molto bene sia i mercati che la Comunità Europea quando parlano di riforme strutturali nel nostro Paese. Presentare un pareggio di bilancio può significare anche solo scrivere dei numeri nelle colonne in entrata. Se dall’altra parte poi c’è gente che si brucia innanzi agli uffici di equitalia, che noi abbiamo sempre paragonato ai sicari del principe Giovanni nella fiaba di Robin Hood, questo non importa a nessuno. A nessuno tranne che a lei, nostro amatissimo, e lo diciamo con cuore sincero, Presidente. A lei deve importare perché è prerogativa del Presidente della Repubblica farsi garante della Costituzione. Quindi leggiamone insieme qualche articolo e vediamo se tutti i conti tornano: “L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”; le pare Signor Presidente che il lavoro sia garantito nella nostra Nazione? “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”; le pare che la legge elettorale con la quale vengono da sei anni eletti i nostri politici garantisca al popolo la propria sovranità? “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”; le sembra che, quando per avere una visita specialistica un cittadino deve aspettare sei mesi o più, quando rimane senza lavoro per vent’anni o per tutta la vita, quando persone muoiono nelle corsie dei pronto soccorso in attesa di una visita, quando si creano le pluriclassi scolastiche, quando si concedono pensioni non sufficienti alla sopravvivenza, ecc. ecc. le sembra che in questi casi, purtroppo comuni, i diritti inviolabili dell’uomo vengano garantiti e riconosciuti?”. “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Di fronte a quali leggi, signor Presidente, devono essere uguali i cittadini? Quelle che alcuni scrivono per se stessi? O quelle che addirittura non vengono scritte per niente, come ad esempio condannare a venti anni di lavori forzati chiunque sperperi o rubi o non giustifichi lo spreco di soldi pubblici provenienti dalle case sequestrate a famiglie ridotte in mezzo ad una strada? O ci riferiamo a quelle leggi che perseguono e puniscono senza pietà cittadini sfortunati che vi incorrono casualmente, tanto per giustificare l’esistenza di coloro che siedono sugli scranni dei tribunali? E per quanto riguarda la dignità: privare una persona della propria, unica abitazione per rimpinguare le casse di uno stato sprecone, le pare salvaguardarne la dignità. Autorizzare costi di riscossione e tassi di interessi esagerati da parte di equitalia, le pare salvaguardare la dignità dei cittadini. Requisire l’unica automobile con cui un padre di famiglia si reca a lavoro, le pare salvaguardane la dignità? Ma andiamo pure avanti. “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Imporre solo a metà dei cittadini di uno Stato un fisco che li condanna a vivere quasi in povertà, barattando questa iniquità con l’inefficienza della pubblica amministrazione e quasi costringendo professionisti e dirigenti che in essa operano a cercare nell’illegalità i mezzi per un miglioramento della propria condizione sociale, magari adeguata alle proprie capacità e ai propri meriti, le sembra coerente col rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale? Sequestrare case, stipendi, auto a persone a cui non è rimasto altro oltre a ciò che serve per sopravvivere significa forse rimuovere le cause che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione alla vita economica del paese? Continuiamo a citare qualche altro articolo : “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”. ”Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”. ”La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica”. “Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. “È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio”: ma poi lo Stato gli sequestra l’unica casa, l’unica auto e magari una parte dello stipendio, usando quel danaro per ingrassare la “corte ghiottona”. “La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose”. “Protegge la maternità, l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo”: c’è da chiedersi in che modo protegga? Togliendogli il tetto sopra la testa o l’auto per essere accompagnati a scuola o in vacanza o fors’anche all’ospedale? Forse protegge la maternità varando i licenziamenti facili, che saranno una minaccia costante per chi vorrà avere un figlio e sfruttare la legge sulla maternità? “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”: abbiamo già visto prima come tutela, in molti casi, la salute e come crea gli indigenti. Qui potremmo solo aggiungere i Ticket sanitari e i farmaci di fascia c. “La scuola è aperta a tutti”: ma si può chiamare scuola un’aula dove ci sono alunni appartenenti a tutte e cinque le classi elementari? “La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni”: la riforma del mercato del lavoro che era nelle intenzioni del Ministro Fornero ne è una chiara dimostrazione. “Cura la formazione e l'elevazione professionale dei lavoratori”. “Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro”. “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa”: andiamo a vedere le retribuzioni degli statali o ancor più quelle dei lavoratori e delle lavoratrici del terzo settore che devono adeguarsi a quanto la politica e la pubblica amministrazione ritiene di dover pagare per i servizi al cittadino. “La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore”. “Le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione”: anche in questo caso la proposta originaria sui licenziamenti facili spiega benissimo le intenzioni dei riformatori del mercato del lavoro riguardo a questo punto. “La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione”: ci chiediamo se tuteli anche i diritti dei minori che risiedono nel resto del mondo e grazie allo sfruttamento dei quali noi occidentali beneficiamo di beni a basso costo? Con questo ci fermiamo dal momento che ciò che ci premeva era solamente dare un’idea di come la Costituzione, su cui la nostra Nazione si fonda, venga sistematicamente ignorata “nella sua essenza”. Continuare a leggerne gli articoli e paragonarli alla realtà che quotidianamente viviamo sarebbe un vero e proprio supplizio. La nostra conclusione, amatissimo Presidente, è che uno Stato così amministrato è un pozzo senza fondo. La sensazione comune è che i servizi erogati e previsti dalla Costituzione siano di gran lunga al di sotto di ciò che dovrebbero essere, quando non sono del tutto assenti. Che la differenza tra le somme incassate dallo Stato e ciò che dovrebbe costare una gestione ordinata ed onesta della cosa pubblica si perda nei meandri del malaffare, della malavita organizzata e non, della mafia dei colletti bianchi e della mala politica. Questo non dovrebbe importare al cittadino che ha l’obbligo, anch’esso costituzionale, ed è certamente singolare vedere come questo articolo venga applicato con solerzia e pedanteria, di contribuire allo sviluppo ed al benessere comune, se non fosse che quest’obbligo dovrebbe essere esteso a tutti e reso indissolubile dagli altri obblighi come quello dell’equità di fronte ai doveri nei confronti dello Stato e quello di operare nel rispetto della legalità. Quei soldi che l’erario riceve, ricordiamolo, non sono di proprietà dei politici anche se questi in molte occasioni e con tanta disinvoltura ne fanno un uso quasi personalizzato bensì sono dei cittadini ai quali costano lacrime, sangue e soprusi. Il suo discorso nella giornata del volontariato quindi, caro signor Presidente Napolitano, potrebbe rappresentare un ottimo epilogo della storia morale della Repubblica ma ci lasci dire che come prorogo lascia molto a desiderare. Se non si provvederà ad aggiustare la nave nessuno potrà mai condannare una legge universale come quella del “ si salvi chi può, la nave affonda” così bene applicata da molti evasori fiscali.

Antonio Salerno






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