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Recensione:Aldo Giannuli “Classe dirigente”

8/07/2017

Il libro di Aldo Giannuli “Classe dirigente” - Mappa del potere in Italia fra la seconda e la terza repubblica, di 368 pagine, edito dalla Casa Editrice Ponte alle grazie ed acquistabile al prezzo di 16 euro, si propone di fare una ricognizione dei processi in atto per capire dove stiamo andando.

E per farlo sviluppa due approcci di metodo: l'analisi internazionale e la prospettiva storica.
Nel mondo della globalizzazione non esistono isole autosufficienti ai fini di quel che accadrà in Italia non è affatto indifferente.
Se nell'impatto IIII, ci sarà una ripresa della crisi finanziaria o se la Cina realizzerà la sua via della seta come, se Trump riuscirà a togliere le sanzioni a Mosca o no, se la City si trasferirà a Milano o no.
Le variabili sono molte e non può dare una schematica mappa dei problemi e delle tendenze in atto.
Di qui la necessità di alzare gli occhi su tutto il campo da gioco e non guardare solo all'orto italiano.
Nel periodo della dittatura fascista in Italia, vi era un solo partito a governare, in quanto gli altri partiti furono spazzati via con le leggi emanate dal regime fascista.
Ma dopo la sua caduta che ha sancito la fine del regime dittatoriale e ripristinata la democrazia, i partiti antifascisti che durante il regime dittatoriale di Benito Mussolini, operavano nella clandestinità, escono allo scoperto e iniziano esercitare attività politica come la DC,il PCI, il PSI ecc.
La Dc ed i suoi alleati ha governato il nostro paese per molti anni fino al 1992 anno in cui fu spazzata via dal ciclone “Tangentopoli”, in cui erano implicati politici ed imprenditori.
Dalle macerie dei partiti inquisiti nascono nuovi partiti e movimenti e soprattutto si assiste all'irrompere sulla scena politica di Silvio Berlusconi che fonderà FI vincendo le elezioni politiche del 1994.
Dopo il berlusconismo durato quasi 20 anni alterati da governi di centro sinistra, si arriva alle elezioni del 2013 che avrebbero dovuto cambiare in positivo le sorti del nostro paese con un leader vincitore in grado di risolvere i problemi del nostro paese, non saranno né vincitori né vinti, per cui si è costretti a nominare un governo con ministri del centro destra e del centro sinistra e premier Enrico Letta, ma durerà poco in quanto nel 2014 Letta si dimette e viene nominato Premier Matteo Renzi definito da molti “Il rottamatore” che oltre a cercare di risolvere problemi del paese da quello della disoccupazione a quello della riduzione delle tasse si propone un programma di radicale cambiamento del Paese.
A livello costituzionale voleva modificare la nostra Costituzione ormai vecchia di quasi 70 anni, ma il suo tentativo è stato respinto anche se questo non significa che l'assetto istituzionale del paese sia finito e non ci saranno altri tentativi del genere, ne che all'attuale assetto sia più soddisfacente e, su questo assetto si scontreranno governati e governanti nei prossimi anni.


Biagio Gugliotta




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