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Viggiano: “Immigrazione: dalla tolleranza all’inclusione”

29/05/2017

“Immigrazione: dalla tolleranza all’inclusione”: questo il tema affrontato in un incontro a Viggiano, venerdì 26 maggio, presso il Centro Sociale, promosso dall’Associazione Bene Comune per contribuire a creare una società multietnica e a frenare, a causa di pregiudizi e luoghi comuni, il diffondersi anche nelle nostre piccole comunità di una malcelata insofferenza nei confronti degli immigrati.
Il Presidente dell’Associazione, Vittorio Prinzi, nel suo intervento introduttivo ha ricordato come in passato gli italiani siano stati pionieri della mobilità e specialmente nel secolo scorso protagonisti di ondate migratorie in Paesi europei, nelle Americhe, in Australia… (e i viggianesi “con l’arpa al collo” sono stati i pionieri nel migrare in ogni parte del mondo) , come dalla storia si evincano chiaramente i notevoli benefici, vantaggi e addirittura successi ottenuti dagli emigrati italiani, pur a costo di duro lavoro, sofferenze e umiliazioni, e come dalle cronache appaia che essi non siano stati affatto migliori dei migranti che oggi arrivano e si stabiliscono nel nostro Paese, poiché anche loro perpetravano delitti e violenze ed erano, al tempo stesso, oggetto di discriminazioni e pregiudizi di ogni genere. E cita, a tal proposito, il libro di G. A. Stella “L’orda, quando gli albanesi eravamo noi”, una ricostruzione ricca di fatti, personaggi, documenti, aneddoti, storie ignote, dove appare l’altra faccia della grande emigrazione, quella che vorremmo nascondere per raccontare a noi stessi che quando eravamo noi gli immigrati eravamo “diversi”. Memoria corta degli italiani! Non è esattamente così… e dovremmo partire da questa consapevolezza per non essere preda degli impresari politici della paura, che preferiscono alzare il livello dell’allarme sociale, utilizzando la parola “invasione”, assolutamente falsa alla luce delle cifre dei migranti che arrivano e si stabiliscono in Italia. E’ solo superando i luoghi comuni e le paure nei confronti degli immigrati che si può creare una “società delle culture”, dinamica nella promozione di un’accoglienza che diventi inclusione.
A fornire dati e considerazioni più dettagliate sul tema è stato don Michele Palumbo, Parroco di Marsico Nuovo e responsabile diocesano della Fondazione Migrantes, il quale ha introdotto la sua relazione “La Basilicata tra emigrazione ed immigrazione” affermando che emigrazione ed immigrazione sono le due facce della stessa medaglia, delle “migrazioni”, un fenomeno storico-antropologico che nasce dalla natura stessa dell’uomo, protagonista “in cammino” nella storia della civiltà dei popoli. L’Italia e la Basilicata, ieri terre d’emigrazione, oggi sono terre di emigrazione/immigrazione: a fronte dei circa 4 milioni e 800 mila italiani nel mondo iscritti all’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero), tra cui 122 mila lucani, ci sono oltre 5 milioni di stranieri residenti e con cittadinanza in Italia, di cui poco più di 18 mila in Basilicata. I più numerosi sono i rumeni sia in Italia (22,6%), sia in Basilicata (45,1%), seguiti dagli albanesi (rispettivamente il 9,8% e il 9,3%). La presenza degli stranieri è maggiore ovviamente nelle regioni in cui esistono più opportunità di lavoro (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Lazio…), con un 36% di professioni non qualificate e forti disuguaglianze retributive. Particolare attenzione merita la comunità cinese (5,3%), sia perché la più “silenziosa”, sia perché è molto dinamica nel settore artigianale e commerciale, dove si impone con grande competitività.
Occorre – afferma ancora don Michele – considerare oggi l’immigrazione come un’opportunità per i migranti e per il nostro Paese, che come altri in Europa registra un basso tasso di natalità e un alto tasso di invecchiamento della popolazione (si assiste ad un vero e proprio “suicidio” dell’Occidente), che si può contrastare solo attraverso l’inserimento di famiglie giovani e numerose. Nel mondo del lavoro la popolazione straniera è non solo utile ma indispensabile in alcuni settori produttivi e soprattutto nel settore dei servizi (57,6% in Italia e 47,4% in Basilicata). Nell’anno scolastico 2014/2015, gli alunni stranieri nelle scuole italiane erano 814.187, il 9,2% del totale degli alunni, con un aumento rispetto all’anno precedente di 11.243 unità (+ 1,4%); di essi 2.500 circa sono in Basilicata, in prevalenza nella scuola dell’infanzia e primaria (54%). Pochi ancora gli iscritti nelle nostre Università.
E sotto i nostri occhi, ormai – conclude don Michele – una società multietnica, destinata a crescere, con la quale fare i conti e dialogare, nel rispetto delle diversità, per integrarsi e creare una pacifica, civile e fruttuosa convivenza.



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