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Castelsaraceno: inaugurato il Museo della Pastorizia

11/04/2017

E' stato inaugurato il Museo della Pastorizia a Castelsaraceno, un luogo in cui emerge il talento di reinventarsi da parte di una comunità restando nonostante ciò legati alle proprie radici. Prima del taglio del nastro e degli ingressi alla struttura, si è svolto un incontro nella sala Auditorium – completamente riammodernata dal punto di vista architettonico e dell’efficienza energetica – in cui è stato condiviso il progetto museale, le visioni, le competenze e gli investimenti che lo hanno allestito e pensato.
Ha introdotto l’incontro, l’intervento del sindaco di Castelsaraceno, Rocco Rosano che con orgoglio, ha sottolineato la vocazione agrituristica del territorio, in cui il Museo è da considerarsi un tassello fondamentale e che nei prossimi mesi potrà essere potenziato con la realizzazione del ponte tibetano più lungo al mondo. Tra le ambizioni del Museo, che stimola l’immersione del visitatore nel patrimonio materiale e immateriale del borgo di dubbie origini saracene, quello di incentivare nuove imprenditorialità nel settore agro-silvo-pastorale. Adiacente all'ingresso un Bookshop che avrà anche un angolo dedicato a Farmer Market, una vetrina promozionale dei prodotti agroalimentari locali.
A progettare, concettualmente, il percorso museale è stato Ferdinando Mirizzi, professore dell’Università della Basilicata, che ha elaborato uno schema quadripartito dei luoghi, già definiti dal punto di vista architettonico, in cui la Memoria va a intersecare lo Spazio, il Tempo e i Saperi di una saggezza da valorizzare. Tale visione è stata coordinata e realizzata poi dalla Space Spa, che ha progettato una fruizione multimediale e polisensoriale del materiale ricercato. Il metodo, che pensa agli strumenti con un labor limae dei contenuti, discende direttamente dalla convinzione di far emergere e di preservare dai filtri e dagli artifici il carattere genuino delle testimonianze che hanno scritto quella Storia. Una Storia illustre per le orme discrete, le tracce rispettose del contesto geografico e della biodiversità che hanno abitato. Sono Petra Grigoletti e Sara Esposito a relazionare sulle tecniche e l’impostazione che la società pratese ha seguito per il conseguimento del lavoro di allestimento, che nell’andamento dello story telling e nella moltiplicazione dei linguaggi di comunicazione si è perfezionato. Il materiale video-fotografico è stato in parte donato dagli abitanti di Castelsaraceno e in parte realizzato ad hoc dalla regia esperta e sensibile di Mario Raele della RVM Broadcast srl di Matera. All’ombra della scenografia punteggiata dalle Arpe della Scuola Viggianese che con il loro Ensemble hanno impreziosito la conclusione della serata, l’incontro è proseguito con gli interventi del presidente del Parco Nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra, e del presidente del Parco Nazionale dell’Appennino lucano Val d’Agri Lagonegrese, Domenico Totaro. Le loro parole hanno approfondito la vocazione turistica della Basilicata, le potenzialità che le terre lucane sono in grado di attuare in particolare a proposito di un turismo slow e green, se la qualificazione dell’offerta si offre in maniera qualitativamente autorevole. Le loro parole si riagganciano a un punto nodale emerso nell’intervento del prof. Mirizzi, ovvero la difficoltà di pianificare una strategia gestionale che alimenti, in maniera continua e costante, la linfa ri-creatrice delle piccole strutture museali. La disponibilità a sostenere il progetto museale è stata condivisa dai presidenti dei due Parchi, che hanno riconosciuto nel Museo della Pastorizia un importante baluardo delle identità regionali, delle tradizioni ma anche di una proiezione turistica che abbracci una rete territoriale più ampia di quella comunale. Ha concluso questa premessa espositiva e didascalica della cerimonia di inaugurazione, l’intervento di Luca Braia, Assessore Regionale alle Politiche Agricole e Forestali, che ha argomentato la convinzione di poter continuare ad alimentare percorsi di crescita della Basilicata che investano proprio sulla produttività delle filiere di produzione agricola e zootecnica. Le sue parole chiosano con la necessità di investire su progetti sistematici di educazione alimentare, di sostenibilità ambientale, traiettorie che a Castelsaraceno sono un solco già avviato, con lungimiranza e co-progettazione, dall’amministrazione comunale mesi fa con NaturalMensa.
Un’euforica e cospicua partecipazione all’evento, ha invaso poi le sale museali, scarpinando e orientando con la meraviglia di chi si riconosce in un orizzonte di immagini che aveva posto in sordina e che ora emerge declinando, in modo estroverso e costruttivo, il sentimento della nostalgia. La struttura è dotata anche di un’aula con postazioni informatiche e lavagna LIM, ideale per corsi di formazione, attività di studio e ricerca.
La ricerca delle proprie radici, combinata alla necessità di ampliare la propria rete stilistica, imprenditoriale e professionale, faranno del Museo della Pastorizia un crogiuolo di sensazioni e saperi dove l’utopia si manifesta nei bei luoghi dei suoi paesaggi umani, antropologici e naturalistici. E la politica che intercetta esigenze e risorse autoctone, con finanziamenti mirati e apprezzamenti, adempie alla sua funzione morale di governare le opportunità di sviluppo del proprio territorio.




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