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| Buon viaggio maestra |
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15/07/2025 | La prima volta che aprii un quotidiano fu in quinta elementare. Lo ricordo bene perché eravamo proprio in classe, a lezione, nell'aula al primo piano che dava sul piccolo giardino del plesso San Pietro, su viale De Gasperi a Senise. La lettura dei giornali aveva uno scopo legato all'attualità: la Guerra del Golfo, scoppiata in quelle settimane, era il primo conflitto che entrava nelle case di tutti senza chiedere permesso, senza dare ai genitori la possibilità di filtrare sangue e bombe fosforescenti nel buio della notte. Tutto grazie all’avvento, tra le altre cose, dei telegiornali su ogni rete televisiva.
Non si tratta di fare la storia della televisione italiana o del giornalismo. Si tratta di ricordare la persona che decise di portare quei giornali in classe e di accompagnare i suoi alunni verso la comprensione di quello che stava accadendo, per avere gli anticorpi necessari allora e, forse, nel futuro.
Quella persona non c’è più da ieri.
A 84 anni ci ha salutati la maestra Maria Carlomagno. Maria Elena Roseti in Carlomagno, esattamente.
Quando muore la maestra è come se andasse via, inesorabilmente, quel lungo viaggio di esperienze indimenticabili che hanno rappresentato i cinque anni di scuola elementare. Il mio, il nostro, è stato quello a cavallo tra gli anni Ottanta e i primi anni Novanta. Un secolo fa, sembrerebbe; oppure è appena ieri.
Maestra integerrima, “unica” (per fortuna la riforma ci sarebbe stata solo qualche anno dopo) e per questo una di famiglia; è con lei che abbiamo vissuto direttamente alcune delle notizie che non dimenticheremo mai di aver ricevuto, come quando accade qualcosa di talmente grande che ricorderai per sempre cosa stavi facendo nel momento in cui lo hai saputo: la morte di Sandro Pertini, “Il” Presidente; la morte di don Egidio Guerriero, avvenuta in una delle ultime ore di scuola prima che la campanella suonasse annunciando l'inizio delle vacanze estive.
E poi: i temi infiniti, le poesie imparate a memoria, la matematica sempre croce e mai delizia, la festa dell’albero, le recite scolastiche con la corona del re mago appuntita e di carta, di un oro accecante, e quella canzone lunghissima che raccontava il Natale; la festa in occasione dei suoi 50 anni, il 4 febbraio del 1991, con alunni e genitori arrivati alle 7 del mattino per allestire la classe a festa.
Restano solo i ricordi belli. Quelli che ti rimangono dentro e che non dimentichi mai veramente, ma ricompaiono a volte, come ieri, come oggi, quando capita che un pezzo di strada — una delle più importanti della vita — all’improvviso resti senza l’ombra del compagno di viaggio più importante.
I passi, gli insegnamenti, i ricordi... quelli vivranno per sempre.
Mariapaola Vergallito |
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