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Recensione:il libro di Gianfranco Marrone “Roland Barthes Parole chiave”

11/02/2017

Il libro di Gianfranco Marrone “Roland Barthes Parole chiave” di 244 pagine, edito nel 2016 dalla Carocci editore, ed acquistabile al prezzo di 19 euro, mette in rilievo la figura di Roland Barhtes come teorico mancato forse da annoverare qui con la meticolosa ricerca da una rassicurante determinazione entro le maglie della tradizione letteraria, oppure non crea un semplice scrittore a dispetto del fatto che anche nell’alveo vasto e variegato e cangiante dei generi letterari, nessuna delle sue opere trova spazio: si tratta di una posizione di principio, basata più su sparute dichiarazioni dello stesso Barthes (lette in estrema superficie) che su un’effettiva comprensione che dei suoi più concreti intenti di pensiero.
Per questo scrittore poliedrico ciò che conta è il romanzesco non il romanzo, la lunga e complessa gestazione dell’opera lavorativa non la sua effettiva realizzazione.
Negli ultimi anni della sua vita Barthes sembra abbandonare ogni disposizione sistematica, preferisce semmai come illustrato nel piacere, mettere a nudo la prassi edonistica della funzione letteraria e far scaturire che essa era una vera propria teoria estetica della frammentazione, come risulta ben chiaro nella lezione, egli è portato a fingere di riproporre in termini obiettivi idee e concetti che si staccano da idee ed obiettivi, da idee o concetti.
Ed è proprio il dispositivo discorsivo della finzione che diviene parte integrante della nuova persone del pensiero barthiano.
Negli anni successivi alla contestazione giovanile Roland Barthes ripete spesso che l’esibizione della liberazione e della marginalità sono solo sulla via di una latente istituzionalizzazione. Da ostinato seguace di Brecht, mantiene un atteggiamento intellettutale vigile, in cui l’apertura ad un’etica del piacere ha un carattere prettamente strumentale, ed il modo migliore di coniugare l’istanza critica con quella affettiva- personale è l’assunzione in presa diretta della parola letteraria.


Biagio Gugliotta



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