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Senise, l’AC parrocchiale ha celebrato ‘la Giornata della Pace’

16/01/2017

Ogni anno l’Azione Cattolica sceglie di vivere il mese di gennaio invitando tutta l’Associazione a riflettere e a confrontarsi sul tema della PACE. L’incontro unitario è avvenuto nel centro parrocchiale “Don Egidio Guerriero”, a Senise, nello stesso giorno in cui si è celebrata la giornata del rifugiato. Animatori e conduttori sono stati i ragazzi, destinatari privilegiati e soggetti attivi del processo di educazione alla pace, laboratorio comunitario che ogni società civile dovrebbe gestire con la massima cura. La presidente parrocchiale dell’AC Maddalena Marcone e l’assistente spirituale Nicola sac. Caino hanno fatto gli onori di casa, aprendo i lavori con i saluti di rito. Proprio a loro due, prima dell’inizio dei lavori, abbiamo chiesto di illustrare ai tanti lettori della siritide.it le ragioni che hanno spinto l’AC a voler confrontarsi e riflettere su un tema così attuale e importante come quello della Pace. Da dove parte questo impegno e come si manifesta. Perché la PACE è un dono di Dio da invocare, ma anche un’opera da costruire insieme, col contributo di tutti i soggetti in ogni fase della vita; come il Vero, il Bene, il Bello, è un VALORE ASSOLUTO da proclamare, realizzare e praticare, un BENE da proteggere e tutelare con l’impegno di tutti e di ciascuno. E’ in quest’ottica che l’Azione Cattolica parrocchiale di Senise ha promosso una giornata di sensibilizzazione per la PACE, aperta a tutti i settori associativi e a tutti i gruppi, associazioni. movimenti che operano e collaborano con la Chiesa locale.

“L’ impegno parte innanzitutto dal sentirsi cristiano e figli di Dio e quindi fratelli con tutti, andare incontro all’altro, creare un clima di pace dentro di noi e intorno a noi, perché l’uomo non è individuo è persona e quindi, come tale, centro di relazione. Vivere una relazione fondata sull’accoglienza, sulla tenerezza, sulla sensibilità, sul rispetto, sulla solidarietà, significa coltivare la pace interiore e anche la pace esterna, non solo nell’ambito famigliare, ecclesiale della parrocchia, ma anche come accoglienza rispetto al diverso, all’altro che arriva anche nella nostra comunità. Ogni anno il mese di gennaio è interamente dedicato a questa opera di sensibilizzazione e di educazione alla pace. Questo impegno si manifesta con un percorso che viene svolto in tutti i settori dell’AC, nei ragazzi, giovani, giovanissimi e adulti, leggendo, riflettendo su brani scelti, proponendo figure di operatori di pace che hanno marcato la storia non solo italiana ma anche del mondo intero che possono costituire un modello valido da imitare”.

All’assistente spirituale don Nicola Caino, abbiamo chiesto un commento sull’interessante titolo di questo 50° anniversario della giornata della pace: “La non violenza stile di una politica per la pace” sottolineandone lo stile provocatorio che richiama ad una precisa responsabilità della politica rispetto a tutte le grandi questioni che occupano il nostro tempo, intesa non solo come realtà che riguarda solo i partiti politici, ma anche come realtà che riguarda la nostra vita quotidiana.

“Il Santo Padre ci ha invitato a fare della pace uno stile di vita ecco perché il titolo di questa 50^ giornata della pace, ci vuole proprio invitare ad assumere uno stile per il bene della comunità. Non a caso si parla di politica nel senso più ampio del termine alla luce dell’etimologia greca che è il bene della città. Sicuramente, noi stimolati anche da ciò che il papa ha affermato nel suo messaggio che abbiamo avuto modo di meditare e leggere il 1° gennaio nella giornata mondiale della pace, vogliamo far sì che la pace diventi nella nostra comunità e nel nostro piccolo, uno stile di vita. L’AC parrocchiale ha voluto sensibilizzare qui a Senise, tutta la comunità perché si possano creare sempre di più ponti e s’innalzino sempre meno muri. Non a caso, l’AC ragazzi che viene coinvolta in maniera più decisiva come espressione del futuro, ha come slogan in questo mese di gennaio proprio costruire la pace, perché la pace non è un qualcosa che va declamato o annunciato, ma va costruita o meglio è una persona che va fatta entrare nelle nostre vite che è Gesù Cristo”.

Ad aprire l’’evento sono stati i ragazzi dell’AC che hanno declamato alcune poesie e scritti sulla pace di San Giovanni Paolo II e Santa Teresa di Calcutta, accompagnati da momenti musicali, ad opera, dei ragazzi dell’ACR e ACG. Molto interessante la testimonianza di una famiglia cristiana pakistana rifugiata in Italia a causa della guerra e dell’odio religioso, ospitata presso lo SPRAR di Senise gestito dalla Senis Hospes. La famiglia, che vive a Senise assieme ai due figli, ci ha raccontato, con l’ausilio della traduzione di suor Pasqualina, tutta la vicenda della loro vita e il perché della loro presenza in Italia dopo la fuga dal Pakistan per effetto di una forte persecuzione dei cristiani. Hanno fatto una scelta di vita per vivere da cristiani fuggendo dalla loro terra. Lei musulmana ha abbracciato la religione cattolica per amore verso il marito e questo ha procurato in loro una forte persecuzione. La religione musulmana, infatti, non concede alle donne di sposare un cattolico e per questi motivi il marito ha rischiato la vita, arrivando anche ad un tentativo di omicidio. Problemi anche per i loro figli su cui hanno fatto spesso pressioni per inculcare loro la religione mussulmana nella scuola. Vivere da cristiani in terra pakistana è molto pericoloso, perché una volta individuati, incendiano le loro case. Loro hanno avuto una grande forza a lasciare il Pakistan e venire in Italia per avere salva la vita. A Senise vivono serenamente in pace e possono professare con libertà la religione cattolica. Ripensando a quei momenti, la famiglia ha sottolineato il pericolo di quando si sono visti braccati nella loro casa con l’intento di uccidere il marito che era cristiano. Ed è proprio in quel momento che la ragazza ha scelto di convertirsi al cristianesimo e oggi si sente soddisfatta di vivere in una famiglia tutta cristiana e crescere i propri figli cristianamente. Rapporti con la famiglia di lei non esistono, perché anche loro hanno tentato di sterminarli per le stesse ragioni.

L’iniziativa ha avuto il suo culmine nella Celebrazione Eucaristica serale, con l’auspicio che la Liturgia della Parola abbia avuto per tutti noi il suo naturale prosieguo nella Liturgia della Vita.

Vincenzo Diac. Terracina



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