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ACQUEDOTTO LUCANO,abbattere i consumi di energia elettrica

11/11/2016

Nel corso del convegno “Acqua Corrente” illustrate le tre fasi del Piano: ammodernamento degli impianti, produzione di energia da fonti rinnovabili, nuova strategia di gestione.

Abbattere i consumi di energia elettrica rappresenta una delle priorità di Acquedotto Lucano. In una regione che si estende per circa 10 mila chilometri quadrati, gran parte dei quali montani e collinari, i consumi principali di energia (il 70 per cento) derivano dalla necessità di sollevare l’acqua, oltre quelli necessari alla gestione dei depuratori (23 per cento) e di tutte le altre attività (7 per cento).
Costi che ogni anno ammontano a 20,5 milioni di euro, più di un quarto dell’intero bilancio della società che gestisce il servizio idrico integrato in Basilicata.
Acquedotto Lucano ha un piano per ridurre i consumi di energia dagli attuali 133 ad 80 gigawatt l’anno, con un risparmio che in termini economici varrebbe oltre sei milioni di euro l’ann0; senza considerare i benefici per l’ambiente: le emissioni di anidride carbonica in atmosfera si abbatterebbero di 16 milioni di chili l’anno.

Il programma per l’efficientamento gestionale ed energetico delle reti e degli impianti di Acquedotto Lucano è stato presentato nel corso del convegno “Acqua Corrente”, che si è svolto questa mattina a Potenza e che ha visto la partecipazione – nelle sue due sessioni - di alcuni tra i maggiori esperti italiani del settore, nonché di rappresentanti istituzionali come Alberto Biancardi -commissario dell'Autorità per l'energia elettrica il gas e il sistema idrico (Aeegsi)-, Giordano Colarullo - direttore generale di Utilitalia -, Ernesto Gargano - vice procuratore generale della Corte dei Conti della Basilicata-, Michele Vita - amministratore unico di Acquedotto Lucano -; a chiudere i lavori, di fronte ad una sala gremita - è stato il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella.

“Il Piano – ha spiegato Vita - prevede tre fasi di intervento: la prima è di valutazione delle performance energetiche e di revisione e ammodernamento degli impianti di sollevamento; la seconda interesserà la produzione di energia da fonti rinnovabili per soddisfare parte del proprio fabbisogno; mentre la terza fase riguarderà la strategia di gestione degli adduttori e delle reti. Quest’ultima fase, in particolare, prevede tra le altra attività la riduzione della pressione dell’acqua immessa in rete: nella pratica attuale, infatti, il nostro sistema acquedottistico è caratterizzato da pressioni eccedenti le reali esigenze per un’adeguata distribuzione all'utenza, ciò determina un aumento delle perdite idriche e conseguentemente un incremento dei volumi di acqua da pompare. Sarà opportuno – ha proseguito Vita - affiancare alle procedure gestionali, strategie di risparmio energetico e di valorizzazione delle fonti rinnovabili”.
Per realizzare il Piano proposto saranno necessari circa 20 milioni di euro per le prime due fasi ed ulteriori 30 milioni di euro per la terza fase.

L’amministratore unico di Acquedotto Lucano si è, inoltre, soffermato sugli interventi di cui necessitano gli impianti di depurazione: sono 178 quelli attualmente gestiti dalla società, che insieme alla Regione Basilicata sta affrontando il problema della procedura di infrazione comunitaria. “La Commissione europea – ha spiegato Vita - ha censito in tutto il territorio nazionale 817 agglomerati che risultano essere non conformi alle norme; di questi, ben 500 interessano le regioni del sud e, in particolare, 40 riguardano la nostra regione. Abbiamo già approntato un piano di ristrutturazione e adeguamento, supportato da importanti investimenti tutti candidati a finanziamento con copertura a valere su specifici fondi. Nei prossimi giorni, sottoscriveremo un accordo di partenariato con la Regione, che consentirà gradualmente di utilizzare questi finanziamenti”.

“Infrazioni a parte – ha concluso l’amministratore unico di AL - gli impianti di depurazione attualmente assorbono il 23 per cento della bolletta energetica. L’efficientamento e l’ammodernamento dei sistemi di trattamento e smaltimento dei reflui, sia dal punto di vista energetico che dal punto di vista delle nuove tecnologie, risulterà significativo ai fini della riduzione dei costi di esercizio, che dovrebbe comportare una ulteriore riduzione dei consumi del 20 per cento”.

Nell’ultimo anno, Acquedotto Lucano ha puntato su due linee di sviluppo: efficienza e innovazione; concentrandosi innanzitutto sulla riorganizzazione aziendale, una nuova architettura dei processi e sistemi di misurazione delle performance.
E’ stata realizzata la fusione per incorporazione della società di progettazione in Acquedotto Lucano SpA; il servizio di contact center è stato internalizzato; sono stati mappati gli interventi di manutenzione con l’acquisizione della documentazione fotografica in maniera tale da tracciare ogni intervento eseguito; è stata introdotta e regolamentata la nuova procedura dei provvedimenti amministrativi (delibere dell’Amministratore Unico e determinazioni dirigenziali), procedura che è stata anche informatizzata.
Contestualmente, è stata intensificata l’attività di recupero della morosità i cui risultati ottenuti nell’ultimo periodo lasciano ben sperare sull’esito di tale azione: alla data del 31 ottobre, infatti, gli incassi complessivi da utenze presentano un incremento di oltre il 14% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Un ulteriore apporto all’attività di recupero del credito potrà senz’altro arrivare dal decreto del 22 settembre scorso con il quale il ministro dell’Economia, Padoan, ha concesso ad Acquedotto Lucano l’autorizzazione alla riscossione coattiva tramite ruolo: sono pochissimi in Italia i gestori del Servizio idrico integrato ad averla ottenuta.
Non meno importante, l’attività svolta – attraverso un avviso pubblico - per acquistare l’edificio che ospiterà gli uffici di Potenza: l’operazione, oltre a patrimonializzare la società, comporterà nell’arco di 15 anni un risparmio di circa 4 milioni di euro.






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