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A 'Tagghie', strumento per tenere i conti |
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21/10/2016 | Specie nelle zone agricole della Basilicata, dove erano presenti masserie di campo e di allevamento come a S.Arcangelo,fino agli anni 40/50 si sono usate le taglie che servivano a tenere i conti tra il proprietario ed il salariato analfabeta. A “tagghie” era formata da un piccolo ramo di albero di forma cilindrica, della lunghezza di 15/30cm che, fatto seccare veniva, diviso in due parti all’occorrenza congiungibili, sulle quali si incidevano con il coltello dei segni ( numeri romani), che in genere significavano una quantità, un numero, un qualcosa di definito. Era il computer dell’epoca. Il tomolo di grano era rappresentato da un taglio, inciso su entrambi i legni, ma si potevano riportare su di esso numeri da 1 a 100 ed oltre. Una metà di questo legno restava al padrone e l’altra metà al salariato, dopo aver congiunto le parti ed inciso su entrambi il relativo segno. Questo metodo sopperiva la necessità di tenere una contabilità con numeri scritti su carta ed aiutava a tenere i conti con sicurezza con delle tacche indelebili e non cancellabili a piacimento. Le taglie potevano andare perse o distrutte ma non andavano mai in tilt. E’ stato uno strumento in uso fino al dopoguerra per coloro che non sapevano né leggere né scrivere. Era l’unico metodo per tenere la contabilità di beni, di alimenti, di animali( greggi )nelle masserie e quanto altro veniva amministrato anche nel rapporto di lavoro. Sul pezzo di legno, morbido e spaccato per lungo, a metà, di forma cilindrica venivano incise con il coltello, nelle due parti combacianti, i numeri romani (I,V,X,L,C - 1,5,10,50,100)ed in caso di errore o di variazioni era possibile anche fare delle correzioni.Affiorano ancora alla mente ancora i mazzi di taglie appesi alla credenza di casa.
Antonio Molfese
medico e giornalista |
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