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Senise, solidarietà per Amatrice

10/10/2016

Si è svolto a Senise, in Largo Castello, la giornata di solidarietà per Amatrice. La manifestazione è stata organizzata dall’Associazione “ Sacro Cuore” in collaborazione con l’Assa e l’Avis per raccogliere fondi da destinare alla ricostruzione delle opere di padre Giovanni Minozzi di Amatrice. Larga partecipazione del popolo senisese che ha saputo recepire il messaggio lanciato dagli organizzatori per uno scopo nobile che è stato quello della raccolta dei fondi. Nell’ambito della stessa serata, rovinata in parte dalla pioggia, varie sono state le iniziative che hanno permesso agli organizzatori di raccogliere soldi: dalla preparazione di un piatto di amatriciana che le persone, al costo di 3 euro, hanno potuto gustare, alla pesca di beneficenza proposta dall’Avis. Presente alla manifestazione padre Michele Giliberto, presidente delle opere di padre Minozzi dislocate in tutta Italia e, nello specifico, ad Amatrice con due case distrutte dal terremoto del 24 agosto. Il devastante terremoto ha ferito al cuore l’Opera che proprio ad Amatrice affonda le sue radici essendovi nato il primo Istituto il 15 agosto 1919. E proprio questa Casa ha subito i danni maggiori essendo crollate le parti più antiche, schiacciando sotto le macerie quattro anziane ospiti e 3 suore delle Ancelle del Signore, congregazione fondata da don Giovanni Minozzi. Sono invece miracolosamente scampate Sr. Giuseppina Pugliese, Sr. Maria Bruno e Sr. Mariana Lleshi che per impegni pregressi, hanno dovuto declinare l’invito e si scusano per non essere state presenti. Danni ingenti ha subito l’annessa Chiesa del miracoloso Crocifisso (XIV sec.), e molte opere d’arte commissionate dallo stesso Padre Minozzi. La siritide.it ha seguito la giornata cominciata con la celebrazione della Santa Messa, in Chiesa Madre, in suffragio delle vittime del terremoto presieduta da padre Michele e concelebrata dal parroco di Senise don Pino Marino e dal diacono Vincenzo Terracina. Preghiera comunitaria, dunque, per le anime delle persone scomparse, ma anche gioia per i 50 anni di sacerdozio di don Michele Giliberto, ricordate da don Pino durante la celebrazione eucaristica. Con padre Michele abbiamo voluto scambiare qualche battuta nel ricordo di quanto accaduto:

Padre Michele mi preme far conoscere qual’è il carisma delle Ancelle del Signore e la forza delle stesse a portare avanti questa loro missione.

Parlare di Amatrice è parlare di padre Giovanni Minozzi che è nato ad Amatrice ed ha voluto fare del suo paese, il centro d’irradiazione di tutta la sua opera, l’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia. Tale opera è stata affidata a due Congregazioni che sono nate proprio ad Amatrice: la Congregazione della Famiglia dei discepoli, nata nel 1925 come esperimento e la Congregazione delle suore “Ancelle del Signore”, nata nel 1940 su un vecchio convento dei benedettini. Dall’assistenza ai ragazzi si è passato all’assistenza agli anziani che erano ancora presenti il giorno del terremoto e che siamo riusciti a salvare tutti, alloggiandoli in un’altra nostra casa in provincia dell’Aquila. La religione proposta da don Minozzi è la religione sociale che si realizza e si concretizza nel bene degli altri. “gli Altri” dice don Minozzi sono i più poveri, spiritualmente e materialmente abbandonati. Le suore, tre delle quali ci hanno rimesso la vita e tutti quanti noi della famiglia dei discepoli, abbiamo lavorato e continuiamo a farlo, con questo spirito. Certo, adesso, Amatrice vive sbandata, senza un punto di riferimento. Nel quadro generale l’istituto maschile ha bisogno solo di riparazioni e quindi necessita la nostra presenza per ricominciare a operare, altrimenti, Amatrice perde un punto di riferimento importante. Spero che lo Stato sappia rendersi conto di questa nostra presenza in Amatrice e ci dia i fonti necessari per ricomporre il tessuto sociale che oggi si è scisso.

Mi pare di aver capito che da quella tremenda notta ne abbia fatto le spese soprattutto l’Istituto femminile, pagando anche in termine di vittime con sei suore rimaste sotto le macerie e tre salvate.

Esattamente. Noi sul collegio femminile siamo intervenuti varie volte. Dove siamo intervenuti e abbiamo potuto costruire con il criterio del metodo antisismico, le strutture hanno retto all’impatto sismico. La parte antica che era quella centrale, costruita su un vecchio convento benedettino e che non ci ha permesso di fare costruzioni diverse, si è sbriciolata. Tutte e sei le suore stavano proprio in quella ala dell’istituto ed è stato un’impresa riconoscere i cadaveri. Le tre suore che si sono salvate non riescono a capire, ancora oggi, come si sono trovate ad essere vive. Tre suore sono morte, lavorando nel servizio di carità che ha sempre qualificato la loro azione missionaria. Il terremoto di Amatrice non è come quello dell’Aquila; non ha interessato un’intera regione. Si è limitato a colpire tre paesi, i cui abitanti non arrivano a 1500 quindi, lo Stato volendo, può intervenire con sollecitudine per rigenerare speranza e far ripartire tutto il paese.

Vincenzo diac. Terracina




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