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Julieta di Pedro Almodovar. Recensione di Mario Coviello

1/10/2016

Una madre, una figlia, un’amica, una colpa. Amore, sesso, fisicità ,la scultura. Dolore, assenza, filologia classica. Pedro Almodovar è tornato. Tornato al suo cinema, ai sentimenti, al destino, alla colpa. E’ tornato a Tutto su mia madre, a Volver, a un mondo dove il cinema è il racconto e il racconto è l'anima della messa in scena. Ai Tempi della Creazione gli antichi Dei decisero di assegnare un dono ad ogni essere vivente: ad alcuni diedero le ali per volare, ad altri la forza per combattere, ad altri ancora la pelliccia per proteggersi. Alla fine, giunti all'uomo,l'unico essere fornito di ingegno, gli Dei si accorsero di aver finito tutti i doni, e lo lasciarono nel mondo nudo e indifeso nel corpo e nell'anima. Questo e altro insegna Jiulieta, giovane insegnante di lettere classiche ai suoi studenti. Insegna anche dell'importanza del mare per le antiche civilta', mare dispensatore di vita e di morte, le cui onde furono per secoli solcate da Eroi, per cercare nuove conoscenze o per ricongiungersi alle mogli e ai figli che aspettavano pazienti il loro ritorno. Il Tutto dominato dal Destino, dal Fato che racchiude e regola tutte le nostre vite. Il Destino di Jiulieta iniziera' con un viaggio in treno, in cui si mescoleranno, coagulandosi, Eros E Thanatos. Proprio nel momento in cui rifiuta di parlare a un uomo che sembra molestarla. Quell'uomo, dopo pochi istanti, si suicida segnando per sempre con il marchio della colpa l'esistenza della donna. Quella stessa notte, su quello stesso treno, Julieta conosce l'uomo della sua vita e concepisce sua figlia. Che il destino le farà perdere nuovamente, entrambi, nel silenzio di un confronto rifuggito. Quando Julieta individua come unica possibilità di uscire dalla colpa il ripercorrere la propria esistenza, capisce che l'unico modo è cercare, finalmente, di raccontare la sua storia e i segreti custoditi dal silenzio.
Abbandona la casa bianca in cui i ricordi sono stati rimossi, sostituiti dalla fredda pulizia della somma di tutti colori e torna alla complessità della carta da parati. Girali e arabeschi che invadono lo spazio e si alternano a colori densi pieni dei segni del tempo e del peso della memoria. Questo è lo sfondo che Julieta sceglie per riprendere la sua vita in mano scrivendo seduta all'unico mobile che occupa l'ultima delle case della sua vita. Per la prima volta, come sanno fare le donne del cinema di Almodóvar, come Manuela, come Raimunda, come tante grandi donne del cinema classico,Julieta non subisce più il destino ma fa la sua scelta: rinuncia alla possibilità di una nuova vita fondata sulla rimozione, per ripercorrere e narrare il passato. Senza soluzione. Perché la soluzione è il racconto stesso.
Julieta è Madrid degli anni 80 e di oggi. E’ Ulisse, il mare, l’amore, Julieta che insegna con passione i classici e ripercorre le orme del padre maestro che ha lasciato prima la scuola per coltivare la terra. Una madre che muore e il padre di Julieta maestro, che ha un figlio da un’altra donna, cambia la sua vita e Julieta non lo sa perdonare.
Julieta è la scrittura. La madre racconta finalmente in due quaderni dalla copertina nera la sua vita alla figlia che l’ha abbandonata da tredici anni , riceve lettere, e prepara torte per compleanni della figlia che non può festeggiare. Aspetta lettere che non arrivano perché ci sono parole che non sono state pronunciate.
Il nuovo film di Almodovar Julieta (2016) è stato definito come un ‘viaggio interiore che risale il tempo‘, ‘un film secco, semplice, essenziale, che rifiuta il pastiche hollywoodiano e mette in scena la vita nuda e cruda‘ (M. Gandolfi). L'atmosfera del film e' inquietante, misteriosa, sospesa. Evidente qualche rimando a Hitchcock e a Lynch. E il Tempo non sfuma come si crede a poco a poco,ma a volte le avversita' della vita sono tali che basta semplicemente asciugarsi i capelli per accorgersi di essere definitivamente invecchiati.
Con ricerca assoluta di stile e pulizia nelle immagini, nei dialoghi, Almodovar ci invita a riflettere sui rapporti, le parole, la scrittura, i sentimenti, le emozioni. Ci invita a vivere senza colpa il nostro tempo che passa così in fretta.
Bella 1 ottobre 2016 Mario Coviello




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