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Recensione del libro “Storia di chi fugge e di chi resta” (“ L’amica geniale “ |
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15/06/2016 | E siamo al terzo capitolo della saga di Elena Ferrante “Storia di chi fugge e di chi resta”. Nel primo “ L’amica geniale “ la Ferrante ha raccontato l’infanzia e la prima adolescenza di Elena e Lila, immerse nel microcosmo di un quartiere della periferia di Napoli dei primi anni 50 del secolo scorso, quelli dell’uscita dalla guerra (http://www.lasiritide.it/article.php?articolo=7056 ) .
Nel secondo “ Storia del nuovo cognome” si raccontano gli anni sessanta delle due amiche, quelli del boom economico con Lila, maritata Carriacci ,protagonista assoluta (http://www.lasiritide.it/article.php?articolo=7122 )
In “ Storia di chi fugge e di chi resta” è Elena che si sposa, diviene moglie di Pietro, giovanissimo professore universitario, e ha due bambine. Elena, questa volta quasi sempre lontana da Napoli,racconta gli anni del terrorismo in Italia , la difficile e a volte tragica maturazione di tutti i personaggi che vivono il 68 e l’avvio del compromesso storico.
Continua il racconto di un’amicizia difficile, tormentata, la narrazione della cultura dell’epoca,l’avvio del movimento femminista la continua ricerca di senso delle protagoniste . Elena, dopo il grande successo del primo romanzo, subisce una involuzione, casalinga e madre ansiosa, non riesce più a scrivere. Lila ritorna nel suo rione e “geniale” come sempre,anche se la sua bellezza si avvia al disfacimento, dirige lo stabilimento del camorrista Michele Solara . Michele è il suo primo innamorato e compra la sua “intelligenza”, così capace nella programmazione dei computer degli esordi.
Ancora una volta Lila è la pietra di paragone di Elena che racconta a pagina 316 … ” Lila teneva tanto a suo figlio, gli si era dedicata moltissimo nei primi anni di vita e ancora gli stava dietro; ma sembrava capace di liberarsene come e quando voleva, lui non le dava le ansie che mi davano le mie figlie…”
E spietata Elena si osserva,si giudica, si condanna. Racconta il rapporto coniugale insoddisfacente con un marito dedito solo allo studio, un marito che la ama, ne è geloso, ma non è capace di “liberarla”.
Ma “ … Diventare. Era un verbo che mi aveva sempre ossessionata…Io volevo diventare. Ed ero diventata…ero voluta diventare qualcosa solo perché temevo che Lila diventasse chissà chi e io restassi indietro. Il mio diventare era dentro la sua scia. Dovevo ricominciare a diventare, ma per me, da adulta, fuori di lei.”
E finalmente riesce a scrivere un “libretto” di settanta pagine sulla donna.
“…. Ed io ero la signora Airota, Elena Airota, una donna intristita dall’acquiescenza, che ..per combattere l’avvilimento s’era messa a studiare quasi in segreto l’invenzione della donna da parte dell’uomo … Scoprivo dappertutto automi di donna fabbricati dagli uomini. Di nostro non c’era nulla , quel poco che insorgeva diventava subito materia per la loro manifattura..”
Il “ libretto”, limato, ripreso, tornito,suscita grande interesse in Italia e all’estero.
A chi da anni si chiede chi è Elena Ferrante, perché scrive, mi permetto di suggerire la risposta della scrittrice nelle sue righe che avete appena letto.
Ed è stato proprio Nino Sarratore, il suo unico vero amore, riapparso improvvisamente nella casa noiosa e tranquilla di Firenze,che l’ha spinta a scrivere, la incoraggia, la sostiene. E Elena ritorna a vivere, ama riamata Nino.Dolorosamente lascia le figlie e il marito e va in viaggio con Nino a Montpellier. Con Nino che ha lasciato la moglie giovane e ricca ed un figlio piccolissimo per vivere la passione assoluta, dolorosa con Elena…Elena “prende il volo” va in aereo per la prima volta con Nino …
Staremo a vedere.
Bella 15 giugno 2016. Mario Coviello
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