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A Rotonda la festa dell'Azione Cattolica dei Ragazzi

26/04/2016

Ieri si è tenuto a Rotonda il tradizionale appuntamento della Festa dell'Azione Cattolica Settore Ragazzi (di seguito A.C.R.) cui hanno presenziato centinaia di giovani e meno giovani e, inoltre, tantissime famiglie. Lo slogan di quest'anno è stato: "Viaggiando verso te", tema metaforicamente inteso come il cammino dei ragazzi verso Gesù, ovvero verso la fede.
La giornata di ieri è stata caratterizzata da un continuo susseguirsi di eventi, che hanno visto una partecipazione elevatissima nonostante le avverse condizioni atmosferiche, tanto che si è dovuto ricorrere al palazzetto dello sport nonostante fosse già stato allestito il palco in Piazza Vittorio Emanuele III.
«L'Azione Cattolica si compone di tre settori: settore A.C.R. che va dai 6 ai 14 anni; il settore giovanissimi che va dai 14 ai 18 anni; i giovani dai 18 ai 30 anni; gli adulti, che occupano la fascia dai 30 anni a salire», ci spiega Giuseppe Lauria, delegato regionale del settore giovani di Basilicata, in quanto eletto dalle delegazioni diocesane, anche se egli stesso ci tiene a precisare che: «Bisogna partire sempre dal livello parrocchiale, perché l'Azione Cattolica non può nascere laddove il parroco ritenga che non ne sussistano i presupposti e - puntualizza - c'è una grande differenza tra chi si tessera e chi aderisce, in quanto solo gli aderenti si possono considerare attivisti. L'Azione Cattolica - continua Lauria - è un'associazione formata da laici che collaborano con la gerarchia ecclesiastica, con ruoli definiti attraverso vere e proprie elezioni. Tanto da poterla considerare come un'associazione democratica. L'organizzazione si articola su tre livelli: parrocchiale, diocesano e nazionale, il cui presidente è scelto dalla C.E.I sulla base di una rosa di tre nomi individuati dai laici. In ogni regione le delegazioni regionali favoriscono il coordinamento tra le diocesi per poi far capo alla presidenza nazionale». Un'organizzazione complessa ma definita in modo puntuale da uno statuto.
L'avvenimento ci viene raccontato da Rosetta Polito vice responsabile diocesano A.C.R.: «Questa è l'ultima tappa del viaggio compiuto dai ragazzi a livello parrocchiale verso la conoscenza di Gesù. Un cammino iniziato nello scorso settembre e conclusosi con questo appuntamento, grazie al quale si possono condividere le esperienze delle A.C.R. vissute nelle varie parrocchie, che vede come indiscussi protagonisti i giovani, che mettono a disposizione dei più piccoli le proprie conoscenze. Tenendo ben presente il ruolo della famiglia, quale perno della Chiesa e come veicolo di quei valori positivi che devono caratterizzare la vita dei ragazzi. Non a caso l'incontro è stato previsto affinché i genitori condividessero l'esperienza verso la fede insieme con i propri figli e con le famiglie provenienti dalle altre parrocchie».
Parole approfondite ulteriormente da Don Donato Partepilo, assistente del settore ragazzi, che analizza lo stretto legame intercorrente tra la Chiesa e la famiglia relativamente alla formazione e alla crescita dei più giovani: «L'esperienza religiosa non va mai in vacanza. Il ruolo educativo, formativo e pedagogico della Chiesa Cattolica è ancora fortissimo. La nostra Diocesi conta più di 1500 aderenti e i nostri parroci hanno sempre avuto molto a cuore le nuove generazioni, cercando sempre di affiancare i giovani attraverso una formazione delle coscienze. Troppo spesso, le nuove generazioni tendono a spersonalizzarsi, ovvero ad intraprendere un cammino differente dal senso di persona voluta da Dio. Questo significa che necessitano di una guida che li conduca alla conoscenza del significato di essere uomini secondo il cuore di Dio; così facendo si gettano le fondamenta della fede. L'esperienza pedagogica della Chiesa consiste esattamente in questo. Fermo restando che accanto alle parrocchie e, ovviamente, alla scuola, un ruolo decisivo è occupato dalla famiglia. Ovunque vi sia previo un ruolo forte e importante della famiglia, sarà molto più facile incontrare la persona, comunicare e farla crescere secondo determinati valori».
Sotto il profilo formativo, il modus operandi dell'Azione Cattolica nel corso degli anni è molto cambiato e ce lo conferma Marta Lodi, che ha alle spalle un'esperienza ultratrentennale e che forma educatori dell'A.C.R.: «E' un lavoro lungo e complesso e rispetto al passato molto più difficoltoso. Oggi infatti gli interessi sono tantissimi e si fa molta più fatica a riunire gli educatori rispetto a quanta se ne facesse qualche anno addietro. Ormai, l'ostacolo maggiore che può incontrare un formatore è rappresentato dalla superficialità del discente. Gli stessi bambini sono molto cambiati e a volte la responsabilità è anche delle famiglie. Ad esempio, troppo spesso mi capita di vedereli arrivare all'A.C.R. o alla catechesi con in mano il telefonino, cosa che genera una grande distrazione, che favorisce la superficialità cui mi riferivo precedentemente. Le nuove tecnologie ci consentono di disporre di strumenti straordinari ma che devono essere usati in modo corretto e i più giovani necessitano dell'aiuto dei genitori per capire quale sia».

Gianfranco Aurilio



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