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Recensione libro:Giovanni Miccoli “L’anno santo-Un’”invenzione” spettacolare

1/12/2015

Il libro di Giovanni Miccoli “L’anno santo - Un’”invenzione” spettacolare di 144 pagine, edito dalla Casa Editrice Carocci, ed acquistabile al prezzo di 12 euro, si divide in due parti: la prima prende in esame tali questioni dal primo Anno Santo, indetto da Bonifacio viii nel 1300, fi no a quello del 2000 proclamato da Giovanni Paolo II; la seconda e dedicata all’iniziativa di papa Francesco.
L’istituzione e la pratica, variamente articolata, dell’Anno Santo (o giubileo universale) figurano tutte di iniziativa e sotto il controllo del papa di Roma. Il primo e stato Bonifacio VIII, che quanto a rivendicazione del ruolo del papa nella Chiesa e nella società civile non e stato né e secondo a nessuno. Ma per l’istituzione del giubileo universale l’idea, questa volta, gli venne, per dir cosi, dal basso. In una società ancora coinvolta da quella che non a torto e stata definita l’ossessione penitenziale del XIII secolo (Le Goff , 1997), periodicamente percorsa da inquietudini e attese di un palingenetico rinnovamento (la “terza età” di Gioacchino da Fiore, oggetto frequente della predicazione spirituale francescana, ne costituisce un’espressione eloquente), era corsa voce tra i fedeli che con l’approssimarsi del 1300, tredicesimo centenario dell’incarnazione di Cristo, ci sarebbe stato un perdono generale per i romani che visitassero la basilica di San Pietro come per tutti i pellegrini che in tale occasione confluissero a Roma; né mancarono voci a sostenere che già
in passato si era fatto cosi. L’annuncio e stato dato il 13 marzo 2015, ossia nel giorno in cui ricorre il secondo anniversario dell’elezione di Bergoglio al Papato ed è un fatto che conferisce un significato particolarmente pregnante all’iniziativa, configurandola, anche da questo punto di vista, come un passaggio essenziale del suo pontificato, su quella linea di rinnovamento e approfondimento del modo di essere cristiana che e il grande tema del su insegnamento. Anche la data fissata per il suo inizio e significativa. L’Anno Santo inizierà infatti l’8 dicembre, festa dell’Immacolata concezione di Maria, ma anche cinquantesimo anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II, quasi a stabilire una sorta di collegamento ideale tra il prossimo giubileo e il concilio stesso, e spingere cosi la Chiesa (come rilevano le Informazioni pubblicate per l’occasione dalla sala stampa vaticana) “a continuare l’opera iniziata con il Vaticano II”. E un aspetto su cui si soffermerà ampiamente la bolla di indizione. Queste stesse Informazioni precisano che il giubileo, la cui organizzazione e affidata al Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, verrà celebrato non solo a Roma ma anche in tutte le diocesi del mondo. Sara il “segno visibile della comunione di tutta la Chiesa”, come scriverà Francesco nella bolla di indizione del giubileo. Esso si concluderà il 20 novembre 2016, “Domenica di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo e volto vivo della misericordia del Padre”. E un aspetto su cui, ancora una volta, si diffonderà la bolla di indizione. Nel corso del giubileo, scrive Francesco affideremo la vita della Chiesa, l’umanità intera e il cosmo immenso alla Signoria di Cristo, perché effonda la sua misericordia come la rugiada del mattino per una feconda storia da costruire con l’impegno di tutti nel prossimo futuro. Come desidero che gli anni a venire siano di misericordia per andare incontro ad ogni persona portando la bontà e la tenerezza di Dio! A tutti, credenti e lontani, possa giungere il balsamo della misericordia come segno del Regno di Dio già presente in mezzo a noi. Meno di un mese dopo l’annuncio, l’11 aprile, vigilia della Festa della misericordia di Dio, venne resa pubblica, davanti alla Porta Santa di San Pietro, la bolla che indiceva il giubileo: Misericordiae vultus. Una sua copia fu consegnata ai quattro cardinali titolari delle basiliche romane e a sei cardinali scelti quali rappresentanti dell’episcopato mondiale a simboleggiare la sua destinazione a tutti i vescovi del mondo. Un’omelia di papa Francesco ne accompagno la consegna.
Fu un’omelia breve, ma densa, e con affermazioni molto forti. Intendeva spiegare “perché oggi un Giubileo della misericordia”. Perché, in un tempo di grandi cambiamenti sociali come il nostro, e la risposta, “la Chiesa e chiamata ad offrire più fortemente i segni della presenza e della vicinanza di Di” soprattutto ai poveri, agli ultimi, agli emarginati. Ma papa Francesco non si ferma qui, e insiste e precisa ulteriormente tale perché: “Questo non è il tempo per la distrazione, ma al contrario per rimanere vigili e risvegliare in noi la capacita di guardare all’essenziale. E il tempo per la Chiesa di ritrovare il senso della missione che il Signore le ha affidato il giorno di Pasqua: essere segno e strumento della misericordia del Padre” pregnanza.
Biagio Gugliotta






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