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Al Ce.C.A.M. di Marconia dibattito su criminalità minorile

8/10/2015

La criminalità minorile è uno dei tanti problemi che oggi sconvolgono la nostra società. Un fenomeno non di lieve entità, anzi esso ne rappresenta uno dei più gravi e allarmanti, in quanto si manifesta in un continuo crescendo e arriva ad interessare quasi tutti gli aspetti della vita dell’uomo, da quello economico a quello sociale e psicologico. Se ne discusso in un incontro pubblico di grande rilevanza sociale a Marconia (MT), presso l’associazione Culturale Ce.C.A.M, promotrice dell’incontro sul tema “Criminalità Minorile – Prevenzione, recupero, territorio”. Una grande partecipazione di una attenta e numerosa platea, su un tema che sicuramente non è da sottovalutare. E’ stata anche un occasione per prendere coscienza di un fenomeno sempre più presente sul territorio e di come cercar di porre rimedi cercando di trovare un antidoto. Ha introdotto il dibattito il presidente Giovanni Di Lena, che ha subito focalizzato l’attenzione sulla “Criminalità Minorile” che negli ultimi dieci anni sul territorio della fascia Jonica stà prendendo piede, con reati commessi da minori sempre con maggior frequenza. Sugli aspetti sociali, didattici e pedagogici della criminalità minorile si è ampiamente soffermato il dirigente Domenico Miolla che ha analizzato il ruolo della scuola, la famiglia e la società nell’azione di prevenzione e recupero, per evitare che il fenomeno possa assumere dimensioni più ampie. Nel territorio Comunale, il fenomeno non è allarmante, ma non bisogna sottovalutarlo, come ha spiegato la dottoressa Carmen Centola, che ha relazionato sull’importante compito che svolgono i Servizi Sociali nell’allestimento di un progetto autorevole per risolvere i problemi legati al disagio giovanile, devianza, inserimento, educazione frequenza scolastica, situazione familiare, tutti fattori che possono creare situazioni concrete di disagio e quindi di reato. I vari tipi di reato da quelli lievi a quelli più gravi, attività svolta controllo del territorio e prevenzione di attività illecite per impedire l’accesso di infiltrazioni mafiose. Ha inoltre fornito i dati relativi ai “reati minorili territoriali” denunciati con un età compresa dai 14 ai 18 anni”: nel 2010 (quattro); nel 2011 (cinque); nel 2012 e 2013 (quindici), tutti di sesso maschile con una sola di sesso femminile. Un fenomeno prevalentemente maschile, quindi, confermato anche nel 2015, con i dati ancora in corso di aggiornamento. La tipologia di reati varia da : ingiurie minacce e lesioni personali; danneggiamento a cose; violazione di domicilio e furto aggravato, concorso aggravato; porto abusivo di armi, guida senza patente, maltrattamento in famiglia, (quest’ultimo già da minori). Poi ci sono anche reati amministrativi, che sono segnalati alla Prefettura, come detenzione di stupefacenti per uso personale. I dati sono riferiti, in questo caso però a tutta la Provincia di Matera, che nel 2014 (fino a quattordici anni) si è avuto un solo caso, mentre (dai quindici ai diciassette anni) ci sono stati 17 di sesso maschi e una solo di sesso femminile che hanno commesso i reati, mentre, nel 2015 sono già 9 i reati in prevalenza maschili. I rimedi possono essere fatti con la prevenzione che deve essere trasversale, su più fronti con l’aiuto delle istituzioni, della scuola e della famiglia, bisogna far si che tutte le risorse del territorio diventino punti di forza, perché l’autore a volte è anche vittima allo stesso tempo. E’ intervenuto anche l’assessore alla Cultura Alessandro Vena che ha elogiato l’associazione Ce.C.A.M, come sempre si distingue in una panoramica ampia, fra le associazioni, da sempre attenta per grado di qualità di eventi che propone, che guarda alla cultura attraverso una prospettiva aperta e poliedrica, con argomenti vari differenti, ma che portano tutti ad obiettivi di interesse collettivo. Quello della “devianza” ha sottolineato l’assessore è un tema molto delicato, la devianza nasce da una forma di disagio del minore. Sicuramente nessuno nasce delinquente, spesso lo si diventa, perché la famiglia la scuola la società e le istituzioni spesso sono assenti. Il compito delle istituzioni, del Comune in questo caso, per evitare ciò, è quello che deve cercare di dare la possibilità di sostenere a favore del minore, ogni forma di iniziativa di attività e contenitori culturali anche sportivi, magari con l’apporto e il ruolo importante delle associazioni in tal senso. Il Comune di Pisticci, stà strutturando in questi giorni, un bando rivolto ad associazioni che aiutino quei bambini che vivono la forma di disagio in quelle famiglie in forte difficoltà economico e/o sociali. Il Dott. Gianni Albano da due anni dirigente del Commissariato di P.S. di Pisticci, dopo aver ringraziato il pubblico presente e gli organizzatori per essere stato invitato a parlare sull’importante tema quale i “reati commessi da minori”, ha spiegato che si sta cercando di contrastare questo fenomeno, nonostante la vastissima area di competenza del territorio, con un estensione territoriale di circa 650 km. Ha elogiato l’ottimo lavoro che stanno facendo i suoi uomini in sinergia con l’arma dei Carabinieri del territorio, con il Capitano Gianluca Sirsi presente al convegno, insieme anche al comandante di Stazione dei Carabinieri di Marconia Maresciallo Arcangelo Minei. Ha voluto precisare che il tema di “Microcriminalità” debba essere sdoppiato, vi è la microcriminalità in generale e microcriminalità minorile. In quest’ultima il ruolo e il compito svolto attraverso l’interscambio comunicativo con i servizi sociali, è di fondamentale importanza, anche e soprattutto per il recupero e il reinserimento del soggetto che “ha commesso il reato”. L’assenza di interscambio comunicativo, ne determina il fallimento istituzionale, che non è il fallimento della Polizia di Stato, dell’Amministrazione Comunale e dei servizi sociali, ma è il fallimento percepito dallo stesso minore coinvolto nelle vicende non con la “denuncia o l’arresto”, ma se non vi è la “risocializzazione” dello stesso. La “risocializzazione del soggetto”, ha spiegato il Dott. Albano è un principio sancito proprio nella Costituzione (Art. 27 comma 3), che parla proprio di “tensione a rieducare” a risocializzare e reinserire il soggetto nel contesto della collettività. E’ un motivo portante di una legge a riguardo il “Processo penale Minorile”. Ha attualizzato poi la tematica anche in termine di territorio, la microcriminalità in generale quando lede ad esempio con furti la proprietà privata, a volte è difficile da contrastare poiché bisogna intervenire in “flagranza di Reato”. Spesso mancano gli strumenti tecnologici come sistemi videosorveglianza passiva, che sarebbero determinanti per le attività investigative. A tal proposito il Comune di Bernalda lo sta facendo, i Comuni dovrebbero attrezzarsi in tal senso, certo tenendo anche conto anche delle disponibilità finanziarie. Uno strumento per un ulteriore appiglio, per individuare i microcrimini che sono dei anche dei macrocrimini, oltre anche un cambiamento cultuale del cittadino in tal senso. Una serata quella proposta dal Ce.C.A.M. volta ad una maggiore sensibilizzazione sociale, circa i problemi dei minori, perché spesso chi delinque e vittima di se stesso.



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