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NoScorie:la lezione di Scanzano e le fughe politiche di Pittella

21/09/2015

Ci sono voluto mesi di manifestazioni dalla Calabria all’Abruzzo , per finire nel parlamento ,da parte di cittadini e comitati per far capire alle regioni di non lasciare la gestione del proprio territorio al governo con lo Sblocca Italia, e questo non era compito dei cittadini ma degli eletti che dovrebbero difendere gli interessi del territorio e ascoltare il popolo e non le segreterie di partito o peggio le lobby degli interessi.

I "comitatini "non hanno motivo di esistere in una democrazia, ma si sviluppano nelle dittature e nelle imposizioni. Le regioni hanno l’obbligo di ascoltare i cittadini. La lezione di Scanzano ancora non è stata compresa da chi dice di far politica, questo non solo in Basilicata , ma in tutta Italia ,dove dal 2003 c’è stata una reazione a catena dei movimenti e dei “comitatini”. Ancora gli pseudo politici non hanno capito che quando i cittadini scendono in piazza contro le decisioni delle istituzioni è sempre una sconfitta per le stesse istituzioni. E il primo a ripassare la lezione di Scanzano dovrebbe essere proprio il presidente del consiglio Renzi e tutti i suoi sostenitori.

Da ripassare è altresì la storia dei 154.000 barili di estrazioni sulla terra ferma di cui parla il presidente della regione Basilicata Pittella e dei famosi accordi del 98., Chi li ha mai decisi e con quale contratto legale ? Nessuno ha il potere decidere di trivellare montagne e falde senza aver prima applicato il principio di precauzione, per il semplice fatto che è previsto dal codice dell’ambiente.

Dove sono gli studi scientifici e non di parte che evitano danni alla salute, alle popolazioni, all’acqua e alle economie locali, chi li ha mai fatti?

I contratti basati su presupposti non disciplinati dai codici civili sono nulli.

Invitiamo Pittella a non fare lui ancora una volta fughe politiche in avanti rispetto a quello che si può fare e che quello che non si può fare nel nostro territorio senza tener conto della salute, dell’acqua, delle economie locali, ma soprattutto della volontà delle popolazioni locali. La tutela della salute pubblica, del territorio e delle popolazioni locali non è una gentile concessione o un piacere che si fa alle comunità ,come molte volte fanno passare mediaticamente le amministrazioni locali ,ma un preciso obbligo di legge delle istituzioni. . I referendum sui decreti Sviluppo e Sblocca Italia vanno portati avanti fino alla fine, portando milioni di persone alle urne per difendere la Basilicata e le regioni italiane da leggi ingiuste. Come pure i controlli ambientali ,le leggi regionali per evitare l’inquinamento (come l’abbattimento delle emissioni alla fonte ,a partire proprio dall’H2s),il piano di tutela delle acque ed evitando di promuovere e spendere denaro pubblico in arte e comunicazione del "tutto a posto in Basilicata".

Di atti concreti per difendere il territorio, il presidente Pittella ne deve fare ancora molti .


NoScorie Trisaia



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