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Pietro e Soleiman: la diversità che diventa amore e conoscenza

14/10/2011

“Quello che più mi colpisce dell’arcobaleno è che somiglia a un grande sorriso capace di abbracciare tutto quello che ha intorno”.
Quando la semplicità diventa la chiave della conoscenza e dell’esperienza, il vissuto quotidiano di ciascuno di noi si nutre della meraviglia di incontri sorprendenti. E se tutto ciò avviene nel meraviglioso mondo dell’infanzia, priva ancora di rigide sovrastrutture e di pregiudizi, lo “scontro dell’incontro” diventa ancora più meritevole di essere raccontato.
Da ciò nasce il primo lavoro letterario di Felicita Castelluccio, senisese, imprenditrice e innamorata della conoscenza e dell’apertura verso mondi apparentemente lontani, come il Senegal, protagonista del romanzo “I figli dell’arcobaleno” (edito da Albatros) attraverso uno dei due protagonisti-bambini: Soleiman, un bambino del Senegal appena arrivato in Italia. L’altra parte della storia appartiene a Pietro, bambino italiano del sud Italia. La storia di Pietro e Soleiman comincia proprio nel paesino di provincia dove, dice Pietro al lettore, la differenza al massimo si nota dai dialetti e non dal colore della pelle. Il primo giorno di scuola della seconda elementare Pietro è spiazzato: l’emozione del ritorno a scuola viene sostituita dalla sorpresa, forse dalla paura, di trovare accanto a lui, al posto del suo compagno di banco dell’anno prima, un bimbo sconosciuto, lontano nell’aspetto da quelle che sono le sue conoscenze e le sue abitudini. La reazione di Pietro non è delle migliori, infatti inizialmente si comporta in maniera scontrosa nei confronti del nuovo arrivato, cercando di ignorarlo e rifiutandosi anche solo di parlargli. Ma la curiosità del bambino è più forte del suo sgomento e con il passare dei giorni inizia a vedere nel nuovo compagno un possibile amico. L’autrice ci racconta la storia attraverso le parole di Pietro. E la narrazione diventa introspezione di un bambino la cui purezza interiore si esprime con la curiosità, con la meraviglia del nuovo e con l’accettazione senza remore, come spesso solo i bambini sanno fare.
L’autrice “regala” al piccolo Pietro considerazioni e conoscenze su una terra che lei tanto ama e che conosce, in una storia che non risparmia al lettore quel po’ di “magia africana” che condurrà il piccolo protagonista e noi, attraverso lui, a scoprire che ciò che realmente importa va oltre il colore della pelle, le apparenze e il modo di parlare in una morale che ha proprio nelle differenze la più grande ricchezza dell’umanità.
Un libro adatto a tutti che ha, nello scaffale di una scuola e sui banchi di una classe, una collocazione naturale.

Lasiritide.it



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