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Gli incantevoli itinerari dei Castelli di Basilicata:castello di Policoro |
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1/07/2015 | Insieme a Matera, Capitale Europea della Cultura 2019 rappresentano alcuni dei piu’ importanti e efficaci amplificatori dell’offerta turistica di Basilicata
Gli incantevoli itinerari dei Castelli di Basilicata continuano ad attrarre visitatori italiani e stranieri. Itinerari culturali e turistici affascinantI e semisconosciuti dichiara Vitelli, amministratore della Publiteam di Matera, autentici attrattori del territorio e delle peculiarità di Basilicata. Insieme a Matera, Capitale Europea della Cultura 2019 rappresentano alcuni dei piu’ importanti e efficaci amplificatori dell’offerta turistica di Basilicata. Da alcune settimane, migliaia di guide e cartine in italiano e inglese sono in distribuzione gratuita a tour operators, agenzie di viaggi, associazioni e operatori turistici, strutture ricettive, in fiere e eventi a carattere culturali e turistico, ubicate in territorio italiano e internazionale. Il progetto editoriale è stato programmato in collaborazione con l’Ufficio Sistemi Culturali e Turistici della Regione Basilicata. La nostra organizzazione e’ costantemente impegnata nella valorizzazione e promozione degli itinerari culturali e turistici lucani. A settembre, presenteremo un nuovo itinerario dei castelli lucani che sarà inserito nelle guide e nelle cartine in lingua italiana, inglese e francese”.
Ringrazio pubblicamente le Aziende e gli Enti che hanno investito nel nostro progetto editoriale.
Per informazioni: Publiteam telefax 0835 26 45 29 e mail: publiteam.1@libero.it cell. 329 1750151 - Milano 347 5646074
Buona parte della storia della città di Policoro si identifica con le vicende del suo castello. Dalla consultazione del Catalogo dei Baroni, prezioso manoscritto del XII secolo, si rileva che il maniero sorgeva in posizione dominante sulla fascia jonica e sull’adiacente Bosco Pantano, una tra le foreste più estese d’Italia. L’impianto originario era quello della Masseria-Casale, donata nel 1202 dal feudatario conte Riccardo di Chiaromonte all’Abbazia di rito greco di S. Elia di Carbone. L’imperatore Federico II non solo vi soggiornava in periodi di caccia ma vi raccoglieva anche le sue milizie in partenza per la Sicilia nel 1232, per frenare l’ascesa dei Saraceni, come riferisce Riccardo di S. Germano. Dopo l’amministrazione feudale della dinastia Angioina, il castello fu ristrutturato e riconvertito in “turris” fortificata, a difesa del vasto territorio da bande di corsari e briganti. Nel corso del sec. XVI il castello cambiò destinazione assumendo la tipica struttura militaresca del “castrum”. Cessati i pericoli, riprese nel secolo seguente l’originaria destinazione e con i materiali di risulta provenienti dalla demolizione del torrione vennero costruiti altri nuclei abitativi, in una fase in cui era proprietà dei Gesuiti. Il castello si presentava ad un piano, con un campanile, una torre quadrata e quattro torrette. Dopo una breve gestione dei Gerace, castello e feudo furono acquistati dalla famiglia Berlingieri che lo mantennero fino ai primi anni ’50. Attualmente il complesso dispone di due piani e una torre quadrata, inglobata nella struttura del secondo piano. Il portale settecentesco, sormontato dall’insegna araldica della famiglia Berlingieri, introduce in una ampia corte interna di pianta rettangolare, da cui poi si entra negli ambienti del piano terra, del seminterrato e quindi nella scalinata che porta ai piani alti. Oltre a Federico II il castello ha ospitato nel 1735 re Carlo II di Borbone; il cardinale Ruffo (1799); Giuseppe Bonaparte (1806), Guglielmo di Baden (1869) e il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Zanardelli in visita in Basilicata. (1902).
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