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Grandinata, come prevenire le patologie fungine e batteriche

13/05/2015

Lo scorso 9 maggio un evento grandinigeno di forte intensità ha interessato parte del territorio di vari comuni metapontini colpendo gravemente la produzione di molte colture agricole. In particolare le colture
fruttifere, quali pesche, nettarine, albicocche e susine, che erano in fase di ingrossamento frutto o di maturazione, hanno subito danni sia a carico dei frutti che degli organi vegetativi arrivando, nei casi più gravi, alla completa defogliazione.
La grandine ha creato delle ferite sui frutti, sulle foglie e sui rami che, dal punto di vista fitosanitario, rappresentano delle soluzioni di continuità per l’ingresso di vari tipi di patogeni i quali, da un lato potrebbero aggravare i danni diretti sulla produzione colonizzando i frutti e sviluppando marciumi, dall’altro infettare gli organi legnosi e le foglie (agenti di cancri rameali o di carie).
Pertanto, per ridurre la possibilità di infezioni fitosanitarie si consigliano interventi alle piante con prodotti antifungini che, sulle ferite, possano costituire una barriera alla colonizzazione di agenti patogeni, favorendo la naturale cicatrizzazione senza risultare fitotossiche.
All’uopo risultano efficaci prodotti di contatto a base di ziram, thiram, captano o dodina. E’ consigliabile associare questi prodotti con un sistemico come tebuconazolo o tiofanate-metile , che aumentano l’efficacia della copertura. Per le colture a conduzione biologica si potrà usare proteinato di zolfo, polisolfuro di calcio o zolfo . Tutti i prodotti menzionati dovranno essere usati solo sulle colture indicate in etichetta, alle dosi riportate e, nel caso di frutti ancora commercializzabili, rispettando i tempi di carenza.
Il rame è un buon prodotto di copertura ma il suo uso è da valutare con prudenza perchè, in questa fase, sulle ferite esposte della giovane vegetazione avrebbe effetti fitotossici, inducendo cascola dei frutti e filloptosi. Il rame, invece, dovrà necessariamente essere utilizzato su olivo per ridurre le infezioni di rogna batterica.
E’ da segnalare, infine, la possibilità di utilizzare prodotti non fitosanitari ma per la nutrizione vegetale che, distribuiti sulla vegetazione, con la cessione di micronutrienti possono aiutare la pianta a superare lo stress dell’evento grandinigeno e contribuire, con un’azione sui meccanismi di ossidazione, alla cicatrizzazione delle ferite.

Per ulteriori informazioni contattare i tecnici del Servizio di difesa integrata dell’Azienda sperimentale Pantanello dell‘ALSIA.



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