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Recensione libro:Non c’è dio all’infuori di Dio – perché non capiamo Dio” |
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9/05/2015 | Nel libro" Con Non c’è dio all’infuori di Dio – perché non capiamo Dio” edito dalla Casa Editrice Rizzoli, Reza Haslan si propone di Vorrei dimostrare che non c’è niente di eccezionale o di straordinario nell’islam: le stesse considerazioni di
ordine storico, culturale e geografico che hanno influenzato lo sviluppo di ogni religione in qualunque parte del mondo hanno reso l’islam una delle fedi più eclettiche ed eterogenee della storia delle religioni.
Nonostante l’importanza del messaggio che ci vuole dare l’autore del libro, una maggiore conoscenza dell’islam non è sufficiente per modificare la percezione corrente dei musulmani. La mentalità non si cambia semplicemente acquisendo dati o informazioni(nel caso non si farebbe fatica a persuadere gli Americani che Obama è, di fatto, un cristiano).
Anzi, soltanto attraverso la lenta e costante costruzione di relazioni personali scopriamo una verità fondamentale, e cioè che tutti gli esseri umani hanno gli stessi sogni e le stesse aspirazioni; che lottano contro le stesse ansie e paure.
Senza dubbio un processo simile richiede tempo. Potrebbe volerci più o meno un’altra generazione prima di poter ripensare a questo periodo di frenesia antimusulmana con la vergogna con cui la generazione attuale guarda all’isterimso anticattolico ed antisemita del passato. Ma non c’è dubbio che quel giorno verrà. Forse allora saremo in grado di riconoscere gli stretti legami che ci uniscono al di là di qualunque appartenenza culturale, etnica e religiosa.
Inshallah. A Dio piaOccorre tuttavia considerare un altro, più fondamentale
elemento per spiegare tale recente sussulto antimusulmano.
In altre parole, l’islam è stato alterizzato. È divenuto un contenitore in cui scaricare tutta l’angoscia e l’inquietudine per un’economia vacillante, per un ordinamento politico nuovo e sconosciuto, per uno scenario culturale etnico e religioso in continuo mutamento. Ovunque in Europa ed nell’America del Nord, tutto ciò che è forestiero, alieno o pericoloso viene ormai etichettato come “islam.
L’islam è stato descritto di frequente, anche da studiosi contemporanei,
come «una religione militare, con guerrieri fanatici impegnati a diffondere la loro fede e legge mediante la forza delle armi, e questa descrizione è stata ripetuta spesso che, nel mondo occidentale, l’immagine dell’orda musulmana che si lancia in battaglia come uno sciame di locuste è diventata uno degli stereotipi
più duri a morire.
“In realtà, l’islam non è mai stato una religione di salvezza” ha affermato Max “ ma una religione di guerra”.
Questo radicato stereotipo dell’islam come una religione guerriera ha le sue origini nella propaganda papale dei tempi delle crociate, quando i musulmani venivano rappresentati come i soldati dell’Anticristo impegnati nella blasfema occupazione della Terra Santa.
Tuttavia, la dottrina del jihad (così come molte altre dottrine islamiche) ha trovato una formulazione ideologica completa, soltanto molto tempo dopo la morte di Maometto, quando i conquistatori musulmani hanno iniziato ad assorbire le culture e le pratiche del vicino oriente verso la Cina.).
Il prossimo capitolo della storia dell’islam sarà scritto solo da coloro che sono disposti a guardare avanti, ad affrontare qualunque cosa trovino lungo il cammino, consapevoli che la rivoluzione avviata dal profeta Maometto quattordici secoli or sono, per sostituire le arcaiche, rigide e inique restrizioni della società tribale con una visione radicalmente nuova di moralità divina e uguaglianza sociale, continua ancora oggi.
Ci sono voluti molti anni per liberare l’Arabia dai suoi«falsi idoli». Ce ne vorranno molti altri per liberare l’islam dai suoi nuovi falsi idoli – integralismo e fanatismo – venerati da Ma il processo è inevitabile e l’ondata riformista non può
essere fermata. La Riforma islamica è già qui.
Biagio Gugliotta.
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