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A Senise presentazione del libro 'Gocce di Memoria' di Antonio Rondinelli

5/05/2015

Al pari di molte altre diocesi italiane ora anche la Diocesi di Tursi - Lagonegro ha la storia della sua Associazione laica, di Azione Cattolica. Martedi 19 maggio alle ore 19.00 presso il centro parrocchiale “don Egidio Guerriero” a Senise, sarà presentato un nuovo Libro di Antonio Rondinelli, “GOCCE DI MEMORIA”.
“L’idea di questo lavoro è nata in un’assemblea Diocesana negli anni del mio impegno concreto e assiduo di delegato Regionale del settore adulti in seno al Consiglio Nazionale- ci spiega l’autore- Fu in quella circostanza che personalmente mi proposi e formulai una promessa di dar vita a un lavoro di approfondimento sulle origini e sviluppo dell’A. C. diocesana.
La serata, come da Locandina allegata, prevede un seminario sul: Contributo socio economico, culturale e religioso dell’Azione Cattolica diocesana allo sviluppo del territorio.
L’opera frutto di un lavoro di circa due anni di ricerche, è di particolare valore storico, da ciò la peculiarità e la preziosità che attraggono e alimentano la curiosità del lettore. Opera unica del suo genere, costituisce una ricca futura fonte storica per coloro che vorranno approfondire e sviluppare argomenti. Pagine di storia e memoria che vanno oltre il tempo che pur se portato ad affermare “l’eterno presente” si ripiegano nel passato per proiettarlo con slancio nel futuro.
Sono queste pagine, pietre miliari che daranno ai futuri studiosi, lungi da me qualsiasi revisionismo storiografico e senza peccare di orgoglio, spunti e dati utili ad analisi più approfondite sulla nascita, affermazione e sviluppo dell’A. C. nella Diocesi di Anglona e Tursi prima, e Tursi-Lagonegro, poi.
Sono documenti storici che, con scrupolosità catalogati cronologicamente parlano, e parlando tracciano lo svolgimento articolato, lento, proficuo, partecipato degli avvenimenti che hanno fatto la storia.
Il lavoro si propone un metodo ed un cammino: partire dalle origini dell’A. C. diocesana con i periodi bellici e post bellici del primo e secondo conflitto mondiale con le problematiche religiose, politiche e sociali, della partenza per i conflitti, dell’emigrazione, dell’analfabetismo, ricostruzione e questione meridionale.
Uomini, donne fanciulli, sacerdoti e Vescovi con le loro dedizioni, con la loro formazione umana e professionale costituiscono il punto di riferimento.
Uomini e donne, coraggiosi profeti di una radicalità evangelica che testimoniano la loro fede sentita e professata profondamente in un territorio diocesano ostile geograficamente e di cultura contadina.
E’ la Storia di un Associazione di carattere locale che si intreccia e s’inserisce in quella regionale e nazionale; di uno spaccato di vita di paesi appartenenti ad una stessa Diocesi a Regioni diverse, e della vita dell’Italia stessa. La ricca e interessante documentazione esaminata suggerisce alcune considerazioni finali sul significato storiografico dell’iniziativa missionaria dell’A. C.
“Tale iniziativa è a mio avviso doppiamente importante: dal punto di vista politico sociale e dal punto di vista religioso. Appare superfluo rilevare l’importanza e il valore del contributo offerto da “missionari” specie laici, alla crescita politica e sociale delle nostre popolazioni, soprattutto al Sud.
Anche dal punto di vista religioso, come da quello politico sociale, l’iniziativa missionaria dell’A.C. costituì una rilevante occasione di crescita, a livello di singoli e di gruppi.
Ci troviamo alla presenza di un fenomeno che suscitò enorme interesse in tutte le categorie sociali, a cominciare dai…“Professionisti”, che vuoi per soddisfare un’esigenza di “acculturazione” sociale vivamente sentita, vuoi per uscire dalla monotonia del quotidiano e dall’isolamento cui la vita di provincia o di paese li costringeva, affollarono e vivacizzarono quasi dappertutto le riunioni a carattere politico-sociale guidate, dai “missionari”. Questi, in un mondo ancora largamente dominato dall’ignoranza, dall’individualismo, da uno scarso grado di partecipazione alla vita politica, in realtà spesso statica e allergica alle novità, portarono una ventata di rinnovamento e di vitalità, crearono occasioni d’incontro e di aggregazione sociale, gettarono le premesse per una più attiva e consapevole partecipazione dei cittadini al processo ricostruttivo del paese.
Molti italiani, anche non di A. C. acquistarono allora il gusto della politica, impararono a distinguere e a scegliere tra le varie proposte politiche, entrarono in confidenza con i concetti di democrazia, di costituente, di costituzione, di pluralismo politico ed economico e via dicendo. Non furono pochi, allora, gli italiani che anche estranei alle organizzazioni confessionali, che furono orientati verso la D.C., il partito che per la gerarchia meglio interpretava le aspirazioni della Chiesa sul terreno politico. Le associazioni operarono anche a livello di famiglie con la distribuzione festiva del Vangelo in tutte le case: un momento esemplare nella vita della comunità, vissuto capillarmente e con risultati cospicui. Non si trascurarono le attività promozionali a livello culturale: le filodrammatiche, gli incontri, la stampa, che lasciarono una traccia che ancora dura nel tempo.. Si esplicarono anche nel campo più aperto della testimonianza cristiana, attraverso l’esercizio della carità e si fondarono parallele le “Associazioni caritative”, che diedero il metro della formazione spirituale dei gruppi; e tutti si recavano nelle case più povere, all’incontro con gente nella morsa del bisogno, dimenticata in un letto di sofferenza, per confortare, per sentirsi utili anche nei più umili servigi. E tutto si faceva con tanta spontaneità, con tanto entusiasmo, con tanta abnegazione e fede senza riserve, e si ritornava più sereni e più ricchi nello spirito”
Sono pagine riconoscenti dell’opera indimenticabile e del prezioso contributo dei protagonisti secondo le esortazioni apostoliche del Beato Paolo VI quando rivolto alla Presidenza Nazionale ebbe a dire:
“Non dimenticate lo sforzo apostolico del laicato che vi ha preceduto; non scordate le anime umili e grandi che hanno dato l’ingegno, l’opera, la vita perfino con disinteresse e con orgoglio, degni di rimanere un esempio alla medesima causa che voi oggi intendete servire.
Non ignorare la propria storia non significa essere vincolati alle forme che ieri ne hanno tessuto le vicende; significa piuttosto sperimentare lo spirito morale che da essa deriva, e cioè godere di una carica di esperienze, di ansia verso l’attualità e verso l’avvenire di ricerca, di sempre e nuove e geniali originalità”.
Noi siamo gli eredi, siamo i figli di quella fatica, di quella tenacia, di quella semplicità con cui i nostri padri hanno vissuto, hanno lottato ed hanno saputo raggiungere un equilibrio e dare un senso alla loro vita cristiana. Scrivere dunque per me, leggere, approfondire, studiare, meditare queste pagine è un modo stesso per un profondo, proficuo e concreto impegno religioso, morale e civile che mi ha fatto sentire parte integrante di un’Associazione in cammino”.



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