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Recensione libro:Domenico Quirico “ 152 giorni in Siria”

24/01/2015

Il libro di Domenico Quirico “ 152 giorni in Siria” Edito dalla Casa Editrice Neri Pozza” nel 2013, racconta la triste esperienza di prigionia in Siria di Domenico Quirico e Pierre Piccinin da Prata nello stesso anno, catturati dai miliziani dell’Armata Siriana libera, gli oppositori di Bashar Assad, che sono ribelli e rivoluzionari.
Subito dopo, nei pressi della città di al-Qusser, in una notte buia in cui nulla sembra vivere, l'Armata siriana libera li consegna a un gruppo di incappucciati che, sparando raffiche di mitra e li trascinano sul loro pick up.
Seguono cinque mesi di strazio e di ira, di furia e rancore, di miserevole ingiustizia, resa ancora più tale perché inflitta da coloro che si credevano amici. Mesi trascorsi in stanzette sudice, in botole infami e luride prigioni, dove la luce è sempre accesa perché la voglia di dormire pesi tanto da far dimenticare ogni cosa.
In questi anni molti giornalisti che sono sati mandati in questi posti per fare luce su una triste realtà ed alcuni di essi sono morti, altri dopo un periodo di prigionia hanno fatto ritorno a casa ma cambiati dentro come lo stesso Domenico Quirico e molti altri che hanno deciso di intraprendere questa strada.
L'odio nei confronti di cristiani ed occidentali: si può distinguere tra buoni e cattivi? L'autore parla della rivoluzione siriana come incipit della Primavera Araba, un fenomeno di rivolta civile e generazionale e aggiunge: "Le rivoluzioni sono storie di passioni, i giovani che hanno dato inizio alla rivolta non avevano un progetto da sostituire alla situazione presente".
Una rivoluzione, questa, che è passata però in sordina: la Siria, "colpevole" di essere una delle vene del mondo, è un territorio in cui l'Occidente non vuole rischiare di intervenire, meglio fingere che il movimento non esista, che sia privo di fondamento e di programma politico, lasciando la terra e i suoi abitanti alla mercè di gruppi di potere che tentano di colmare quel vuoto dilaniando tutto ciò che vi sta intorno. I giovani che hanno fatto la rivoluzione ne sono stati derubati, sbeffeggiati da interessi non solo economici tra Europa e grandi dittature, ma anche relativi a politiche migratorie e di contenimento dell'Islam.
In sostanza Domenico Quirico rappresenta , la voce mossa dalla passione che per anni lo ha spinto a partire e rischiare e dal rammarico di dover ammettere a se stesso, prima ancora che al pubblico, che, per quanto raccontare la Siria sia un dovere morale, oggi recarsi in quel luogo equivale a un suicidio. Un Paese che perde la possibilità di raccontarsi entra in un limbo oscuro in cui tutto può accadere, proprio come successe alla Somalia alcuni anni fa.


Biagio Gugliotta.



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