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Al Mig la mostra dedicata a Èmile Bernard e Antonietta Raphaël

27/06/2014

Domenica 29 giugno 2014, alle ore 18.30, in Castronuovo Sant’Andrea, nelle sale del MIG. Museo Internazionale della Grafica - Biblioteca Comunale “Alessandro Appella”-Atelier “Guido Strazza”, si inaugura la mostra dedicata a Èmile Bernard ( Lilla, Francia, 1868 – Parigi 1941) e Antonietta Raphaël (Kaũnas 1895 – Roma 1975), che continua il lavoro di informazione iniziato il 20 agosto 2011 con la storia della grafica europea e proseguito con le personali di Mirò, Degas, Renoir, Bonnard, Matisse, Dufy, Picasso, Calder, Ben Shann, Secessione di Berlino, Pechstein e Zadkine accompagnati, rispettivamente, dalla mostra di Renoir in poi, dalla presenza in controcanto di un artista italiano: Gentilini, Strazza, Accardi, Ciarrocchi, Consagra, Melotti, Maccari, Bucci e Perilli.

Poiché il MIG convive con la Biblioteca, ogni incontro è all’insegna di “un libro, una mostra”. Questa volta tocca al volume: “Les Fleurs du mal” di Charles Baudelaire (1821 – 1867), portato a nuova vita da 36 intense xilografie realizzate da Èmile Bernard nel 1917, insieme a centinaia di capilettera, finalini e cul-de-lampe che rendono i due volumi un autentico capolavoro del Novecento. L’artista francese era di una generazione successiva, ma cresciuta leggendo, e persino imitando, la poesia di Baudelaire. La più celebre opera del poeta francese, Les Fleurs du mal, pubblicata nel 1857, causò uno scandalo immediato. Baudelaire venne processato con l’accusa di moeurs indignazione aux bonne (oltraggio alla pubblica decenza) e sei poesie furono soppresse.
Negli anni precedenti il 50° anniversario della morte del poeta, Bernard fu avvicinato dal mercante d’arte parigino ed editore Ambroise Vollard (Saint-Denis, 3 luglio 1866 – Versailles, 21 luglio 1939) per progettare e illustrare con incisioni originali una nuova edizione di Les Fleurs du mal, comprese le sei poesie soppresse dalla censura, Damnees Femmes compresa.
Oltre ad essere un poeta, Baudelaire era un critico d’arte: il suo concetto di ‘pittore della vita moderna’ ha esercitato una notevole influenza sulle indimenticabili immagini della città e della folla di Gustave Doré. A tal proposito, emblematica è l’illustrazione di Bernard per la poesia Bénédiction: sullo sfondo gli sguardi ostili della società borghese, che prendono di mira il poeta e vituperano il suo lavoro, mentre Baudelare li ignora, intento a leggere un libro. Les Fleurs du mal, nel corso degli anni, ha continuato ad incantare generazioni di artisti visivi, non ultimo Jeff Wall (Vancouver, 1946) che ha trasferito le suggestioni ricevute da Baudelaire nell’opera The Picnic Vampires (1991).

Émile Bernard è pittore simbolista, dal talento precoce. Dopo aver frequentato, con scarso successo, l’Atelier Cormon, capisce che la pittura accademica non è adatta al suo carattere. In seguito all’incontro con Vincent Van Gogh, si trasferisce con lui sulle rive della Senna dove ha l’opportunità di conoscere e sperimentare le scoperte sul colore di Georges Seraut. Nel 1886 intraprende un viaggio, a piedi, in Normandia e Bretagna: a Port-Aven è tra i fondatori della ‘Scuola di Port-Aven’ in seno alla quale, dopo aver abbandonato la tecnica del Puntinismo, esprime le sue teorie sul Cloisonnisme (cfr. sintetismo), ossia sulla visione idealizzata delle forme, espresse in colori intensi, chiuse da un contorno grafico, per dare maggiore risalto ai vari toni, ispirandosi agli smalti e alle vetrate medioevali.
Bernard, dopo aver gettato le basi stesse della nuova arte, porta avanti le teorie e la sperimentazione insieme ad altri artisti, tra cui Paul Gauguin, con il quale stringe un forte sodalizio, condividendo la necessità di dipingere a memoria e non più dal vero, concetto fondamentale del pensiero simbolista. Proprio Gauguin, tornato nel 1888 dalle Antille, appropriandosi delle nuove teorie, conquista la posizione più importante nel gruppo di Port-Aven. Da qui scaturisce un’aspra polemica tra i due artisti, ed Émile Bernard, vedendosi derubato dell’idea del Cloisonnisme, lascia Port-Aven nel 1891 e inizia una serie di lunghi viaggi in Spagna, Grecia e Italia. Dallo studio dei maestri rinascimentali, è sollecitato ad abbandonare il Simbolismo, per ritornare ad una pittura classica, caratterizzata dall’uso della prospettiva, della tridimensionalità, dei volumi e dello studio approfondito dell’anatomia. Al ritorno in Francia nel 1904, nella rivista La renovation estetique, proclama e sottolinea la necessità, per la pittura moderna, di ritornare agli antichi maestri. Non a caso, Émile Bernard va ricordato come uno dei più grandi innovatori della pittura, non solo nel panorama artistico francese del ‘900, ma anche europeo; uno degli artisti più arditi accompagnato da un forte spirito di indipendenza.



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