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Recensione libro: Il Destino delle Nazioni l'Avvenire dell'Europa di Raimond Aro

8/03/2014

I saggi riportati in questo volume offrono una fedele rappresentazione di quanto Aron ha discusso nelle sue opere oggetto dissertazione.
Malgrado si tratti di testi d’occasione gravosi sempre originati da conseguenze o da operazioni come nel caso della rigorosa e vibrante riflessione che Aron rivolge a studenti tedeschi di Monaco nell’immediato dopoguerra, il loro contenuto non è accidentale in quanto introduce principi costanti e aspetti connaturati all’orizzonte del suo pensiero.
Nei momenti in cui la riflessione scientifica e pubblica, non solo sull’Europa, sembra oscillare tra la Scilla della specializzazione priva di preoccupazioni sintetiche o architettoniche e la Cariddi del formalismo angelico tra quelle che appaiono due opposte ma speculari astrazioni, occorre fare attenzione a ciò che accomuna accuratamente questi testi.
Sia il loro genere sia i loro contenuti ed il piano temporale in cui si colloca la loro riflessione, appaiono emblematici e significativi anche sotto il profilo esegetico.
I suoi saggi scritti tra il 1947 ed il 1979 coevi cioè al trentennio in cui le nazioni europee hanno rielaborato la catastrofe della loro guerra civile ed il loro riflesso planetario ponendo le fondamenta del loro ordine “comunitario” all’ombra della minaccia di una nuova tirannia ed in una “relativa perdita di autonomia politica, e, in parte spirituale”, testimoniano una preoccupazione dell’avvenire e si interrogano al compito presente sulla fedeltà e principi passati o sulle virtù sulla base delle nuove circostanze.
Da quando il sociologo Francesco ha effettuato i suoi studi, abbiamo assistito a molti cambiamenti a livello europeo ed ad una spiccata volontà da parte dei paesi europei di federarsi un progetto cullato sin dal dopoguerra Da De Gasperi, Shuman ed Adenauer, dando vita agli Stati Uniti d’Europa.
Un prototipo di stato federale a livello europeo è la Svizzera suddiviso in cantoni dove si parlano tre lingue: l’Italiano, Il tedesco ed il francese e questo la dice lunga sull’importanza di creare un’Europa federale pur non rinnegando all’interno di ciascuno stato la propria lingua, identità e cultura.
Malgrado la morte dello studioso francese il suo pensiero e le sue opere sono rimaste scolpite nella mente di molti studiosi che hanno compiuto studi e ricerche su di lui.

Biagio Gugliotta.





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