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| Recensione di “Una Repubblica senza patria” |
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15/01/2014 |  Nel libro dal titolo “Una Repubblica senza patria”, edito dalla Mondatori, Vittorio Feltri e Gennaio Sangiuliano ripercorrono le fasi più salienti del periodo che va dal dopoguerra ad oggi, cercando di spiegare le ragioni di una Repubblica senza patria.
Nel periodo da loro preso in considerazione sono avvenuti molti cambiamen6ti sia a livello economico, sia culturale, sia politico.
A livello economico si assiste al decollo economico, dopo che De Gasperi nel 47’ in piena crisi recessiva per le conseguenze disastrose della seconda guerra mondiale, si recò negli USA e ricevette un robusto finanziamento che consentì la ripresa economica che durò per oltre un deceniio.
Il piano rivelatosi efficace, si chiamò “Piano Marshall”.
Il periodo d’oro della nostra economia fu preceduto dalla rottura con le sinistre, le elezioni del 48’ che furono aspramente contestate
La morte di De Gasperi, coincise con la fine del centrismo e si aprì una nuova stagione politica dopo il disastroso governo Tambroni nel 60’, all’apertura al centro sinistra.
Però l’economia dopo il periodo d’oro subì un leggero contraccolpo e questo era il preludio ad un periodo difficile sia a livello politico con l’incalzare del 68’ e l’autunno caldo del 69’ sia a livello economico nonostante la situazione tutto sommato fosse accettabile.
Nello stesso anno comincia l’epoca dello stragismo con l’attentato di Piazza Fontana da parte di terresti neri e seguire gli altri rossi e gi anni in cui furono commessi furono definiti anni di piombo.
Nel libro si parla anche del Golpe De Lorenzo denominato “Piano Solo”..
Ci furono altri omicidi come nel 72 a Commissario Calabresi e tanti e tanti che hanno insanguinato il nostro paese e che lo stato italiano per anni non è stato in grado di arginare.
Dai tormentati anni 70’ si è passati agli anni 80’ con l’ascesa al potere di Bettino Craxi che durò circa 4 anni poi venne il famoso 89’ passato alla storia per il crollo del Muro di Berlino e la fine del comunismo e della guerra fredda durata oltre un quarantennio.
Ochetto ritenne che fosse giunto il momento di imprimere una svolta riformatrice del suo partito che da PCI divenne PDS.
Poi lo scandalo Tangentopoli che vide coinvolti lo stesso Craxi e altri della Dc e l’entrata in scena di un giovane magistrato molisano Antonio Di Pietro e nel 94’ si andò di nuovo alle urne e le elezioni furono vinte da Silvio Berlusconi per anni imprenditori che aveva costruito dal nulla un impero finanziario ed il suo governo salvo brevi interruzioni è durato quasi vent’anni.
Intanto la nostra economia ormai globalizzata è crollata, complice anche il crollo delle Lerman Brothers negli Stati Uniti che hanno costretto il Cavaliere a rassegnare le dimissioni ed il mandato governativo fu affidato dall’attuale Capo dello Stato Giorgio Napoletano a Mario Monti che costituì un governo tecnico ma la situazione economica già collassata, ha continuato a perdere colpi tant’è che nel febbraio 2013 gli italiani sono stati chiamati alle urne dove non è uscito alcun partito vincitore per cui si è dovuto costituire un governo misto: destra e sinistra con l’incarico dopo le dimissioni di Bersani che aveva sconfitto alle primarie del Centro Sinistra Renzi sindaco di Firenze e propugnatore della rottamazione dei vecchi partiti e la proposta di una serie di riforme.
Purtroppo la situazione non è cambiata e questo la dice lunga sul fatto che il nostro paese è davvero ingovernabile.
Il libro scritto con un linguaggio chiaro e lineare, invita a riflettere su un periodo molto delicato della politica e dell’economia.
Biagio Gugliotta
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