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Senise: ..e venne..ro ad abitare in mezzo a noi…

27/12/2013

E’ da qualche giorno che abbiamo celebrato e festeggiano il Santo Natale e una domanda assilla il mio pensiero: il Natale di quest'anno ci ha spaventato? Certamente la crisi ha logorato la nostra quotidianità. Famiglie che faticano ad arrivare a fine mese. Persone licenziate senza prospettive, un’Italia incartata su se stessa, rissosa e inacidita che dà il peggio di sé. Spaventa per quanto assomiglia a quel racconto che abbiamo ascoltato nella Veglia della Santa Notte di Natale. Spaventa per quanto assomigliamo ai pastori che cercano di scaldarsi dalla gelida notte della Giudea. Nei loro cuori rabbia, rassegnazione, disincanto, come sono i sentimenti di coloro che hanno speso tutte le energie per sopravvivere.
Quanti racconti di Natale ci regalano episodi che ci spalancano orizzonti di significato che ci fanno avanzare nel percorso di comprensione del grande mistero del Dio con noi. Al contrario è proprio un racconto e un racconto storico, ad aprirci le porte sul significato reale del Natale. Un racconto semplice e preciso con Maria e Giuseppe che salgono a Betlemme per farsi censire. “Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo” (Lc 2,1-7). La comunità di Senise ha vissuto questo racconto, questo momento di gioia nella Chiesa Madre gremita all’inverosimile, partecipando alla solenne celebrazione eucaristica, presieduta dal parroco don Pino Marino. Tutti hanno ammirato il presepe e il Bambino Gesù raffigurato nell’immensità del cielo stellato, nell’azione di benedire il mondo sottostante, su cui brillano tre punti che vogliono rappresentare Roma, Senise e Lampedusa e con la Stella Cometa ad illuminare il cammino dei Magi. Nel corso dei secoli il presepe è stato realizzato in tutti i modi e materiali possibili, quello di quest’anno è particolare. E’ stato allestito da un gruppetto di volontari che con amore hanno donato un po’ del loro tempo: Vittoria Capalbo, Egidio Abalsamo, Gaspare Abbandonato, Vincenzo Dammiano, Raffaele De Fina, Giovanni Genovese, Gaetano Leone, Giuseppe Marino e Giancarlo Miele. Hanno collaborato inoltre Lucia Mileo, Prospero Berardi, Armando Polito, Marco Polito e Vincenzo Tuzio.
L’idea è nata dagli ultimi avvenimenti che hanno coinvolto l’Italia per l’accoglienza dei profughi a Lampedusa, provenienti dalle zone colpite dalla guerriglia. Il tema è racchiuso nella didascalia:… e venne..ro ad abitare in mezzo a noi… partendo da Gesù che nasce in una stalla e poi costretto a fuggire in Egitto perché perseguitato da Erode ed abita in mezzo a noi. I profughi che arrivano a Lampedusa su imbarcazioni di fortuna costretti a sfuggire dalla morte per la guerriglia nelle loro zone. .. Anche Papa Francesco è presente in questa rappresentazione: “Dona speranza e conforto ai profughi e ai rifugiati - ha invocato il Papa - durante il primo messaggio natalizio Urbi et Orbi del suo Pontificato .specie nel Corno d'Africa e in est Repubblica Democratica del Congo". Ha chiesto "accoglienza" per "i migranti" in cerca di dignità , e che "tragedie come quelle di quest'anno, con i numerosi morti a Lampedusa, non accadano mai più". Natale vuol dire che chiunque di noi, non importa gli anni e la condizione che ha, può rinascere con un po' più d'amore nel cuore. Allora gli anziani potranno gioire, i figli sognare, i giovani alzare di più la testa, le famiglie essere più serene. Un amore che ci fa capire che la felicità è pensare agli altri, andare incontro agli altri. E' questo quello di cui ha bisogno il nostro Paese, l'Europa. Il rischio che tutti stiamo correndo è quello di ripiegarsi su noi stessi, di chiudersi nei propri interessi personali che è del resto la radice del male. Abbiamo bisogno di un amore più robusto, più generoso, che ci faccia stendere le braccia, che ci faccia aprire il cuore.

Vincenzo diac. Terracina










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