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“Le Mani nel Petrolio” di Maurizio Bolognetti |
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11/07/2013 | Per le edizioni Reality Book è in distribuzione “Le Mani Nel Petrolio – Basilicata Coast to Coast ovvero da Zanardelli a Papaleo Passando per Sanremo e Tempa Rossa”.
Per me, che esito a definirmi scrittore, un libro è soprattutto uno strumento di lotta. In questo libro dal titolo chilometrico, che ricorda i film di Lina Wertmuller, ho provato a parlare di giustizia e debito ecologico, dell'antropocene e di impronta ecologica, richiamando alla memoria collettiva Marco Pannella, Aldo Loris Rossi e Pier Paolo Pasolini. Ho provato a far tornare alla luce, a riproporre, tracce di una storia dimenticata, ma quanto mai attuale.
Come non ricordare, per esempio, quel Marco Pannella che in un numero di Notizie Radicali del 1978 affermava: “Anche per le sinistre una bella raffineria è più gratificante della lotta alle alluvioni e alle frane, della limitazione dei livelli di inquinamento, anche della prevenzione di un Vajont o di una Seveso, o di un incidente nucleare. Ventimila, trentamila miliardi di investimenti in trent’anni per il riassetto idrogeologico del territorio significherebbero centinaia di migliaia di posti di lavoro”.
Ho ritenuto importante inserire nel volume anche il mio intervento all'inaugurazione dell'Anno Giudiziario 2012, tenuto in quel di Potenza.
Spero di aver offerto uno spaccato dell'Italia "Stato canaglia" e cioè di un paese incapace di rispettare la sua propria legalità, dove si crepa avvelenati e in silenzio, dove le carceri sono gironi danteschi e l'amministrazione della giustizia è alla bancarotta.
Un paese che dimentica Seveso e i decreti di Donat-Cattin, così come dimentica Beccaria e Voltaire. Perché, per chi sa vedere, le cose si tengono e sono facce di una stessa medaglia falsa e corrotta. Facce di un paese asfissiato dall’assenza di Stato di diritto e democrazia.
Un ringraziamento particolare voglio rivolgerlo a Rita Bernardini per le parole spese nella bella prefazione, al Prof. Franco Ortolani, autore della presentazione, all’avvocato Vincenzo Montagna - certo non solo per la bella introduzione - e a Elisabetta Zamparutti, autrice della postfazione.
Di Maurizio Bolognetti
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